Guerra

I nordcoreani uccisi in Russia: «Le vittime avevano documenti falsi»

Secondo lo Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, sarebbero già più di mille i soldati asiatici morti o feriti - L'esercito ucraino: «Hanno nomi russi falsi, Mosca cerca di nascondere la loro presenza»
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Red. Online
23.12.2024 16:10

I soldati nordcoreani rimasti uccisi o feriti nella regione russa di Kursk sarebbero già più di mille. Lo ha fatto sapere quest’oggi lo Stato maggiore congiunto della Corea del Sud diffondendo una nota in cui si legge: «Stimiamo che le truppe nordcoreane, recentemente impegnate in combattimenti contro le forze ucraine, abbiano subito circa 1.100 perdite».

Solamente la scorsa settimana, l'intelligence di Seul aveva dichiarato che almeno 100 soldati di Pyongyang erano morti nei combattimenti dall’inizio di dicembre, mese in cui sarebbero stati dispiegati nel Kursk, la regione russa invasa dalle truppe ucraine lo scorso agosto. Su X, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferisce di «dati preliminari» secondo i quali il numero di soldati nordcoreani uccisi e feriti nella regione di Kursk «ha già superato i 3000».

L'elevato numero di vittime, scrive il Guardian citando il parlamentare sudcoreano Lee Seong-kweun, potrebbe essere dovuto all'«ambiente di battaglia non familiare, dove le forze nordcoreane vengono utilizzate come unità d'assalto sacrificabili in prima linea, e alla loro mancanza di capacità di contrastare gli attacchi dei droni».

Secondo Lee, diverse uccisioni di nordcoreani sono state attribuite ad attacchi missilistici e di droni ucraini, ma anche a incidenti in addestramento. I funzionari sudcoreani hanno pure parlato della  «possibilità di ulteriori dispiegamenti» per supportare lo sforzo bellico della Russia, aggiungendo che Pyongyang si sta «preparando per la rotazione o a un ulteriore dispiegamento di soldati».

La Corea del Nord starebbe anche «producendo e fornendo droni kamikaze», oltre a «lanciarazzi da 240 mm e artiglieria semovente da 170 mm».

Ad oggi non sono ancora state diffuse prove dirette della presenza delle truppe asiatiche in Russia. Il livello di segretezza attorno alla presenza dei soldati inviati da Kim Jong-Un è «impressionante», ha evidenziato negli scorsi giorni Meduza, sottolineando come gli unici indizi sui nordcoreani in Russia siano indiretti: video su Telegram e dichiarazioni delle autorità statunitensi, sudcoreane e ucraine.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nelle scorse settimane, ha diffuso alcuni video sul suo canale ufficiale Telegram in cui si vedrebbero vittime nordcoreane, denunciando come Mosca stia tentando di nascondere le perdite sul campo di battaglia, anche arrivando a usare metodi estremi, come bruciare i volti dei cadaveri per renderli irriconoscibili.

Stando all’esercito ucraino, inoltre, ai soldati nordcoreani che combattono per la Russia sarebbero stati consegnati documenti militari falsi con nomi e luoghi di nascita russi.

Le forze speciali ucraine ieri hanno spiegato in una nota di aver ucciso tre soldati di Pyongyang nella regione di Kursk e di aver sequestrato i loro documenti. Stando a quanto riferito, sui documenti di identià «mancano timbri e foto, i nomi patronimici sono indicati alla maniera russa e il luogo di nascita indicato è la Repubblica di Tuva», una regione russa nella Siberia meridionale al confine con la Mongolia. Le firme sui documenti sarebbero però in coreano, il che «indica la vera origine di questi soldati», ha evidenziato Kiev, denunciando come «ancora una volta la Russia sta ricorrendo a qualsiasi mezzo per nascondere le sue perdite sul campo di battaglia e nascondere la presenza straniera».

Secondo le stime dei servizi segreti statunitensi, ucraini e sudcoreani, il numero di soldati asiatici in Russia sarebbe compreso tra 10 mila e 12 mila unità. Dal mese di dicembre, un numero imprecisato di loro avrebbe iniziato ad affiancare le truppe russe nel Kursk nel tentativo di respingere gli ucraini. Né Mosca né Pyongyang hanno mai confermato ufficialmente la presenza di soldati nordcoreani in Russia.

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