Tribunale federale

Il ciclomotore? Un autoveicolo, non una bici

Solo la vecchia giurisprudenza assimilava i ciclomotori ai mezzi a pedali senza propulsore a combustione interna
Foto Archivio CdT
Red. Online
01.07.2019 14:50

LOSANNA - Un ciclomotore deve essere considerato come una bicicletta o come un autoveicolo? Per rispondere a questa domanda, e colmare una lacuna giuridica, è stato scomodato il Tribunale federale (TF), che in una sentenza pubblicata oggi certifica l’appartenenza alla seconda categoria.

Tutto è partito dal ricorso di un vodese, pizzicato nel febbraio del 2018 alla guida di un motorino con targa scaduta da diversi anni e senza assicurazione RC. L’uomo presentava anche un’alcolemia rilevante e dal 2011 gli è stata ritirata la patente. Multirecidivo, sarà fermato pochi mesi dopo in una situazione analoga.

Nel novembre del 2018 viene multato per 2500 franchi dal Tribunale dell’est vodese. Il giudice prende in considerazione le disposizioni applicabili ai ciclisti, che se violate vengono punite con una semplice multa.

Il Ministero pubblico ricorre contro questa decisione e nel febbraio del 2019 il Tribunale cantonale accoglie il reclamo, pronunciando una pena di 6 mesi, con una multa di 300 franchi. Questa volta la giustizia ritiene che l’uomo abbia guidato, in condizioni di incapacità, un veicolo a motore. Un’infrazione punibile con la detenzione, fino a tre anni.

Chiamato in causa da un ricorso dell’uomo, il Tribunale federale ricorda per prima cosa che la vecchia giurisprudenza assimilava effettivamente ciclomotori e biciclette. Nel 2014 la prima Corte di diritto amministrativo tergiversava ancora sulla questione.

Questa volta però la Corte di diritto penale ritiene che i ciclomotori non possano esser classificati come semplici bici, anche se sono sottoposti alle stesse regole della circolazione. I giudici sottolineano in effetti che per guidarli ci vuole una patente, una licenza di circolazione, una targa, un casco e un’assicurazione RC.

Per il TF è quindi giusto sanzionare come un automobilista chi guida un ciclomotore ubriaco e senza patente. I giudici hanno però parzialmente ammesso il ricorso dell’uomo perché la giustizia vodese ha violato il diritto applicando la legge sulla circolazione stradale per la guida senza targhe valide e senza RC. Invece, ricordano, l’ordinanza sull’ammissione alla circolazione (OAC) prevede un regime speciale per i ciclomotori: le contravvenzioni sono punite con semplici multe.