La polemica

I turisti della spesa hanno vita troppo facile: «La franchigia va abolita»

La Germania ha varato misure per facilitare ulteriormente gli acquisti degli svizzeri, suscitando forti reazioni da questa parte del confine
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
04.12.2024 15:45

La Germania, per la Svizzera, è un problema. Anche più di Italia e Francia. Parliamo di turismo degli acquisti, intendiamoci. O, meglio, della cosiddetta spesa oltreconfine. Un'abitudine, per molti cittadini della Confederazione. Un'abitudine che, tuttavia, il governo svizzero vuole rendere meno attraente. Riducendo, come noto, la franchigia per gli acquisti da 300 a 150 franchi a partire dal 1. gennaio. Detto in altri termini, dall'anno prossimo i viaggiatori potranno importare senza «pagare dazio» merci destinate all'uso privato fino a un valore complessivo di 150 franchi. Punto.

I tedeschi, per contro, hanno già pronta la contromossa, scrive il Blick. Nello specifico, una bolla di esportazione digitale, nel 2026, sostituirà la lunga timbratura delle ricevute mentre il limite di 50 euro per il rimborso dell'IVA verrà abolito. Significa che i turisti della spesa potranno farsi rimborsare l'IVA anche per importi totali inferiori ai 50 euro. Detto che il fenomeno è conosciuto, evidentemente, anche in Ticino, è soprattutto nella Svizzera tedesca e, in particolare, nella Svizzera orientale che il turismo degli acquisti si fa sentire. Il malcontento, fra i commercianti lungo il confine, è forte, se non fortissimo. Al punto che i cantoni di San Gallo e Turgovia hanno avanzato lamentele con Berna. Chiedendo e spingendo che la franchigia non venga soltanto abbassata, ma addirittura abolita. Dalla capitale, però, è stato ribadito che l'abbassamento della franchigia a 150 franchi soddisfa in gran parte le richieste puntuali formulate dai cantoni citati. Eppure, la polemica resta. 

Walter Schönholzer, a capo del governo turgoviese, ha spiegato al Blick che l'abbassamento della franchigia è indubbiamente un passo nella giusta direzione, anche se bisognerà vedere come si tradurrà «nella realtà». E ancora: «Vedremo se rilanciare le nostre iniziative in un secondo momento». La consigliera agli Stati turgoviese Brigitte Häberli-Koller (Centro) ha fatto eco a Schönholzer: «Abbiamo lottato per anni per ottenere questa riduzione. È un passo avanti importante, ma dobbiamo tenere d'occhio l'evoluzione della situazione».

Il problema, secondo Schönholzer, è che chi acquista all'estero dovrebbe «pagare l'IVA in almeno un Paese e non essere premiato con l'esenzione fiscale». La questione, va da sé, è delicata. In futuro, infatti, se un residente in Svizzera farà acquisti fino a 150 franchi in Germania sarà esentato dall'IVA sia nella Confederazione sia oltreconfine. Al momento, la doppia esenzione dall'IVA fra Svizzera e Germania è garantita nella fascia fra i 50 euro e i 300 franchi. «Penso che la Confederazione potrebbe fare un ottimo uso del gettito IVA aggiuntivo» ha spiegato Schönholzer. Un riferimento, nemmeno troppo velato, al finanziamento della tredicesima AVS.