News
La diretta
La Turchia limita le esportazioni verso Israele – Israel Katz: «Il ritiro dal sud della Striscia non è la fine della guerra» – L'intelligence USA: «L'Iran non attaccherà direttamente Israele ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
LIVE
00:12
00:12
Biden: «Netanyahu sta facendo un errore su Gaza»
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sta facendo un errore su Gaza: «non sono d'accordo con il suo approccio». Lo ha detto Joe Biden in un'intervista a Univision.
22:21
22:21
«Oggi a Gaza entrati 468 camion di aiuti, è record»
Oggi nella Striscia di Gaza sono entrati 468 camion di aiuti umanitari dopo essere stati ispezionati da Israele, che rappresentano il numero più elevato in un solo giorno dall'inizio della guerra fra Israele e Hamas, mentre il numero totale negli ultimi tre giorni è di 1.200: 322 domenica e 419 ieri. Lo rende noto l'esercito israeliano, precisando che 47 dei 486 autocarri erano destinati al nord della Striscia.
Secondo l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, in media da marzo entra nella Striscia una media di 150 camion di aiuti al giorno contro i 500 di prima della guerra: numero al quale si è avvicinato il passaggio odierno.
Anche l'Aeronautica egiziana ha continuato a lanciare aiuti umanitari e di soccorso nel nord della Striscia di Gaza, hanno riferito fonti al valico di Rafah.
Oggi da Rafah e Kerem Shalom sono già entrati 247 camion di aiuti e altri 300 sono in attesa di entrare. Dal terminal di Rafah ne sono transitati 93, tra cui 4 cisterne di gar e 35 con materiale di emergenza, oltre a 54 di cibo e medicinali. Da Kerem Salem ne sono passati 154, 9 dei quali inerenti al settore privato.
Intanto «in coordinamento con le autorità giordane all'interno della coalizione internazionale, un aereo cargo militare Lockheed C-130H Hercules appartenente all'aeronautica egiziana ha lanciato aiuti umanitari e forniture di soccorso, tra cui cibo e medicine, nel nord della Striscia di Gaza», hanno fatto sapere fonti dell'Aeronautica.
22:11
22:11
Kamala Harris incontra le famiglie degli ostaggi in mano a Hamas
La vicepresidente americano Kamala Harris ha incontrato le famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo rende noto la Casa Bianca, sottolineando che Harris ha ribadito che la «sua priorità e quella del presidente Biden è quella di riunire gli ostaggi con i loro cari».
«La vicepresidente ha condannato Hamas e riaffermato che rappresenta una minaccia per Israele», aggiunge la Casa Bianca.
18:13
18:13
Austin al Congresso: «Nessuna prova di genocidio a Gaza»
Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha respinto le argomentazioni secondo cui Israele sta commettendo un genocidio contro i palestinesi a Gaza, affermando di non aver visto alcuna prova che lo suggerisca.
«Non abbiamo alcuna prova che un genocidio sia stato commesso» da parte di Israele a Gaza, ha detto Austin alla Commissione per le Forze Armate del Senato durante un'udienza sul bilancio, dove la sua testimonianza è stata interrotta più volte dai manifestanti.
Sempre riguardo al conflitto in corso, ha poi dichiarato che una carestia mortale di massa a Gaza probabilmente accelererebbe la violenza e avrà l'effetto di garantire che ci sia un un conflitto a lungo termine.«Non deve accadere... Dovremmo continuare a fare tutto il possibile, e lo stiamo facendo, per incoraggiare gli israeliani a fornire assistenza umanitaria», ha aggiunto.
16:25
16:25
«In 6 mesi di conflitto morto un bambino ogni 15 minuti»
Negli ultimi 6 mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita. Per ricordare tutti loro e come monito alla comunità internazionale affinché si adoperi per fermare queste morti, lo staff di Save the Children si è riunito in prossimità della sede di Roma dell'Organizzazione, esponendo uno striscione con il terribile dato.
Inoltre, lo staff, in silenzio, ha deposto sulla scalinata in prossimità del palazzo, una serie di oggetti che rappresentano l'infanzia rubata ai bambini che vivono in zone di conflitto, a Gaza e in tante altre crisi dimenticate.
