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Hamas: «Cessate il fuoco solo con la fine della guerra e il ritiro dell'esercito»

Il ministro della Difesa israeliano Gallant: «A guerra finita non ci sarà più Hamas come potenza militare» a Gaza – New York Times: «Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Hamas: «Cessate il fuoco solo con la fine della guerra e il ritiro dell'esercito»
Red. Online
17.02.2024 08:34
22:59
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«La Mezzaluna Rossa palestinese ha avuto un ruolo attivo nei massacri del 7 ottobre»

«La Mezzaluna Rossa palestinese ha avuto un ruolo attivo nei massacri del 7 ottobre». Lo scrive su X l'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede postando il video dell'incontro, oggi, in Vaticano, tra Papa Francesco e Younis Al Khatib, il presidente della Mezzaluna Rossa palestinese.

21:33
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Netanyahu: «Entreremo a Rafah a prescindere da un accordo sugli ostaggi»

Israele andrà avanti con l'operazione militare a Rafah a prescindere da un accordo sugli ostaggi. Il premier Benyamin Netanyahu in una conferenza stampa ha confermato l'intenzione di entrare nell'ultima città del sud di Gaza - ad un passo dall'Egitto - dove si concentrano oltre un milione di sfollati palestinesi.

Anche se si dovesse ottenere «un accordo sugli ostaggi - ha spiegato Netanyahu - entreremo a Rafah. Non c'è alternativa per una vittoria totale e non c'é altra maniera per eliminare Hamas e i suo battaglioni sul posto».

Una mossa avversata dagli Usa e dalla comunità internazionale. «Coloro che voglio impedirci di agire a Rafah, in pratica - ha ribattuto Bibi - ci dicono di perdere la guerra. Così ho ripetuto anche al presidente Biden. E ai leader mondiali dico che Israele combatterà fino a ottenere la vittoria completa. Questo include, ovviamente, anche l'azione a Rafah, dopo lo sgombero dei civili».

Il premier, che non ha escluso la necessità di un'operazione militare anche sul fronte nord contro gli Hezbollah libanesi e allontanato la possibilità che si dimetta prima delle elezioni che «si terranno tra qualche anno», ha quindi bollato le richieste di Hamas per un cessate il fuoco come «folli». «Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare». Sul tema degli ostaggi Netanyahu ha riassunto la politica del suo governo per la loro liberazione: «Solo una forte pressione militare e trattative determinate porteranno al loro ritorno a casa». Quindi il dossier della nascita di uno Stato palestinese, altro punto di aperto scontro con Washington e l'Ue. «Israele - ha spiegato Netanyahu - non accetta diktat internazionali. Un'intesa con i palestinesi avverrà solo con trattative dirette tra le parti e senza un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Non ci sarebbe premio maggiore per il terrorismo».

Che i negoziati su un possibile cessate il fuoco e il rilascio dei rapiti - in Israele sono numerose le manifestazioni con questa richiesta - siano ad un punto critico lo ha detto da Monaco anche il premier del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman Al Thani. Spiegando che in questi ultimi giorni le trattative «non sono stati molto promettenti». «Rimarremo sempre ottimisti, continueremo a spingere», ha aggiunto, introducendo tuttavia un aspetto inedito che certo non può far piacere ad Israele. Al Thani ha infatti chiesto che l'accordo sulla tregua «non sia condizionato» alla liberazione degli ostaggi. «Questo è il dilemma - ha spiegato - in cui ci siamo trovati e sfortunatamente molti Paesi ne hanno fatto un uso improprio», vale a dire «che il cessate il fuoco debba essere condizionato ad un accordo sugli ostaggi», ma «non dovrebbe essere così». Del resto il leader di Hamas Ismail Haniyeh, dopo aver accusato Israele di non avere fatto procedere i negoziati, ha continuato a ripetere la linea di intransigenza della fazione islamica. Hamas, ha sottolineato, non accetterà «niente altro che una completa fine dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione da Gaza e la rimozione dell'ingiusto blocco della Striscia». Poi ha insistito sulla liberazione «dei prigionieri palestinesi che scontano pene di lunga durata». E un altro dirigente di Hamas ha riferito ad al Jazeera che la fazione è pronta a lasciare ogni negoziato se «non arriveranno aiuti umanitaria nel nord della Striscia».

Intanto il Wall Street Journal ha rivelato che l'amministrazione Usa prevede di inviare nuove armi ad Israele per un importo stimato in decine di milioni di dollari. Al 134. giorno di guerra, l'Idf sta continuando a martellare il centro della Striscia e Khan Yunis, nel sud. I soldati sono ancora nell'ospedale Nasser della città e il portavoce militare ha detto che lì sono «stati arrestate circa 100 persone sospettate di attività terroristica».

19:14
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Netanyahu: «Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord»

«Forse sarà necessaria un'operazione militare al nord». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu riferendosi allo scontro con gli Hezbollah in Libano.

Netanyahu ha poi confermato che le richieste di Hamas per un cessate il fuoco «sono folli». «Il loro significato è sconfiggere Israele e noi - ha aggiunto - non lo possiamo accettare». Poi ha ribadito che solo «una pressione militare forte e trattative determinate porteranno al ritorno degli ostaggi». Il premier ha quindi confermato l'operazione a Rafah, previo «lo sgombero dei civili verso zone sicure».

18:58
18:58
«L'intesa su una tregua non sia condizionata alla liberazione degli ostaggi»

L'accordo sulla tregua a Gaza fra Israele e Hamas «non sia condizionato» alla liberazione degli ostaggi. Lo afferma il premier del Qatar al Thani parlando a Monaco di Baviera.

