I socialisti trattano con Macron, «ma no a un premier di destra»
Negoziati difficili oggi all'Eliseo, dove Emmanuel Macron riceve durante tutto l'arco della giornata i rappresentanti dei vari partiti che potrebbero appoggiare il suo «governo di interesse generale». All'uscita dall'incontro, il leader socialista Olivier Faure ha annunciato che in giornata il presidente contatterà anche gli altri capi dei partiti del Nuovo Fronte Popolare della gauche: La France Insoumise, i Verdi e i Comunisti.
Faure, che per la sua iniziativa di dialogare con Macron si è attirato i fulmini degli altri componenti dell'alleanza di sinistra, ha detto lasciando la presidenza: «Noi non parteciperemo in nessun caso a un governo con un primo ministro di destra». Smentendo poi, subito dopo, che il presidente abbia chiesto come precondizione al Ps di rompere l'alleanza con La France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon.
Posizioni opposte e speculari dalla destra dei Républicains: «Nessuna opposizione a un primo ministro che non sia dei nostri, a condizione che non ci sia il Ps» nel governo, ha detto un collaboratore di Bruno Retailleau, il ministro dell'Interno. Verranno accettate dai Républicains, partecipazioni al governo «di personalità di sinistra non compromesse con Lfi: Didier Migaud, Manuel Valls, Bernard Cazeneuve».