Sei mesi di guerra che hanno portato la popolazione allo stremo e sull'orlo di una crisi umanitaria senza precedenti. La distruzione di scuole e ospedali a Gaza è diventata la norma, e la maggior parte dei bambini è privo di cibo e non può ricevere nemmeno le cure più elementari. Circa 30 dei 36 ospedali sono stati bombardati e il sistema sanitario è ormai al collasso. Inoltre, da ottobre, l'escalation del conflitto ha danneggiato o distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici e metà della popolazione sta affrontando un livello catastrofico di insicurezza alimentare, con zone come quelle del nord del Paese che sono a rischio di carestia, si legge in una nota.
"Pensare che circa ogni 15 minuti un bambino perda la vita, ci fa capire quanto questa guerra sia tra le più letali e distruttive della storia recente. In sei mesi di conflitto, circa 26.000 bambini sono stati uccisi o feriti, mentre coloro che sono sopravvissuti hanno perso la casa, gli affetti, la scuola, la loro vita quotidiana e oggi stentano a sopravvivere per la fame. Tutto questo è inaccettabile: il mondo deve agire ora per garantire un cessate il fuoco immediato e definitivo e un accesso umanitario senza restrizioni. Ogni oggetto che abbiamo deposto oggi vicino alla nostra sede vuole ricordare queste piccole vite spazzate via, ma al tempo stesso tutto il bello che dovrebbe popolare la vita di un bambino, in cui non dovrebbe esserci spazio per violenza e morte", ha detto Daniela Fatarella, Direttrice di Save the Children.
15:23
15:23
Quasi 400 cadaveri recuperati vicino all'ospedale al-Shifa
Quasi 400 cadaveri sono stati recuperati nei dintorni del più grande ospedale di Gaza, l'al-Shifa, dopo che le forze israeliane si sono ritirate dall'area la scorsa settimana: lo afferma l'organizzazione di Protezione Civile di Gaza, citata da Sky News.
Il portavoce dell'organizzazione Mahmoud Basal ha detto alla CNN che il totale non include le persone sepolte nel terreno dell'ospedale e che i lavoratori stanno ancora cercando di recuperare i corpi sepolti ad al-Shifa. Per Hamas ci sono «dozzine» di cadaveri sotto terra e sabbia.
Una missione guidata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si trova attualmente nelle vicinanze dell'ospedale.
14:36
14:36
Israele in allerta, maxi esercitazione al nord
Israele ha completato «un'estesa esercitazione» al confine nord con il Libano che ha visto coinvolte la 146esima Divisione, forze della Marina, dall'Aeronautica, della Polizia e dei Servizi di Pronto Soccorso.
Secondo il portavoce militare - citato dai media - sono stati messi in atto «vari scenari dalla difesa dell'area, all'evacuazione dei feriti sotto il fuoco e quelli di assalto e attacco».
«L'Idf (le Forze di difesa israeliane, ndr) - ha detto - continua la sua preparazione per essere pronto a tutte le minacce nemiche di colpire i cittadini di Israele e il suo territorio».
13:47
13:47
Hamas: «Non possiamo accettare una proposta che non includa il cessate il fuoco»
La proposta israeliana «non include un ritiro totale e un cessate il fuoco. Non possiamo accettare una proposta del genere, che non parla di un cessate il fuoco totale e permanente». Lo ha detto - citato da Ynet - il funzionario di Hamas Sami Abu Zuhri secondo cui «la nuova proposta americana ignora le richieste del nostro popolo e si concentra solo sul ritorno dei rapiti».
La dichiarazione - ha sottolineato il sito - arriva dopo che Hamas ha fatto sapere che sta esaminando le proposte formulate al Cairo.
13:16
13:16
Ministero della sanità di Hamas: «I morti sono 33.360»
Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 33.360, di cui almeno 153 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il ministero della sanità di Hamas. I feriti sono 75.993, secondo la stessa fonte.
