Guardie svizzere, la precisione passa dall'uniforme

Ogni divisa è composta da ben 154 pezzi assemblati: per confezionarla servono 39 ore di lavoro - Oggi hanno prestato giuramento in 23, fra cui due ticinesi
Red. Online
06.05.2016 11:50

CITTÀ DEL VATICANO - Sono 23 le nuove guardie svizzere che hanno prestato giuramento questo pomeriggio in Vaticano, di cui due ticinesi. La data del 6 maggio ricorda l'eroica morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa di papa Clemente VII nel Sacco di Roma (1527). Il Cantone ospite è stato quest'anno quello di Glarona. Una delle 23 reclute ha giurato in lingua italiana.

È stata una cerimonia suggestiva per l'ambiente in cui si è svolta, il Cortile di San Damaso, con personalità del Vaticano a presiederla come il sostituto della Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu con a fianco il prefetto della Casa Pontificia mons. Georg Gaenswein, e per la folta corona di centinaia di persone, cardinali, rappresentanti politici e militari elvetici, parenti, amici delle reclute presenti. Ha assistito anche il presidente della Confederazione Johann Schneider-Ammann, che domattina sarà ricevuto dal Papa.

La Guardia si è schierata in uniforme di gran gala, dal comandante all'ultimo alabardiere, al suono solenne della banda. È stato il cappellano della Guardia, don Thomas Widmer, a leggere per intero il testo del giuramento: "Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Sommo Pontefice Francesco e i suoi legittimi successori, come pure di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, ove occorra, anche la vita per la loro difesa. Assumo del pari questi impegni riguardo al Sacro Collegio dei Cardinali per la durata della Sede vacante. Prometto inoltre al Capitano Comandante e agli altri miei Superiori rispetto, fedeltà e ubbidienza. Lo giuro. Che Iddio e i nostri Santi Patroni mi assistano".

Poi le nuove reclute, chiamate per nome, si sono fatte avanti e ciascuna, con la mano sinistra sulla bandiera della Guardia e la destra alzata con tre dita aperte, a simbolo della Trinità, ha confermato e giurato a gran voce: "Io,..., giuro di osservare fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio o i suoi santi mi assistano".

Stamane di buon'ora, nella messa celebrata all'altare della Cattedra della basilica vaticana, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha detto alle Guardie svizzere: "Siate testimoni di Cristo - qui a Roma, nella vostra patria Svizzera e dovunque andiate - e in un mondo che desidera la luce e la vita ma non ha spesso il coraggio di accoglierla, in mezzo ai giovani vostri coetanei, i quali sono affamati di senso e pienezza, perché possiate dire loro che vale la pena proporsi cose grandi e belle, pur comportando impegno e dedizione ed essendo accompagnate da qualche fatica".

Un compito non sempre facile, quello della testimonianza, che richiede fedeltà e va incontro alla fatica, a volte estrema come nel caso di San Paolo o delle persecuzioni contro i cristiani che si perpetuano tuttora. "Care guardie, non aspettate. Cominciate già oggi a testimoniare - con la vostra fedeltà nel servizio quotidiano per il Santo Padre, con la vostra fraternità e con i buoni rapporti tra voi, con il vostro esempio nella fede - che il Signore è vivo, ha compassione ed è misericordioso, che si avvicina agli uomini, che vuole donare pace, gioia e vera pienezza per guarire ogni ferita", ha detto Parolin.

In una foto pubblicata sull'account 'Franciscus' di Instagram, il Papa ha scritto: "Care Guardie Svizzere, non dimenticate che il Signore cammina con voi".

Il lavoro dietro le uniformi

Ogni guardia svizzera indossa una uniforme composta da 154 pezzi assemblati. A raccontare all'agenzia di stampa italiana Adnkronos le particolarità e l'accuratissimo lavoro legato alle divise indossate dall'esercito più piccolo del mondo, Ety Cicioni, sarto della Guardia Svizzera Pontificia dal 1997.

Il sarto, come racconta, venne chiamato in Vaticano poco prima dell'omicidio del comandante Aloïs Estermann. "Ogni divisa - racconta - è composta da 154 pezzi disegnati con i vecchi canoni assemblati insieme". Un lavoro certosino se si considera che ogni divisa deve essere assemblata con tutti quei pezzi e pure con i bottoni che sono cuciti a mano. Per confezionarne una occorrono trentanove ore di lavoro. "E per ogni divisa - spiega Ety Cicioni - vengono cuciti a mano 42 bottoni".

Ogni guardia possiede una divisa invernale realizzata con un panno di pura lana che arriva dal biellese e una estiva creata con un fresco di lana. A corredo della divisa, una mantella anti-pioggia, realizzata sempre in lana, con un apposito trattamento anti-intemperie del peso di due chili.

Le uniformi hanno i colori giallo e blu dei della Rovere di papa Giulio II e il rosso dei medici, famiglia di Clemente VII. Dal 1997 ad oggi, il sarto delle Guardie Svizzere, che nasce come sarto di Haute Couture, ha realizzato più di duemila divise. "In un anno io e i miei tre collaboratori - racconta Ety Cicioni - realizziamo cento- centodieci divise". L'armeria provvede a mandare alla sartoria gli ordini e da quel momento lui e i collaboratori si mettono al lavoro. "A volte - spiega il sarto - facciamo anche riparazioni".

Ogni guardia possiede in dotazione una divisa invernale, una estiva, un'uniforme di manovra e un mantello anti intemperie in dotazione e quindi, di tanto in tanto, la sartoria si mette al lavoro anche per il restyling delle divise. Oltre all'alabarda, il piccolo esercito del Papa è dotato anche di armi moderne per assicurare la missione di difesa. Considerata la divisa, le armi e tutto l'apparato di cui si compone l'uniforme pittoresca, ogni guardia svizzera avrà addosso più di tre chili e mezzo. Per le Guardie Svizzere, nessun margine di scelta sulla divisa. Tutto, secondo protocollo, viene realizzato in caserma.