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Il conflitto in Medio Oriente e la disinformazione contro McDonald's

Anche la nota catena statunitense di fast food è finita al centro di diversi casi di false informazioni: vediamo assieme di che cosa si tratta
Facta.News
09.12.2023 12:00

Dall’inizio dell’escalation militare tra Israele e Palestina, molti personaggi pubblici si sono esposti difendendo una o l’altra parte. Come abbiamo visto, però, alcune personalità sono state ingiustamente ritenute sostenitori di Israele o della Palestina, diffondendo così false informazioni. 

Una sorte simile è toccata anche alla nota catena statunitense di fast food McDonald’s, finita al centro di diversi casi di disinformazione legati all’attuale conflitto in Medio Oriente. 

La protesta in Francia

A circa dieci giorni dall’attacco di Hamas a Israele, la catena di fast food McDonald’s in Israele ha dichiarato di aver donato migliaia di pasti gratis alle forze armate israeliane. Come risposta i franchising di McDonald’s in Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Turchia e Indonesia hanno rilasciato dichiarazioni in cui si sono dissociati dal messaggio della filiale israeliana, promettendo aiuti alla popolazione di Gaza.

Questa vicenda è stata usata dalla disinformazione per diffondere false notizie riguardo presunti casi di proteste contro questa catena di fast food. In un video pubblicato a novembre su Facebook si vede un camion che svuota un carico di letame davanti a un ristorante McDonald’s. Per chi ha condiviso il filmato, il gesto sarebbe stato compiuto in Francia perché la catena di fast food appoggia Israele.

La scena è realmente avvenuta in Francia, più precisamente nel parcheggio del McDonald’s situato a Vesoul, ma le motivazioni dietro il gesto di protesta sono diverse. Il camion ha infatti scaricato tonnellate di letame sul vialetto e nei dintorni del ristorante in segno di protesta contro la catena di ristoranti, accusata dai sindacati degli agricoltori del Paese di non rifornirsi abbastanza di carne di allevamenti francesi.

Inoltre, è utile specificare che McDonald’s è una catena statunitense, ma i suoi franchising in altri Paesi sono spesso di proprietà locale e operano in modo autonomo. Tramite un comunicato stampa, la McDonald’s Corporation ha precisato di non finanziare e di non sostenere «alcun governo coinvolto» nell’attuale conflitto in Medio Oriente, aggiungendo che «qualsiasi azione da parte dei nostri partner commerciali locali che hanno in concessione il marchio sono stati create in modo indipendente senza il consenso o l’approvazione di McDonald’s».

Il caso del codice a barre

Sui social è stata pubblicata un’immagine in cui viene spiegato che evitando di comprare i prodotti che iniziano con il codice a barre «729» si boicotterebbe il governo israeliano. Tra i loghi di aziende internazionali «incriminati»presenti nella card compare anche quello di McDonald’s. I prodotti con quel codice numerico, infatti, sarebbero realizzati in Israele. 

Questa informazione è però sbagliata. Le prime cifre del codice a barre indicano il Paese in cui l’azienda proprietaria del marchio di quel prodotto ha ottenuto il suo prefisso aziendale, numero che serve a identificare l’azienda a livello internazionale. Il prefisso 729 è effettivamente attribuito a Israele, ma ciò non significa che i prodotti con il codice a barre che quel numero siano stati effettivamente realizzati in quel Paese. Infatti, attraverso il codice a barre non si può risalire al luogo di provenienza del prodotto. 

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