Blenio

I dettagli del territorio catturati da due droni

A Torre due velivoli controllati a distanza sono stati usati per le misurazioni ufficiali - Il progetto pilota è ora quasi giunto a conclusione e sono molti gli aspetti positivi già riscontrati: «Metodo più semplice, preciso ed economico»
Uno sorvolava Torre a 100 metri di quota mentre l’altro scendeva a pochi metri di altezza per cogliere tutti gli elementi dell’area. © CdT
Davide Rotondo
Davide Rotondo
13.04.2023 06:00

Si saranno fatti sicuramente notare i due droni che per mesi hanno sorvolato la frazione di Torre nel Comune di Blenio. Uno planava a un centinaio di metri di altitudine con la sua apertura alare di circa un metro, mentre l’altro più piccolino scendeva con le sue eliche fino a 20 metri per cogliere tutti i dettagli del territorio. È infatti giunta a conclusione la sperimentazione di un innovativo approccio applicato al rilevamento dei dati della misurazione ufficiale. Era il 2019 quando l’Ufficio del catasto e dei riordini fondiari della Divisione dell’economia presentava il progetto, poi la pandemia e alcune nevicate hanno ritardato un po’ i lavori. «L’utilizzo dei droni permette di disporre di immagini scattate ad una quota molto più bassa rispetto alle foto aeree o satellitari convenzionali, consentendo di riflesso una risoluzione molto maggiore al suolo a un costo più basso e una tempistica più veloce», spiega Claudio Frapolli, Capo dell’Ufficio del catasto e dei riordini fondiari.

Una prima in Svizzera
Per sperimentarne l’utilizzo è stato scelto il Comune di Blenio, per la precisione la sezione di Torre, dove la misurazione ufficiale è stata eseguita negli anni Settanta e doveva quindi essere aggiornata ai nuovi standard moderni. «Si tratta di un progetto pilota e una prima a livello svizzero che ci ha permesso di semplificare la procedura di rinnovamento catastale applicata ai confini della proprietà fondiaria», osserva l’ingegnere responsabile dei lavori Giacomo Sani dello studio Visconti e associati di Malvaglia. «I droni sono già ampiamente utilizzati in molteplici campi - continua Sani -. Il nostro compito era verificare che questa tecnologia si potesse applicare anche al settore dei rilievi fondiari». Ebbene, quanto scoperto è che i vantaggi sono molteplici: «A partire dal fatto che ci permette di ottenere un modello in 3D ad alta risoluzione. Ora siamo in grado di riconoscere un bullone della grandezza di 2 centimetri e quindi tutti gli elementi sul territorio come, ad esempio, i lampioni e i segnali stradali. Questo aspetto offre diversi vantaggi anche in altri progetti applicati per esempio all’edilizia e alla pianificazione territoriale».

La differenza di risultato tra l'approccio innovativo e quello classico.
La differenza di risultato tra l'approccio innovativo e quello classico.

Sin nei minimi particolari
Insomma, un metodo di rilievo di dettaglio che consente di individuare il singolo punto di confine, la singola casa o altri piccoli oggetti. In futuro chi consulta i confini catastali non vedrà più delle semplici righe nere su sfondo bianco, ma vere e proprie immagini che ricordano quelle fornite dal servizio Google earth, solo molto più precise. Sarà dunque anche più semplice per i proprietari capire i propri confini grazie a prove grafiche più tangibili. «Nel passato, i voli fotogrammetrici sorvolavano l’area di interesse ad un’altezza di 5.000 metri, avevano una risoluzione ben minore e necessitavano più preparazione dell’area con la posa di appositi segnali. Ora queste operazioni sono state semplificate dai droni», specifica Rodolfo Visconti a capo dell’omonimo studio di ingegneria incaricato del progetto. Questo non significa però che i droni sostituiranno in tutto e per tutto le altre apparecchiature. «Per permettere una più facile e diretta correlazione dei rilievi, sono stati usati anche strumenti convenzionali quali stazioni totali e ricevitorie satellitari».

«I dati corrispondono»
È ora compito del Cantone verificare ufficialmente i dati. «Al momento possiamo dire che sono in linea con le aspettative», ci anticipa Roberto Stamigna dell’Ufficio del catasto incaricato delle verifiche cantonali. «Per effettuare le verifiche siamo usciti sul terreno con i classici strumenti così da avere rilievi indipendenti». Una volta superata la verifica, i rinnovati piani della misurazione ufficiale verranno esposti pubblicamente. Con l’approvazione cantonale e, in seguito, federale i dati acquisteranno valore giuridico e saranno consultabili sul sito del Cantone map.geo.ti.ch.

Da sinistra: Giacomo Sani e Rodolfo Visconti dello studio di ingegneria; Roberto Stamigna e Claudio Frapolli del Cantone; e il geomatico Benno Cattaneo che ha collaborato al progetto
Da sinistra: Giacomo Sani e Rodolfo Visconti dello studio di ingegneria; Roberto Stamigna e Claudio Frapolli del Cantone; e il geomatico Benno Cattaneo che ha collaborato al progetto

Dalla tavola pretoriana alla stazione totale
Gli strumenti per i rilevamenti si suddividono in aerei e terrestri. Nel primo caso, oltre ai droni, si possono usare i palloni aerostatici, gli aerei e i satelliti. Sul terreno invece sono stati usati diversi strumenti in passato: dalla tavoletta pretoriana (dal 1590 fino a dopo la metà del Novecento), al teodolite e al tacheometro. Oggi sono stati tutti rimpiazzati dalla più moderna stazione totale, ottenuta unendo la tecnologia del teodolite (che non permette la misurazione delle distanze) a quella del distanziometro elettronico (che consente di misurare automaticamente la distanza di oggetti presenti sulla propria visuale).