13:01
13:01
Leader palestinese Dahlan al Cairo
Il leader palestinese Muhammad Dahlan è arrivato al Cairo da Abu Dhabi con un aereo privato per una visita di più giorni in Egitto, durante la quale discuterà degli ultimi sviluppi nella Striscia di Gaza.
Durante la sua visita in Egitto - fanno sapere fonti informate che hanno partecipato all'accoglienza di Dahlan all'aeroporto del Cairo - il leader palestinese incontrerà una serie di alti funzionari e personalità e seguirà gli ultimi sviluppi dei negoziati tra mediatori egiziani, americani, del Qatar, di Hamas e israeliani sul cessate il fuoco. Monitorerà inoltre il meccanismo di arrivo di aiuti umanitari e di soccorso a sostegno della popolazione della Striscia di Gaza.
Poche ore fa Hamas aveva fatto sapere che il movimento studia la proposta avanzata da Israele e informerà presto i mediatori della sua risposta, osservando che «la posizione di Israele resta ostinata e non ha risposto a nessuna delle richieste del nostro popolo».
11:15
11:15
Israele sta comprando 40.000 tende per evacuare Rafah
Israele sta acquistando 40'000 tende per preparare l'evacuazione di centinaia di migliaia di palestinesi dalla città di Rafah, nel sud di Gaza: lo afferma un funzionario israeliano all'Associated Press, ripresa dal «Guardian».
Ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato che è stata fissata una data per l'invasione israeliana dell'ultima città della Striscia di Gaza situata al confine con l'Egitto.
Si stima che circa 1,5 milioni di palestinesi si siano rifugiati nella città meridionale dopo essere fuggiti dai bombardamenti israeliani in altre parti del territorio.
Molti paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti, hanno espresso opposizione alla proposta di invasione israeliana poiché qualsiasi attacco a Rafah causerà probabilmente molte vittime civili e peggiorerà una crisi umanitaria già acuta in tutta la Striscia.
La città è anche un centro logistico per la distribuzione degli aiuti al territorio palestinese, dove la carestia incombe e dove, secondo le Nazioni Unite, un bambino su tre sotto i due anni nel Nord è gravemente malnutrito.
Israele ha affermato di avere un piano per evacuare i civili prima della sua offensiva e ieri il ministero della difesa ha pubblicato una gara d'appalto per cercare un fornitore di tende. Una fonte israeliana ha detto all'AP, parlando in condizione di anonimato, che le tende fanno parte dei preparativi per l'evacuazione di Rafah, prima dell'attacco.
11:05
11:05
«L'Iran non attaccherà direttamente Israele ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione»
L'Iran non attaccherà direttamente Israele ma colpirà attraverso forze iraniane nella regione: lo hanno detto alla CNN due fonti vicine all'intelligence americana, le quali sostengono che Teheran abbia esortato molti dei suoi gruppi di miliziani a lanciare simultaneamente un attacco su larga scala contro Israele, usando droni e missili, che potrebbero attaccare già questa settimana.
Teheran teme una drammatica escalation dei combattimenti, dicono le fonti, e non vuole dare agli Stati Uniti o ai suoi alleati una scusa per attaccare direttamente l'Iran.
10:14
10:14
«Il ritiro dal sud della Striscia non è la fine della guerra»
«Siamo pronti a ogni scenario. E Hamas non si illuda che il ritiro delle truppe da Gaza Sud significhi la fine della guerra». Lo spiega Israel Katz, ministro degli esteri israeliano e fedelissimo di Netanyahu, in un'intervista a Repubblica.
«Se troviamo un accordo» sul rilascio degli ostaggi «ci sarà un temporaneo cessate il fuoco quindi l'Idf non entrerà a Rafah. Ma lo farà in futuro, a tempo debito. Hamas pensa che non lo faremo? Si sbaglia».
Stando a Katz Israele non ha un piano per il dopo-Gaza. «Gli israeliani non vogliono stare a Gaza. Sarà la comunità internazionale a prendersi la responsabilità della Striscia, una volta sconfitta Hamas. Ma chiunque verrà ad amministrare Gaza deve lasciare ad Israele la possibilità di intervenire sul tema della sicurezza, lasciarci entrare nel caso dovessimo vedere nuove organizzazioni terroristiche», ha sottolineato.
