I frontalieri ginevrini richiamati per la cassa malati

GINEVRA - Migliaia di frontalieri che lavorano a Ginevra non hanno ancora regolarizzato formalmente la loro situazione in merito all'assicurazione malattia. Secondo le autorità cantonali, le conseguenze di quest'inosservanza potrebbero essere "molto pesanti", quali l'impedimento di lavorare in Svizzera.
Le persone che non hanno ancora riempito il modulo relativo alla scelta del sistema sanitario prima del 30 settembre saranno trasferite automaticamente alla LaMal in ottobre, ha indicato nel corso di una conferenza stampa il consigliere di Stato ginevrino Mauro Poggia, ricordando l'esistenza di un accordo franco-svizzero al riguardo.
Concluso nel luglio 2016, tale accordo stabilisce che i lavoratori frontalieri saranno assoggettati esclusivamente all'assicurazione malattia svizzera dal prossimo ottobre, a meno di presentare entro il 30 settembre 2017 una specifica domanda di esenzione nel caso in cui sono già affiliati al sistema sanitario francese.
Il fatto di non aver riempito il modulo nel quale indicano formalmente a quale sistema sanitario hanno sottoscritto potrebbe avere conseguenze "tremende", ha detto Poggia. Nei casi più estremi, le casse malattia elvetiche potrebbero chiedere loro di pagare le quote arretrate sull'arco di cinque anni.
Per evitare a migliaia di persone "problemi insolubili" dal prossimo ottobre, il Cantone ha lanciato un'ultima campagna d'informazione. Essa coinvolge più particolarmente circa 8000 lavoratori di cittadinanza "europea" residenti in Francia e le loro famiglie.
La questione interessa pure gli svizzeri che abitano in Francia ma lavorano a Ginevra. Anche in questo caso si tratta di migliaia di persone, ma le autorità non dispongono di dati più precisi al riguardo.
"Da ottobre non lasceremo lavorare in Svizzera le persone che non hanno fornito informazioni relative alla loro affiliazione", ha avvertito il consigliere di Stato responsabile del Dipartimento dell'impiego, degli affari sociali e della salute (DEAS). Una lettera sarà peraltro inviata ai datori di lavoro, per attirare l'attenzione sulla questione.
Secondo il Dipartimento, il problema interessa non soltanto i lavoratori frontalieri che lavorano a Ginevra, ma pure quelli attivi in altri cantoni. Gli altri cantoni romandi sono stati informati sui passi intrapresi da Ginevra al riguardo.