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Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda «la Striscia di Gaza e l'escalation in Libano» si afferma inoltre «il diritto palestinese all'autodeterminazione» e si ribadisce «l'incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due Stati, in cui Israele e uno Stato palestinese vivono fianco a fianco in pace all'interno di confini sicuri e riconosciuti» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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18:53
18:53
Netanyahu va a Gaza, «qui Hamas non governerà più»
Il primo ministro Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz, insieme al capo di stato maggiore Herzi Halevi e al capo dello Shin Bet Ronen Bar, hanno visitato oggi il corridoio Netzarim a Gaza, che taglia la Striscia da nord a sud.
«Sono qui sulla spiaggia di Gaza... le nostre truppe hanno ottenuto ottimi risultati nel raggiungimento del nostro importante obiettivo: Hamas non governerà più Gaza. Voglio dire a coloro che tengono prigionieri gli ostaggi: a chiunque osi fare del male ai nostri rapiti, ti inseguiremo e ti prenderemo». Lo riferisce l'ufficio del primo ministro.
15:54
15:54
Otto razzi colpiscono base italiana Unifil
Otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano. I razzi sono finiti su alcune aree all'aperto e sul magazzino ricambi della base dove non era presente alcun soldato.
Non si registrano feriti. Cinque militari italiani sono sotto osservazione nell'infermeria della base e le loro condizioni non destano particolari preoccupazioni. Sono in corso gli accertamenti per determinare il punto di partenza dei colpi e individuare i responsabili.
14:35
14:35
«Progressi significativi nel ridurre i divari tra Libano e Israele»
Al termine degli incontri di questa mattina a Beirut, l'inviato statunitense Amos Hochstein ha espresso ottimismo, indicando progressi significativi nel ridurre i divari tra Libano e Israele verso la risoluzione del conflitto in corso. Lo riferisce nel suo sito web l'emittente tv libanese LBCI.
«Dal mio ultimo viaggio a Beirut qualche settimana fa, abbiamo avuto colloqui molto costruttivi con il presidente Nabih Berri e abbiamo continuato a ridurre i divari attraverso discussioni nelle ultime settimane. In particolare oggi abbiamo fatto progressi significativi», ha affermato Hochstein dopo il suo incontro con il presidente del Parlamento.
Hochstein ha sottolineato la tempistica critica dei negoziati. «Sono tornato perché abbiamo una reale opportunità di porre fine a questo conflitto. Questo è il momento di prendere decisioni. Sono qui a Beirut per facilitare queste decisioni, ma in definitiva, spetta alle parti giungere a una conclusione di questo conflitto».
Dopo l'incontro con Berri, Hochstein ha visto anche il premier Nagib Mikati in presenza dell'ambasciatrice degli Stati Uniti in Libano, Lisa Johnson, e del ministro degli esteri Abdallah Bou Habib.
Durante l'incontro Mikati ha dichiarato a Hochstein che la priorità è preservare la sovranità del suo paese, riferisce l'emittente tv locale NBN aggiungendo che il primo ministro ha affermato che «la preoccupazione principale è che gli sfollati ritornino rapidamente ai loro villaggi e città e che si fermi la distruzione (...), la priorità è attuare chiare decisioni internazionali e rafforzare l'autorità dell'esercito nel sud del Libano».
14:17
14:17
IDF: «Ucciso un comandante Hezbollah nel sud del Libano»
L'esercito israeliano (IDF) ha annunciato di aver ucciso il comandante dell'unità missilistica a medio raggio di Hezbollah Ali Tawfiq Douek in un attacco aereo sul villaggio di Jouz, adiacente alla città di Nabatieh, nel Libano meridionale.
Il precedente comandante era stato eliminato in un attacco su Beirut a settembre. L'unità missilistica a medio raggio è responsabile degli attacchi ad Haifa e ad altre zone nel profondo nord di Israele, ha detto l'esercito.
L'IDF ha aggiunto che da domenica sono stati effettuati oltre 150 attacchi contro obiettivi di Hezbollah in tutto il Libano, tra cui 25 depositi di armi e circa 30 lanciarazzi. Almeno 11 attacchi sono stati effettuati nei sobborghi meridionali di Beirut. La scorsa settimana Hezbollah aveva lanciato circa 400 razzi e 27 droni verso Israele.