«Questo è il dilemma in cui ci siamo trovati e sfortunatamente molti Paesi ne hanno fatto un uso improprio» vale a dire «che il cessate il fuoco debba essere condizionato ad un accordo sugli ostaggi», ma «non dovrebbe essere condizionato», ha precisato Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco.

18:00
18:00
Hamas minaccia la fine dei negoziati senza gli aiuti a Gaza nord

Hamas ha minacciato che sospenderà ogni negoziato su una possibile intesa con Israele se gli aiuti umanitari non arriveranno nella parte nord di Gaza.

Lo ha detto un esponente della fazione islamica alla rete del Qatar Al Jazeera, ripresa dai media. «Non si possono tenere negoziati mentre la fame divora il popolo palestinese», ha aggiunto.

15:57
15:57
«Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran»

Israele ha effettuato attacchi segreti contro due importanti gasdotti all'interno dell'Iran, interrompendo il flusso di calore e gas da cucina verso province con milioni di persone: lo scrive il New York Times, citando due funzionari occidentali e uno stratega militare affiliato al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.

Gli attacchi, secondo il Nyt, rappresentano un notevole cambiamento nella guerra ombra che Israele e Iran conducono da anni attraverso attacchi aerei, terrestri, marittimi e informatici.

Israele, ricorda il quotidiano, ha a lungo preso di mira i siti militari e nucleari all'interno dell'Iran e ha assassinato scienziati nucleari e comandanti militari iraniani, sia all'interno che all'esterno del paese. Israele ha anche sferrato attacchi informatici per disabilitare i server appartenenti al ministero del petrolio, provocando disordini nelle stazioni di servizio in tutto il Paese.

Ma l'esplosione di parte dell'infrastruttura energetica del Paese, su cui fanno affidamento industrie, fabbriche e milioni di civili, segna un'escalation in questa guerra segreta e sembra aprire una nuova frontiera, sostengono hanno i dirigenti e gli analisti contattati dal Nyt.

Gli attacchi ai gasdotti richiedono una profonda conoscenza delle infrastrutture iraniane e un attento coordinamento, specialmente perché le due pipeline sono state colpite in più punti contemporaneamente.

12:34
12:34
Hamas: «Cessate il fuoco solo con la fine della guerra e il ritiro dell'esercito»

Hamas ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco non accetterà «niente altro che una completa fine dell'aggressione, il ritiro dell'esercito d'occupazione da Gaza e la rimozione dell'ingiusto blocco della Striscia».

Lo ha detto il leader di Hamas Ismail Haniyeh su Telegram accusando Israele per la mancanza di progressi nei negoziati su una possibile intesa.

Haniyeh ha insistito anche su un altro punto: quello della liberazione «dei prigionieri palestinesi che scontano pene di lunga durata». Richieste che Israele ha già respinto in passato come «irricevibili».

09:36
09:36
Gli USA prevedono un nuovo invio di armi a Israele

L'amministrazione Usa prevede di inviare armi ad Israele per un importo stimato di decine di milioni di dollari, nonostante gli stessi Usa spingano per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza.

Lo hanno riferito fonti americane citate dal Wall Street Journal (Wsj), secondo cui la fornitura comprende circa un migliaio di bombe MK.82, sistemi KMU-572 per la precisione delle bombe stesse ed altro.

Il piano, hanno spiegato le fonti, è tuttavia ancora in fase di revisione interna e potrebbe cambiare prima di essere inviato in Commissione al Congresso per la definitiva approvazione.

09:36
09:36
Truppe israeliane continuano ad operare nell'ospedale Nasser di Kahn Yunis

Truppe israeliane continuano ad operare nell'ospedale Nasser di Kahn Yunis - nel sud della Striscia - dove hanno «arrestato circa 100 sospettati di attività terroristica».

Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui l'operazione «si basa su informazioni dell'intelligence in base alle quali Hamas conduce la sua attività di terrore all'interno dell'ospedale stesso».

Attorno alla zona dell'ospedale, inoltre, sono stati «uccisi terroristi». Le operazioni continuano anche nel resto della città e nel centro della Striscia.

08:34
08:34
Il punto alle 08.00

«È Rafah il prossimo centro di gravità di Hamas». Lo spiega il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, in un colloquio con La Stampa dove racconta come si sta muovendo il Paese dopo il conflitto scoppiato il 7 ottobre.

Nel corso del briefing, è su Gaza che Gallant si sofferma più a lungo. Anche perché l'operazione all'interno dell'ospedale Nasser di Khan Yunis non è ancora terminata. «Abbiamo arrestato almeno 70 terroristi. Tra loro, più di 20 hanno partecipato al massacro del 7 ottobre», racconta precisando che a Gaza «stiamo procedendo come da programma e i risultati operativi sul campo determinano il passaggio da una fase a quella successiva. Dei 24 battaglioni regionali, ne abbiamo già smantellati 18». Questo nonostante «la complessità di un'arena», tra tunnel e infrastrutture militari sotterranee, densità di popolazione, ostaggi israeliani nascosti che «nessun militare al mondo si è trovato ad affrontare».

Promette che a guerra finita «non ci sarà più Hamas come potenza militare a Gaza» e che «Israele non controllerà Gaza». Il principio guida per il giorno dopo Hamas è che «né Israele né Hamas avranno il controllo» dell'enclave.

La vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, al termine di un incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog nell'ambito della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha dal canto suo scritto su X: «A Monaco ho parlato con il presidente israeliano Herzog e ho ribadito il nostro impegno a riportare a casa gli ostaggi tenuti da Hamas e a garantire la sicurezza di Israele. Abbiamo discusso degli sforzi per ottenere una pausa prolungata nei combattimenti, dell'importanza di aumentare l'assistenza umanitaria e della continua pianificazione per la Gaza post-bellica».