Il centrodestra è in testa con FdI di Giorgia Meloni

Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni è il primo partito italiano e la sua leader, Giorgia Meloni, sarà sicuramente convocata nei prossimi giorni dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per accertare se il centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) è in grado di formare il nuovo Governo.
Secondo l’Istituto di sondaggi SWG diffuse dalla «maratona Mentana» de La7 il risultato di Fratelli d’Italia si situerà tra il 23 e il 27 per cento. Secondo partito sarebbe il Partito Democratico, tra il 18 e il 22 per cento. Terzo partito il Movimento Cinquestelle tra il 13,5 e il 17,5 per cento. La Lega diventerebbe il quarto partito, con un risultato compreso tra il 9,5 e il 13,5 per cento. Forza Italia e il Terzo Polo di Calenda e Renzi, Azione più Italia Viva, sarebbe appaiate come quinto partito con un risultato tra il 6 e l’8 per cento.
Mattarella al seggio a Palermo
La giornata elettorale, dopo una campagna elettorale per la prima volta sotto l’ombrellone, si era aperta con il voto, di prima mattina a Palermo, del presidente della Repubblica Mattarella ed è proseguita senza incidenti. Le condizioni meteorologiche, e quindi l’affluenza ai seggi, sono state favorevoli al nord, meno nel meridione, dove numerosi violenti temporali, e una «bomba d’acqua» sull’isola di Ischia, avrebbero ostacolato l’arrivo ai seggi.
In mattinata, secondo le cifre diffuse dal ministero dell’interno, sembrava che la partecipazione al voto dovesse ricalcare quella di cinque anni fa. Alle 12 aveva votato il 19,21% dei 50 milioni e 869 mila aventi diritti (di cui quattro milioni e 741.000 residenti all’estero) a fronte del 19,43%.
Da molte regioni e città del nord arrivavano indicazione di partecipazione superiori a quelle delle ultime elezioni. In Emilia-Romagna la partecipazione era 23,47%, due punti sopra i risultati precedenti. Alcune città erano addirittura tre-quattro punti al di sopra della media nazionale. A Cremona la percentuale era del 24,76, A Milano del 21,16% ,il 2,72% in più rispetto alle politica del 2018, a Roma del 22,29% (contro il 20,54%). Il Meridione era il rovescio della medaglia, con una partecipazione scarsissima. A Napoli i votanti erano appena l’11,47%, a Caserta l’11, 33%. Sotto la media di quattro anni fa quasi tutto il sud, Campania e Calabria in testa.
Affluenza alle urne altalenante
L’impressione di molti osservatori era che l’affluenza alle urne, di cui molti temevano un vero e proprio crollo, potesse non essere disastrosa come prevedevano molti sondaggisti. Alle 19, però, le cifre ufficiali sono state per molti uno shock. La media nazionale dell’affluenza era addirittura di otto punti inferiore a quella registrata nelle ultime elezioni: il 51,1%, contro il 58%, quando alla chiusura dei seggi l’affluenza si era poi attestata al 64, 6 per cento, nove punti in meno riseptto al 2018 quando era stata del 73,6% (per la Camera). In serata la partecipazione al voto è stata più consistente. L’affluenza è stata particolarmente significativa nella grandi città come Roma e Milano. Nel sud, ed in particolare a Napoli, bersagliato dal maltempo, la partecipazione è stata molto bassa.
Mentre gli italiani votavano (i seggi si sono chiusi alle 23) soltanto i politici della coalizione di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Fratelli d’Italia) rompevano il tradizionale silenzio della giornata elettorale, probabilmente perché certi che la giornata si sarebbe conclusa con il successo dei loro partiti. Matteo Salvini ha ribadito: «Gioco per vincere, non per partecipare» e ha aggiunto di «avere già in testa» il governo da fare. Silvio Silvio Berlusconi, attorniato da simpatizzanti di Forza Italia mentre aspettava di votare, ha detto di puntare ad ottenere «più voti della Lega» e si è autoproposto come «regista» del nuovo esecutivo.
Berlusconi si vede «regista»
Accompagnato dalla «quasi-moglie» Marta Fascina, Berlusconi ha affermato di avere nutrito con Salvini «un’amicizia fruttuosa» e poi ha aggiunto: «Salvini è bravo ma non ha mai lavorato, ha bisogno di essere un po’ inquadrato, per cui cercherò di fare il regista del Governo». Giorgia Meloni avrebbe dovuto votare verso mezzogiorno ma all’ultimo momento ha cambiato programma quando si è resa conto che ad attenderla c’erano centinaia di fotografi, giornalisti e troupe televisive di tutto il mondo che avevano addirittura invaso il seggio.
Troppo pericoloso, si è detta - facendo eco alla presidente di seggio per la quale «in queste condizioni non si può votare» - ed ha fatto annunciare che avrebbe votato a tarda sera, poco prima del termine delle operazioni di voto fissato alle 23. Ed ha rispettato il silenzio elettorale. Oggi erano chiamati a votare anche due milioni e 600.000 mila nuovi elettori che, per la prima volta, hanno potuto eleggere non soltanto i deputati ma anche i senatori del nuovo Parlamento. Che, altra novità, ha perso un terzo dei propri membri rispetto all’ultimo, eletto cinque anni fa. Il numero dei senatori è stato infatti ridotto a 200 e quello dei membri della Camera dei deputati a 400, il 37 per cento eletto con il maggioritario in collegi uninominali e il 63 per cento con il proporzionale in collegi plurinominali e circoscrizione estero).