News
La diretta

Hamas: «Israele pagherà per la sua follia a Beirut»

Nell'attacco aereo israeliano di ieri sulla capitale libanese sarebbero morti i comandanti di di Hezbollah Ibrahim Aqil e Ahmed Wahbi – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
Hamas: «Israele pagherà per la sua follia a Beirut»
Red. Online
21.09.2024 08:00
12:06
12:06
Ministero della sanità di Gaza: «Finora oltre 41.000 morti»

Il ministero della sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha riferito oggi che il bilancio delle vittime del conflitto in corso tra Israele e militanti palestinesi ha raggiunto i 41.391 morti, con 119 decessi nelle ultime 72 ore. Dall'inizio del conflitto, secondo quanto dichiarato dal ministero, 95.760 persone sono rimaste ferite nella Striscia di Gaza.

11:09
11:09
«I comandanti Hezbollah uccisi da missili penetrati sottoterra»

L'attacco a Beirut di ieri è stato effettuato da aerei da combattimento F-15, che hanno lanciato quattro missili penetranti che hanno colpito il secondo piano interrato dove si stava tenendo la riunione tra il capo delle forze militari di Hebollah Ibrahim Aqil e un'altra ventina di comandanti del gruppo sciita legato all'Iran. Lo riferiscono le tv israeliane. I missili penetranti hanno causato il crollo dell'edificio residenziale nel sobborgo di Beirut di al Jamus, roccaforte del partito di Dio.

11:09
11:09
Gaza: ucciso alto ufficiale dell'intelligence di Hamas

Le forze di difesa israeliane hanno comunicato di aver ucciso con un raid aereo a Gaza l'ufficiale dell'intelligence di Hamas Muhammad Mansour.

Era una «fonte importante di conoscenze tecnologiche», ha dichiarato l'Idf, aggiungendo che nell'arco di una giornata circa 20 obiettivi sono stati colpiti dall'aeronautica militare in tutta la Striscia, tra cui edifici utilizzati dal gruppo. Nel frattempo, la 162esima divisione dell'Idf continua a operare a Rafah, nella parte meridionale di Gaza, dove nei giorni scorsi le truppe hanno trovato armi, ucciso uomini armati e distrutto siti utilizzati da Hamas.

Nel corridoio Netzarim, che taglia Gaza da nord a sud, sono state schierate due brigate di riservisti.

11:08
11:08
«31 morti nel raid israeliano, anche 3 bambini»

Sale a 31 morti, tra cui tre bambini, il bilancio dell'attacco israeliano di ieri alla periferia sud di Beirut. Lo ha riferito il ministero della salute libanese.

11:07
11:07
Hezbollah: «A Beirut colpita una riunione delle forze d'élite»

L'attacco israeliano alla periferia sud di Beirut ha preso di mira una riunione del comando delle forze d'élite di Hezbollah, l'unità al-Radwan, uccidendo 16 dei suoi membri. Lo ha detto all'Afp una fonte vicina al gruppo filo-iraniano.

«Il comando delle forze di al-Radwan era riunito nella zona sotterranea» di un edificio preso di mira dall'attacco israeliano venerdì, ha detto la fonte. Sedici membri del gruppo, compreso il leader e un comandante anziano, sono stati uccisi nell'attacco, ha poi confermato.

11:06
11:06
Israele chiude per 24 ore lo spazio aereo nel nord

Lo spazio aereo da Hadera e verso il nord è stato chiuso dalle autorità israeliane per 24 ore, come riferiscono i media nazionali. La decisione è legata alla situazione di sicurezza dell'area e alla necessità di usare lo spazio aereo solo per le attività dell'aeronautica militare. La pista di atterraggio di Megiddo è aperta solo per i voli commerciali che decollano verso sud.

10:00
10:00
Hezbollah: «16 membri uccisi nel raid israeliano a Beirut»

Hezbollah ha riferito di un aumento del numero dei suoi membri uccisi ieri nel raid israeliano alla periferia meridionale di Beirut. Lo riporta Al Jazeera secondo cui il Partito di Dio ha riferito di due comandanti militari e 14 combattenti morti nell'attacco israeliano.

