«I cercapersone esplosivi? Assemblati forse in Europa per conto di un'azienda di Taiwan»
I cercapersone esplosivi in dotazione a Hezbollah che hanno causato numerosi morti e feriti in varie parti del Libano sarebbero stati assemblati dal distributore (forse) europeo dell'azienda taiwanese Gold Apollo. A sostenerlo, come riporta il New York Times, è la stessa azienda asiatica. Gold Apollo ha negato di aver prodotto i cercapersone, puntando invece il dito contro un altro produttore che, a suo dire, avrebbe realizzato quel modello di cercapersone utilizzando il marchio Gold Apollo come parte di un accordo di licenza. Il fondatore e presidente dell'azienda, Hsu Ching-Kuang, ha quindi precisato che a realizzare i dispositivi che poi, esplodendo, hanno causato la morte di diversi esponenti di Hezbollah è stata BAC. Hsu Ching-Kuang ha spiegato di aver accettato, circa tre anni fa, di consentire a BAC di vendere i propri prodotti utilizzando il marchio Gold Apollo. «Quel prodotto non è nostro. Si limitano a usare il marchio della nostra azienda» ha sottolineato il fondatore e presidente di Gold Apollo.
«Forniamo solo l'autorizzazione del marchio registrato e non abbiamo alcun coinvolgimento nella progettazione o nella produzione di questo prodotto», ha quindi affermato Gold Apollo in una dichiarazione scritta. Nonostante ciò, osserva il New York Times, il sito web dell'azienda riportava un'immagine del modello del cercapersone incriminato fino a quando la pagina web non è stata rimossa, mercoledì.
Il cercapersone incriminato è del modello AR-924 e Gold Apollo afferma che è prodotto e venduto da BAC. Gold Apollo ha autorizzato «BAC a utilizzare il nostro marchio per la vendita dei prodotti in regioni specifiche, ma la progettazione e la produzione dei prodotti sono interamente gestite da BAC» si legge in una dichiarazione scritta dell'azienda di Taiwan riportata dalla Reuters.
Un alone di mistero aleggia attorno all'azienda che avrebbe effettivamente prodotto i cercapersone che, esplodendo, hanno causato la morte e il ferimento di esponenti di Hezbollah. Inizialmente, Hsu Ching-Kuang aveva infatti affermato che la società titolare della licenza aveva sede in Europa. In un secondo momento, però, ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni sulla sede della BAC. Parlando del suo rapporto con la società concessionaria del marchio, Hsu Ching-Kuang ha detto che c'è stato un incidente «strano» quando una banca locale taiwanese ha ritardato un bonifico bancario dalla società, che secondo il fondatore di Gold Apollo poteva provenire dal Medio Oriente.
Hsu Ching-Kuang ha infine affermato, riporta la Reuters, di non sapere come i cercapersone potessero essere stati manipolati in modo da esplodere.
All'origine dell'operazione Mossad ed esercito israeliano
Ricostruire come esplosivi siano stati piazzati nei cercapersone AR-924 è in effetti un compito arduo. Il New York Times ci ha comunque provato. Torniamo allora a Taiwan, dove ha sede la società che ha concesso il proprio marchio in licenza a BAC. Il Ministero degli Affari Economici di Taiwan, che supervisiona il commercio, ha affermato che i suoi registri non hanno mostrato «nessuna esportazione diretta in Libano» di tali cercapersone da Gold Apollo. I cercapersone dell'azienda sono stati esportati principalmente in Europa e Nord America, ha affermato il ministero.
Bene, ma allora come ci è finito l'esplosivo nei cercapersone? Secondo funzionari americani e di altre organizzazioni informati sull'operazione, i cercapersone che Hezbollah aveva ordinato alla Gold Apollo di Taiwan erano stati manomessi prima di raggiungere il Libano. Il materiale esplosivo sarebbe stato piazzato accanto alla batteria in ogni cercapersone, hanno detto due funzionari. Sarebbe stato anche incorporato un dispositivo per permettere la detonazione a distanza.
Ad attivare gli esplosivi, hanno detto due funzionari, sarebbe stato, alle 15.30, un messaggio che sembrava provenire dalla leadership di Hezbollah. Altri tre funzionari sostengono che i dispositivi sarebbero stati programmati per emettere un segnale acustico per diversi secondi prima di esplodere.
Gli esperti indipendenti di sicurezza informatica che hanno studiato i filmati degli attacchi hanno affermato che è chiaro che la forza e la velocità delle esplosioni implicassero l'aggiunta di materiale esplosivo nei dispositivi. «Questi cercapersone sono stati probabilmente modificati in qualche modo per causare questo tipo di esplosioni: le dimensioni e la forza dell'esplosione erano infatti troppo ampie per essere imputate solo alla batteria dei dispositivi», ha detto al New York Times Mikko Hypponen, specialista di ricerca presso la società di software WithSecure e consulente per la criminalità informatica dell'Europol.
Secondo la CNN, dietro all'operazione ci sarebbero il Mossad e l'esercito israeliano. Quest'ultimo non ha comunque finora commentato l'attacco né ha detto di esserne responsabile.