Economia

I crypto-arricchiti di Lugano

Bilan incorona il fondatore di Tether Giancarlo Devasini nella sua classifica dei paperoni ticinesi – Ma chi sono gli altri? Da dove vengono? E quanti soldi hanno?
©Chiara Zocchetti
Davide Illarietti
01.12.2024 06:00

È lui la sorpresa ticinese di quest’anno. Il fondatore di Tether Giancarlo Devasini è stato «incoronato» da Bilan uomo più ricco del Ticino, con un patrimonio stimato in 7-8 miliardi di franchi (sedicesimo in Svizzera).

Sorpresa fino a un certo punto: l’imprenditore milanese era già stato super-valutato da Forbes ad aprile (9 miliardi) come uno degli italiani più ricchi. La novità semmai è che il «papà» della controversa stablecoin venga inserito ufficialmente tra i «ticinesi», come suggerito a suo tempo da La Domenica in un articolo che ne ricostruiva i traslochi da un domicilio all’altro, nel Luganese.

In realtà sulla residenza di Devasini vige il «segreto» di Stato - dopo il servizio il deputato Matteo Quadranti (PLR) interrogò il governo, incassando un no comment - ma il Comune di Lugano lo annovera apertamente tra i nuovi arrivi legati al Plan B.

Non è l’unico: un’altra novità nella classifica annuale è il tedesco Christian Angermeyer (1,5 miliardi), anche lui un crypto-entusiasta come il norvegese Kjell Inge Røkke (3,5 miliardi) ma più sopra lerighe: collezionista di uova di dinosauro e promotore dei «mondiali del doping», è fuggito dalle tasse di Londra a settembre.

In Municipio sperano sia l’inizio di un nuovo afflusso di esuli inglesi, dopo quello degli «scandinavi» arrivati negli ultimi 2-3 anni (oltre a Røkke la famiglia Hegelund: 2 -3 miliardi, Ninja Tollefsen: 2 miliardi e Jorgen Dahl: 900 milioni). I patrimoni storici si difendono bene, la famiglia Perfetti è al secondo posto in Ticino (6 miliardi), le famiglie Giuliani e Thyssen Bournemisza (3,5) chiudono il podio ma non fanno più notizia.

Di sicuro, tra tanti ricchi o arricchiti in arrivo sul Ceresio gli autoctoni sono ormai una minoranza: le ricchezze di Bruno Bolfo e della famiglia Siccardi (proprietari di Duferco e Medacta, entrambi valutati 3 miliardi) sono tra le poche prodotte in Ticino, assieme a quelle della famiglia Mantegazza (3 miliardi) e di Stefano Artioli (350 milioni). Che a ben vedere poi, sono gli unici nomi davvero ticinesi in classifica.

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