Gli appelli

«Hanno rapito mia nonna, mia moglie, le mie bambine»

Si moltiplicano le denunce dei parenti che lanciano suppliche affinché i loro familiari possano tornare vivi a casa – Hamas non terrà «discussioni sui prigionieri e sugli ostaggi in mano delle forze della resistenza» fino alla fine della campagna militare
Red. Online
10.10.2023 15:02

«Ho visto mia moglie in un video circolato sui social media. Si trovava sul retro di un camion». È la drammatica testimonianza raccontata da Yoni Asher, israeliano, a ABC News. L'uomo ha spiegato che la compagna e le due bambine di 3 e 5 anni, sabato, si trovavano in un villaggio nei pressi del confine meridionale con la Striscia di Gaza in visita alla nonna, in occasione della festa del Sukkot. «Alle 10.30 ho ricevuto una telefonata. Mia moglie mi diceva che i miliziani di Hamas erano entrati in casa. Loro si trovavano in un bunker, una stanza sicura. Poi è caduta la linea». Yoni Asher ha in seguito provato a localizzare il cellulare della donna: era a Khan Yunis, nella striscia di Gaza. Infine, la scoperta guardando i video online: «Le ho subito riconosciute. Alla seconda visione, mi sono inginocchiato, non sono più riuscito a fissare il telefono». Quindi, gli appelli: «Riportatele vive in Israele, vi prego. Non so in quali situazioni siano trattenute, ma la situazione peggiora di ora in ora».

 

C'è poi la «nonna Yaffa Adar». Ottantacinque anni, appare per l’ultima volta a bordo di un veicolo circondata (probabilmente) da uomini di Hamas. Immagini che hanno fatto il giro del mondo. Le nipoti, Adva Adar e Oriana Adar, hanno lanciato l'appello: «È stata catturata e portata a Gaza, aiutateci».

Le giovani donne sono preoccupate: «Senza i suoi farmaci, acqua e cibo, non può sopravvivere. Ha fondato il kibbutz con le sue stesse mani (probabilmente il luogo in cui è stata catturata, ndr.). La nonna ha creduto nel sionismo, in questo Paese che l’ha abbandonata, come un ostaggio». Nelle scorse ore era circolata la notizia che la donna fosse stata liberata dall'esercito israeliano. Notizia smentita sui social: «Il video della nonna rilasciata è un falso. È ancora scomparsa. Non abbandonateci».

Ci sono poi le urla disperate di una ragazza portata via sabato durante il «rave», vicino al kibbutz Re’im, a pochi dalla Striscia di Gaza, nel Sud di Israele. Immagini che hanno fatto il giro sul web e nei telegiornali. La donna è stata riconosciuta dal padre: è Noa Argamani, ha 25 anni e nel filmato allunga le braccia verso il fidanzato, costretto ad allontanarsi sotto la minaccia di un'arma. Il papà, intervistato da AJN, ha dichiarato: «Ho visto il video, era pietrificata, spaventata. Io in quel momento non potevo proteggerla». Su Instagram gli organizzatori del festival si sono detti «sbalorditi» da quanto accaduto, affermando di «condividere il dolore» per i tanti giovani dispersi o uccisi.

L'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha dichiarato alla BBC che ci sono «fino a 150 ostaggi a Gaza». Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato con il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen. Nella telefonata Blinken «ha riaffermato gli sforzi degli Stati Uniti per garantire il rilascio immediato di tutti gli ostaggi», secondo il Dipartimento di Stato americano. Ali Barakeh, membro della leadership del gruppo in esilio a Beirut, ha affermato che Hamas utilizzerà gli ostaggi per garantire il rilascio delle persone detenute nelle carceri israeliane e persino di alcuni palestinesi imprigionati negli USA. Ismail Haniyeh, leader politico, ha detto che Hamas non terrà «discussioni sui prigionieri e sugli ostaggi in mano delle forze della resistenza» fino alla fine della campagna militare.

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