Dopo l'attacco a Damasco contro i pasdaran l'Iran potrebbe reagire. «Israele non si è preso la responsabilità per l'attacco, ma l'Iran ha annunciato che farà una rappresaglia contro di noi. Non ci spaventa. Non vogliamo la guerra con l'Iran, ma se ci attaccano direttamente, risponderemo», spiega il ministro.
«L'Iran è la testa del serpente. Ha fornito a Hezbollah 150'000 missili per distruggerci. L'Europa, gli Stati Uniti, l'Onu devono fermare l'Iran ed evitare che si doti dell'arma atomica. L'Occidente sta facendo un grande errore. Deve sanzionare economicamente Teheran e far sentire la pressione. Altrimenti l'Iran diventerà un'altra Corea del Nord».
09:12
09:12
La Turchia limita le esportazioni verso Israele
La Turchia ha imposto oggi limiti alle esportazioni di numerosi beni verso Israele, compresi prodotti in acciaio, ferro e alluminio. Lo ha annunciato il ministero del Commercio turco.
«Questa decisione rimarrà in vigore fino a quando Israele non dichiarerà un cessate il fuoco immediato e consentirà l'accesso continuo degli aiuti umanitari a Gaza», ha spiegato il ministero in un comunicato.
Nella nota viene precisato che le restrizioni entreranno in vigore oggi e riguarderanno l'esportazione di 54 merci, tra cui profili in alluminio, coloranti, barre in rame, betoniere, tubature in acciaio, lastre di cemento per il settore edilizio, cavi e quadri elettrici, macchine scavatrici e da cantiere, piastrelle, cavi in fibra ottica e conduttori elettrici, granito, materiali isolanti per l'edilizia, composti chimici di vario tipo, vetri utilizzati nel settore edilizio, zolfo, prodotti chimici utilizzati per la lavorazione dei metalli, pallet, ceramica, tubi di plastica, mattoni, vernici, gru, adesivi e colle.
La Turchia «non ha permesso la vendita di qualunque prodotto che possa essere utilizzato per scopi militari a Israele» da molto tempo, ha aggiunto il ministero del commercio di Ankara nel comunicato.
Ieri, dopo il rifiuto opposto da Israele alla richiesta di Ankara di paracadutare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, il ministro degli esteri turco Hakan Fidan aveva annunciato la decisione di adottare «una serie di misure contro Israele» che sarebbero poi state comunicate dalle «istituzioni competenti».
Israele prepara lista più lunga
Dopo la decisione «unilaterale» turca, il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha detto che «Erdogan sta ancora una volta sacrificando gli interessi economici del popolo turco per il suo sostegno ad Hamas: risponderemo di conseguenza e prepareremo un elenco esteso di ulteriori prodotti che Israele impedirà alla Turchia di esportare».
Israele farà appello «ai paesi filo-israeliani e alle organizzazioni negli Usa affinché interrompano investimenti in Turchia e impediscano l'importazione di prodotti dalla Turchia» e impongano «sanzioni».
08:36
08:36
«Morti nel campo profughi di Maghazi»
L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che cinque persone sono morte in un bombardamento israeliano che ha colpito ieri sera un edificio del campo profughi di Maghazi, nel centro della Striscia di Gaza. Secondo Hamas tra le vittime vi è anche il sindaco di Merghazi.
Il portavoce militare ha in seguito riferito che l'esercito israeliano ha ucciso «il terrorista Hatem Alramery (Hatem al-Ghamri, secondo Hamas, ndr), capo dell'Ufficio emergenza per i campi centrali di Gaza» di Hamas. Alramery era «l'operativo dell'ala militare nel campo del lancio dei razzi nel Battaglione Maghazi nei Campi centrali».
Sempre secondo la Wafa altri dieci cadaveri tra cui quelli di sei bambini sono stati recuperati a nordovest di Khan Yunis, nel sud dell'enclave palestinese.
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di almeno 33'207 morti e 75'933 feriti, afferma il Ministero della sanità locale gestito da Hamas.
