Il Centro può festeggiare: «Una vittoria collettiva»

«Un incontro politico, ma per una volta senza molti contenuti politici». Così ha definito Fiorenzo Dadò il «comitato di Natale» del Centro. Ieri sera, alla sala Aragonite di Manno, poco prima della panettonata, il presidente del partito ha voluto mettere subito le cose in chiaro: «Questo vuole essere un momento di festa e amicizia». Niente slogan né proclami altisonanti, dunque. Le battaglie politiche sono sospese fino all’anno nuovo, quando in entrata arriverà come piatto forte il Preventivo 2024, da portare in Parlamento il prima possibile.
Prima di arrivare al cuore del suo discorso, Dadò ha innanzitutto voluto rendere omaggio a Luigi Soldati, recentemente scomparso. Soldati è stato per decenni una delle colonne portanti di quello che allora era il PPD, sia a livello cittadino sia a livello cantonale. «Quando alla fine del 2016 il comitato mi affidò le redini del partito, ricordo che volle incontrarmi, mettendosi immediatamente a disposizione per risanare una situazione finanziaria, a quel tempo non certo facile», ha raccontato. «Luigi invece di giudicarci ci diede fiducia, e pur non mancando di darci consigli, sollecitarci o di farci sapere anche la sua schietta opinione su quello che non condivideva, non ci condizionò mai nel nostro lavoro e nelle nostre scelte, lasciandoci la completa libertà. A lui dobbiamo molto».
«Serve coraggio»
Prima di cedere la parola a Fabio Regazzi, Giorgio Fonio (neoeletti alle Camere federali) e all’uscente Marco Romano, Dadò ha voluto sottolineare il ruolo del Centro all’interno dello scacchiere nazionale. «Le elezioni Cantonali e Federali ci hanno affidato un ruolo di primo piano nel Paese», ha spiegato. Per questo, serve «coraggio». «Il nostro ruolo, la nostra missione, è anche quella di coltivare attraverso la nostra azione il bene comune, opponendoci a ogni forma di degrado civile, in particolare quando attorno tutto sembra ripiegarsi su stesso, fomentando negatività e sfiducia nei confronti del futuro». Dadò ha quindi fatto un esempio sul filo dell’attualità: «Non è accettabile che di fronte al dramma che stanno vivendo le popolazioni in Medio oriente, in quella carneficina a cielo aperto che ha già fatto oltre ventimila vittime e viene ucciso un bambino ogni dieci minuti, non si levi un coro di protesta dalla Svizzera contro il governo criminale di Israele andato largamente fuori misura, e che, oltre qualche ovvia e doverosa condanna ai terroristi di Hamas, di fatto si sta a guardare, forse per la paura di infastidire qualcuno. Non esistono morti e sofferenze di serie A e di serie B». Quindi, l’affondo sulla decisione del Parlamento («con il contributo anche di una parte del nostro partito») di allentare le restrizioni per l’esportazione di armi. Il discorso di Dadò si è quindi concentrato sull’anno elettorale, in particolare sul ballottaggio per le Federali del 17 novembre: «Un successo straordinario, una vittoria collettiva sino a poche settimane prima decisamente lontana, per non dire impensabile». Un risultato «che arriva da lontano, al quale, nel tempo, hanno contribuito in molti».