Helsinn taglia ancora: decine di posti a rischio
Altri tagli all'orizzonte alla Helsinn di Pazzallo dopo i licenziamenti dello scorso ottobre. Non sappiamo esattamente quanti impieghi siano a rischio ora, ma dal tipo di procedura avviata si deduce che siamo nell'ordine delle decine. Confermando le voci che circolavano nei giorni scorsi, il presidente esecutivo di Helsinn Riccardo Braglia ci ha fatto sapere che «a seguito della recente rifocalizzazione strategica della società, e in relazione ai risultati economico finanziari del gruppo, il management ha rivisto il modello di business, le attività e gli investimenti per riallinearli con il portafoglio prodotti esistente e con le capacità produttive e commerciali», e questo al fine di «garantire una performance redditizia e sostenibile». Una revisione, quella descritta, che è «supportata dal Consiglio d'amministrazione e dagli azionisti» e che «richiederà un'ulteriore definizione delle priorità e l’ottimizzazione di attività e costi». A tal proposito, Braglia non nasconde che sarà «necessario semplificare notevolmente l'organizzazione della sede centrale, il che potrebbe portare anche a un riallineamento del numero di collaboratori impiegati». Nonostante le difficoltà, l'executive chairman assicura che Helsinn «continua a impegnarsi come partner di predilezione per le aziende farmaceutiche, in grado di servire i clienti e, soprattutto, i pazienti che necessitano e utilizzano i loro prodotti in tutto il mondo ogni giorno».
Parola ai dipendenti (e delusione del sindacato)
In una riunione plenaria, questa mattina, la dirigenza ha descritto ai dipendenti la situazione e le prospettive del gruppo. «Abbiamo avviato un periodo di consultazione di due settimane con i nostri collaboratori di Lugano» spiega sempre Braglia. «Siamo solo all’inizio di una fase di riflessione e coinvolgimento in relazione alla strategia di sviluppo, ed è prematuro esprimersi». La prossima mossa toccherà proprio ai dipendenti, cioè far avere le loro osservazioni alla direzione, dopodiché si arriverà alle decisioni finali. Intanto è arrivata la presa di posizione del sindacato OCST, che dopo i tagli di ottobre si era detto deluso per non essere stato coinvolto nella discussione (così è stato anche in questa occasione). «Spiace dover costatare che una realtà industriale importante come Helsinn non sia in grado di dialogare e confrontarsi, in un momento di difficoltà, con il territorio dove è presente da molti anni» scrive il segretario regionale del Luganese Lorenzo Jelmini. «Ci sono degli impegni imposti dalla legge, ossia la comunicazione dei licenziamenti collettivi alle autorità cantonali», come ha fatto Helsinn, «però c'è anche una modalità meno formale, ma più attenta alle preoccupazioni e agli interessi dei collaboratori, che questa azienda ancora una volta non ha voluto adottare». Coinvolgere le parti sociali, secondo Jelmini, «permette di trovare soluzioni che possano limitare gli effetti nefasti di una ristrutturazione». Il segretario regionale spera dunque che la scelta di non coinvolgere il sindacato «possa essere corretta» e mette sul tavolo una proposta: «Chiederemo alla direzione più tempo a favore dei dipendenti per prendere posizione, la possibilità di incontrare e accompagnare in questa fase i collaboratori, l'impegno a dare reale credito alle loro osservazioni e rivendicazioni e di dare disponibilità per un piano sociale».