06:28
06:28
Il punto alle 06.00
In un comunicato stampa citato dai media arabi, Hamas ribadisce che sta studiando una proposta di tregua nella Striscia di Gaza raggiunta al Cairo. Il movimento islamista palestinese esprime apprezzamento per gli sforzi dei mediatori ma afferma che Israele non ha risposto a nessuna delle sue richieste e la posizione dello Stato ebraico nei negoziati «resta ostinata». Nonostante questo i leader di Hamas stanno studiando l'ultima proposta e «informeranno i mediatori della loro risposta una volta che ne completeranno» l'esame, si legge nella nota del movimento al potere nella Striscia di Gaza. Ieri sera una fonte di Hamas ha affermato che il gruppo sta studiando la proposta per un cessate il fuoco di sei settimane con la liberazione di donne e bambini israeliani in ostaggio in cambio di un massimo di 900 prigionieri palestinesi. La prima fase della proposta prevedrebbe anche il ritorno dei civili sfollati nel nord della Striscia di Gaza e la consegna di 400-500 camion di aiuti alimentari al giorno alla popolazione dell'enclave palestinese.
Ma Hamas afferma che le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu su un'imminenza di un attacco di terra a Rafah «sollevano interrogativi sullo scopo della ripresa dei negoziati». «Il successo di qualsiasi negoziato dipende dalla fine dell'aggressione», ha detto all'emittente araba Al Jazeera il portavoce del movimento islamista palestinese Sami Abu Zahry. Le richieste di Hamas «sono chiare: la fine dell'aggressione contro il nostro popolo», ha aggiunto Zahry.
C'è anche il sindaco di Maghazi, Hatem Al-Ghamri, tra le vittime del bombardamento israeliano che ieri ha colpito la città del centro della Striscia di Gaza. Lo rende noto Hamas, affermando che il raid avrebbe centrato un edificio comunale.
«Negare l'ingresso» nella Striscia di Gaza «ai giornalisti internazionali significa consentire il fiorire della disinformazione e delle false narrazioni», afferma il direttore generale delle Nazioni unite Antonio Guterres. «Una guerra dell'informazione si è aggiunta al trauma della guerra a Gaza, oscurando i fatti e spostando le colpe», scrive Guterres in un post pubblicato ieri sera sul suo account X.
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il suo omologo americano Lloyd Austin hanno discusso ieri «dell'urgente necessità di aumentare drasticamente la fornitura di assistenza umanitaria a Gaza, anche attraverso l'attuazione di misure approvate dal Gabinetto di guerra» dello Stato ebraico. Lo rende noto un comunicato del Pentagono, citato dai media israeliani. Gallant e Austin hanno parlato anche «dell'indagine» delle Forze di difesa israeliane (Idf) «sul tragico raid sugli operatori umanitari» della World Central Kitchen (Wck) «e della necessità di modifiche procedurali per garantire che tali incidenti non si ripetano», secondo la nota Usa.
Si concentreranno anche sul Medio Oriente i colloqui che il ministro degli Esteri britannico David Cameron avrà oggi a Washington, dove incontrerà il suo omologo americano Antony Blinken. Lo rende noto un comunicato di Londra, in cui viene sottolineato che Cameron «continuerà a spingere per un'indagine completa, urgente e trasparente sui terribili eventi verificatisi» nella Striscia di Gaza la scorsa settimana in cui «hanno perso la vita tre operatori umanitari britannici» della ong World Central Kitchen (Wck). Il ministro degli Esteri del Regno Unito «sottolineerà» che quanto accaduto «è del tutto inaccettabile e che è necessario apportare grandi cambiamenti per garantire la sicurezza degli operatori umanitari sul campo», aggiunge la nota di Londra pubblicata oggi. «A sei mesi dagli attacchi del 7 ottobre, il Regno Unito e gli Stati Uniti si sono uniti nel sostegno a Israele che ha subito il peggior attacco terroristico della sua storia per mano di Hamas e sono stati chiari riguardo al diritto di Israele all'autodifesa in conformità con le norme di legge internazionali», aggiunge la dichiarazione del Ministero degli Esteri britannico.