L'esercito ha anche reso noto di aver avviato operazioni in nuove aree del Libano meridionale spiegando che la 98esima divisione insieme con la Brigata paracadutisti e la 7ma brigata corazzata stanno lavorando per localizzare e distruggere le infrastrutture di Hezbollah che minacciano l'area di Kiryat Shmona. Prima dell'operazione, l'IDF ha lanciato numerosi attacchi aerei sulla zona, utilizzata da Hezbollah per attacchi missilistici sulla Galilea e Kiryat Shmona. Altre due divisioni, la 91esima e la 146esima stanno operando in altre zone del Libano meridionale.
13:27
13:27
«L'ufficio di Hamas non è stato chiuso definitivamente»
I negoziatori di Hamas non sono a Doha, ma l'ufficio del gruppo militante palestinese non è stato chiuso definitivamente, ha affermato oggi il Qatar.
«I leader di Hamas che fanno parte del team negoziale non sono più a Doha», ha affermato il portavoce del ministero degli esteri Majed al-Ansari, aggiungendo che «la decisione di chiudere definitivamente l'ufficio è una decisione di cui sentirete parlare direttamente da noi».
Il Qatar, insieme agli Stati Uniti e all'Egitto, era impegnato da mesi in negoziati infruttuosi per una tregua nella guerra di Gaza, che avrebbe incluso un accordo di rilascio di ostaggi e prigionieri. Ma lo stato del Golfo, che ospita il gruppo militante palestinese dal 2012 con la benedizione di Washington, ha annunciato all'inizio di questo mese di aver sospeso i suoi sforzi di mediazione.
«Il processo di mediazione in questo momento (...) è sospeso a meno che non prendiamo una decisione di invertire ciò sulla base delle posizioni di entrambe le parti», ha affermato oggi Ansari. «L'ufficio di Hamas a Doha è stato creato per il bene del processo di mediazione. Ovviamente, quando non c'è un processo di mediazione, l'ufficio stesso non ha alcuna funzione», ha aggiunto, rifiutandosi di confermare se il Qatar abbia chiesto ai funzionari di Hamas di andarsene.
12:40
12:40
Sale a 43.972 il bilancio delle vittime a Gaza
Secondo il ministero della sanità di Hamas il bilancio delle vittime della guerra nella Striscia di Gaza è salito a 43'972 morti.
12:25
12:25
«Stop alle sanzioni contro Assad se blocca le armi a Hezbollah»
Secondo il quotidiano libanese «al-Jumhoriya», vicino agli oppositori di Hezbollah, esiste una proposta israeliana per rimuovere le sanzioni contro il presidente della Siria se chiuderà permanentemente il confine tra Siria e Libano al contrabbando di armi del gruppo filoiraniano.
La proposta è stata avanzata dal ministro israeliano degli affari strategici Ron Dermer e mira a garantire che la Russia non consenta il contrabbando di armi dalla Siria al Libano. L'obiettivo è che Mosca collabori con il presidente siriano Bashar al-Assad per controllare il confine e chiudere la cosiddetta «autostrada iraniana» che collega la roccaforte sciita a Beirut all'Iran passando per Baghdad e Damasco.
In cambio, sostengono le fonti del quotidiano libanese, Dermer si impegnerebbe a chiedere all'amministrazione americana di congelare le sanzioni imposte ad Assad e a rimuovere le aziende siriane e russe dall'elenco delle sanzioni.
10:59
10:59
Netanyahu: «Anche con la tregua agiremo contro Hezbollah»
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha detto che Israele continuerà a operare militarmente contro il movimento armato libanese sostenuto dall'Iran Hezbollah anche se si raggiungesse un accordo di cessate il fuoco in Libano.
«La cosa più importante non è l'accordo che sarà messo nero su bianco (...). Saremo costretti a garantire la nostra sicurezza nel nord (di Israele) e a condurre sistematicamente operazioni contro gli attacchi di Hezbollah (...) anche dopo un cessate il fuoco» per impedire al gruppo di ricostruire le sue forze, ha detto Netanyahu al Parlamento israeliano.
06:00
06:00
Il punto alle 6.00
Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda «la Striscia di Gaza e l'escalation in Libano», i leader del G20 si dicono «uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a Gaza, in linea con la Risoluzione n. 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, che consenta ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della Linea Blu». Inoltre, nel testo si afferma «il diritto palestinese all'autodeterminazione» e si ribadisce «l'incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due Stati, in cui Israele e uno Stato palestinese vivono fianco a fianco in pace all'interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite».