Il Boeing 777 di Air France finito in mezzo ai missili iraniani
Riavvolgiamo il nastro: lo scorso 1. ottobre, il volo Air France AF 662 ha lasciato una delle piste dell’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle alla volta di Dubai, negli Emirati Arabi. Di principio, un volo di routine. Come tanti altri. Seguendo la «solita» rotta.
E poi? Mentre il Boeing 777 della compagnia francese stava sorvolando i Balcani, dagli Stati Uniti sono rimbalzate le prime voci riguardanti un attacco missilistico, oramai imminente, dell’Iran contro Israele. A quel punto, informati della minaccia, diversi aeroplani hanno fatto marcia indietro o puntato su aeroporti alternativi rispetto ai piani iniziali. Così, almeno, si sono comportati tutti gli aeromobili del gruppo Lufthansa, fra cui il volo Swiss LX 242 partito da Zurigo e diretto proprio a Dubai, con l’Airbus A330 della compagnia elvetica che ha poi riparato ad Antalya, in Turchia. Poco dopo, tramite una nota ufficiale, Swiss ha confermato che avrebbe evitato i cieli di Iran, Iraq e Giordania vista la situazione venutasi a creare in Medio Oriente. Il volo AF 662 di Air France, invece, ha proseguito lungo la rotta originale. Imboccando un corridoio aereo che prevedeva il sorvolo dell’Iraq. E che ha portato l’aereo in una zona di pericolo: dal cockpit, secondo quanto appreso dall’emittente France 2, l’equipaggio avrebbe visto alcuni missili lanciati da Teheran illuminare il cielo e, ancora, passare al di sopra del Boeing 777.
Secondo gli esperti, Air France ha rischiato grosso. A maggior ragione se consideriamo che le difese aeree di Israele hanno lavorato incessantemente per intercettare quei missili: un detrito, cadendo, avrebbe potuto colpire l’aereo francese. Ritrovatosi nel mezzo di un imponente lancio.
L’aereo, per fortuna, ha proseguito il suo cammino fino a Dubai senza problemi. Ma il viaggio, certo, ha lasciato uno strascico polemico. Allertati da una parte dell’equipaggio, i sindacati dei piloti hanno denunciato quanto accaduto. Parlando apertamente di un'assunzione di rischio «sconsiderata» da parte del centro di controllo di Air France. Intervistato da France 2, Laurent Veque del Sindacato nazionale dei piloti di linea (SNPL) ha spiegato: «I nostri passeggeri, le nostre hostess e i nostri steward non avrebbero mai dovuto trovarsi in quella zona in quel preciso momento. La fiducia nei confronti del servizio di Air France che garantisce la sicurezza dei voli, dei passeggeri e degli equipaggi è venuta a mancare. Per noi, Air France è venuta meno ai suoi doveri».
La compagnia, dal canto suo, ha spiegato di aver deviato i voli successivi e, soprattutto, ha rispedito al mittente l’accusa di negligenza. Air France, infine, ha ricordato che la sicurezza dei suoi clienti e dei suoi equipaggi rimane la priorità assoluta. In ogni caso, il vettore ha avviato un’indagine interna concernente la rotta seguita dal Boeing 777. A proposito di rischi, mentre scriviamo queste righe l’Agenzia dell’Unione Europea per la sicurezza aerea, l’EASA, raccomanda di non sorvolare lo spazio aereo iraniano «a tutti i livelli di volo» (almeno) fino al 31 ottobre. E ancora: «Gli operatori aerei dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi dello spazio aereo nella regione e attenersi a tutte le pubblicazioni aeronautiche disponibili riguardanti la regione, emesse dall’Iran o, per conto dell’Iran, dalle autorità aeronautiche degli Stati confinanti, comprese le informazioni condivise tramite la piattaforma europea di condivisione e cooperazione delle informazioni sulle zone di conflitto, insieme alle linee guida o direttive disponibili delle rispettive autorità nazionali». Un avviso simile è stato emesso per il Libano.