Tra le vittime, Hezbollah ha elencato il capo dell'unità d'élite Radwan, Ibrahim Aqil, e un alto comandante della stessa forza speciale, Ahmed Wahbi. Secondo Haaretz, tra i nomi ci sarebbero anche altri due responsabili delle forze Radwan, Abu Yasser Attar e Al-Hajj Nineveh.

09:05
09:05
Svizzera all'ONU, appello per una de-escalation in Medio Oriente

Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Svizzera ha lanciato un appello per una de-escalation in Medio Oriente. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato, ha ribadito ancora una volta la rappresentanza elvetica.

La Confederazione è profondamente preoccupata per la situazione in Medio Oriente, si legge in un messaggio diffuso ieri sera su X. I diplomatici svizzeri presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno chiesto la fine delle ostilità e la piena attuazione della risoluzione 1701, quella del 2006 per la fine della guerra in Libano.

In tal modo Berna ha fatto eco all'appello del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, che sul conflitto tra Israele e le milizie Hezbollah in Libano aveva chiesto alle parti di «tornare urgentemente alla piena attuazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e di passare immediatamente alla cessazione delle ostilità».

09:05
09:05
Sospetto finanziatore Hezbollah si dichiara colpevole negli USA

Un ex diplomatico libanese accusato di essere un finanziatore del movimento Hezbollah sostenuto dall'Iran si è dichiarato colpevole di aver eluso le sanzioni finanziarie statunitensi.

Mohammad Ibrahim Bazzi, 60 anni, che ha la cittadinanza libanese, britannica e belga, si è dichiarato colpevole in una corte federale di New York di cospirazione per condurre transazioni illecite con un terrorista internazionale, secondo una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Bazzi ha «accettato la responsabilità del suo ruolo nella cospirazione per spostare segretamente centinaia di migliaia di dollari dagli Stati Uniti al Libano in violazione delle sanzioni impostegli per aver assistito il gruppo terroristico Hezbollah», ha affermato il procuratore statunitense Breon Peace. Bazzi rischia fino a 20 anni di prigione, nonché l'espulsione e la confisca degli 828'528 dollari coinvolti nelle transazioni illegali. Non è stata fissata una data per la sentenza.

A maggio 2018, il Dipartimento di Stato aveva dichiarato Bazzi un «terrorista globale» e aveva offerto una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che portassero alla sua cattura. L'Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro ha affermato che Bazzi «ha fornito milioni di dollari a Hezbollah nel corso degli anni, generati dalle sue attività commerciali in Belgio, Libano, Iraq e in tutta l'Africa occidentale». A febbraio 2023, è stato arrestato in Romania ed estradato negli Stati Uniti.

08:00
08:00
Il punto alle 8.00

Hamas ha condannato l'uccisione del comandante di Hezbollah, Ibrahim Aqil, nell'attacco aereo israeliano di ieri sulla capitale libanese Beirut, descrivendolo come un «crimine» e una «follia» per la quale Israele pagherà un prezzo. Lo riporta Al Jazeera.

Hezbollah ha poi  annunciato che un secondo comandante di alto rango del gruppo, Ahmed Wahbi, è stato ucciso ieri nell'attacco israeliano a sud di Beirut. Lo riporta Sky News. Wahbi ha supervisionato le operazioni militari delle forze speciali Radwan durante la guerra di Gaza fino all'inizio del 2024. Hezbollah aveva precedentemente confermato l'uccisione del suo comandante di alto rango Ibrahim Aqil nell'attacco alla periferia sud della capitale libanese.

Intanto il ministro degli esteri libanese Abdallah Rashid Bouhabib durante la riunione del Consiglio di sicurezza Onu ha definito le esplosioni con i cercapersone una «arma di guerra senza precedenti»: «sono atti terroristici» e una «chiara violazione delle leggi internazionali», ha detto. Il ministro ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di condannare Israele in modo chiaro e inequivocabile per gli attacchi terroristici, dicendo che «non possiamo accettare che sia permesso a Israele di continuare a godere dell'impunità», domandando anche di fermare la sua aggressione. Da parte sua l'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon riguardo all'escalation tra lo stato ebraico e Libano ha avvertito che «se non si troverà una soluzione diplomatica, Israele dovrà adottare tutte le misure necessarie per proteggere i suoi cittadini e consentire ai residenti del nord di tornare alle loro case».