Il caso

I turisti col costume invadono le spiagge dei nudisti: «È una mancanza di rispetto»

In Catalogna ha preso il via una campagna volta ad allontanare le persone dalle aree riservate a coloro che preferiscono fare il bagno e prendere il sole senza vestiti – I media locali parlano di «invasione tessile»
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Red. Online
15.08.2023 15:00

«È una mancanza di rispetto». Così i bagnanti nudisti della Catalogna descrivono il fenomeno che, da qualche tempo, si sta verificando sulle «loro spiagge». Spiagge che, come si può ben immaginare, solitamente sono popolate da gente che preferisce fare il bagno o prendere il sole senza vestiti. Senza giudizi, pregiudizi, occhiatacce e commenti di alcun tipo. Ma a interrompere il loro relax sono arrivati proprio loro: i non-nudisti. Che, a quanto pare, stanno occupando anche le aree riservate a chi vuole godersi la natura e l'estate in modalità «come mamma mi ha fatto». Il tutto, ovvviamente, indossando il costume. E generando quindi un profondo senso di disagio in chi, in quelle spiagge, è sempre stato abituato ad andarci senza. 

Partiamo dal principio. In Spagna, il nudismo non è vietato. In qualunque spiaggia è possibile prendere il sole in topless, o senza costume, senza che nessuno possa, in alcun modo, lamentarsi. Tuttavia, per non infastidire le persone che potrebbero trovarsi in imbarazzo, gli stessi nudisti, scrive il Guardian, preferiscono spostarsi altrove. Nelle loro spiagge «tradizionalmente nudiste». Dove la maggior parte delle persone non indossa alcun indumento ed è consapevole di dove si trova, insomma. 

«Prima le persone arrivavano in una spiaggia per nudisti e se ne andavano o si spogliavano», confessa al portale britannico Segimon Rovira. L'uomo, 56 anni, testimonia il suo disagio nell'essersi trovato, improvvisamente, accerchiato da persone in costume o vestite, in quella che un tempo era una spiaggia visitata solo dai nudisti. «Abbiamo perso un po' di civiltà», osserva Rovira lamentando una mancanza di sensibilità. Gli stessi nudisti, dopotutto, scelgono di spostarsi per non infastidire gli altri bagnanti. Che, al contrario, non sembrano minimamente rendersi conto di quanto anche la situazione contraria possa creare disagio in chi cerca di vivere la vita da mare in libertà. 

L'invasione tessile

La faccenda è più seria di quanto possa sembrare. Tant'è che i media locali hanno coniato un termine per parlare del fenomeno: «invasione tessile». Un'invasione scaturita dal turismo e dalla moltitudine di fotografie postate sui social media. Ad attirare le persone verso queste spiagge, per lo più remote, sono infatti quasi sempre degli scatti che ne mostrano la bellezza. Complici le guide turistiche, quindi, sono sempre di più i turisti che si avventurano fuori dai sentieri battuti per raggiungere le affascinanti spiagge isolate, originariamente destinate ai nudisti. Semplicemente, ignorano i cartelli e si accaparrano un posto sulla sabbia dorata, incuranti delle persone che hanno attorno. «Ci sono nudisti che hanno smesso di andare in alcune spiagge perché sono troppo affollate e ci sono troppe persone in costume da bagno. Si sentono a disagio», sottolinea il 56.enne. 

Altri ancora sono rimasti vittime dell'effetto opposto. Imbarazzati, hanno cominciato a recarsi nelle loro spiagge in costume. A intimidire, in parte, oltre al sovraffollamento, è anche la presenza di tantissimi smartphone. Volti, neanche a dirlo, a catturare la bellezza di quei paradisi nascosti, almeno fino a qualche tempo fa. 

Ma se alcuni nudisti, oltre al disagio, hanno dovuto convivere anche con risatine e qualche occhiata di troppo, altri hanno lamentato di aver subito commenti denigratori e, in alcuni casi, lievi molestie. Le donne, in particolare, sono state tra i principali bersagli. «In questo modo vengono discriminate due volte. Prima per il fatto di essere nudiste, e poi per il fatto di essere donne», osserva Rovira.

Per far fronte alla situazione, dunque, è stato necessario avviare una vera e propria campagna di sensibilizzazione. L'obiettivo, oltre a «educare» popolazione e turisti, è quello di proteggere la tradizione stessa del nudismo, insieme alle 50 spiagge della Catalogna dedicate ai naturisti. «Iniziare a praticare il nudismo quando si è circondati da persone vestite è molto complicato», confessa Rovira. «Per questo pensiamo che sia importante avere spazi per noi, in cui la maggior parte delle persone sia nuda. E magari questo incoraggerà anche qualcuno a lasciare a casa il costume».