Guerra

Il crowdfunding lituano per comprare un drone all'Ucraina

La raccolta fondi è stata lanciata dall'anchorman Andrius Tapinas e pare che tutti i 2,8 milioni di abitanti si siano mobilitati, perché in tre giorni sono stati raggiunti 5 milioni di euro per il Bayraktar TB2
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Jenny Covelli
29.05.2022 17:46

Novantacinquesimo giorno di guerra. Sono trascorsi più di tre mesi dal 24 febbraio, giorno in cui la Russia di Putin ha deciso di invadere l'Ucraina. Da allora ci sono stati combattimenti, bombardamenti, distruzinone, fuga, morti e feriti. E i protagonisti sono molti, nel bene e nel male. Anche e soprattutto sul campo. Ma pure a distanza, dove va in scena una «gara di solidarietà». Dall'accoglienza delle persone in fuga, agli aiuti portati o mandati in Ucraina, fino al sostegno bellico. L'ultimo episodio riguarda la Lituania. Con una superficie di 65.200 km² e 2.793.397 abitanti, fa parte dell'area geopolitica dei Paesi Baltici, di cui è lo Stato più meridionale e il più popoloso. Membro dell'Unione europea, confina a nord con la Lettonia, a est con la Bielorussia, a sud con la Polonia e a sud-ovest con l'exclave russa dell'oblast' di Kaliningrad, mentre a ovest è bagnata dal mar Baltico. 2, 7 milioni di abitanti, dicevamo, che in tre giorni sono riusciti a mettere insieme 5 milioni di euro per comprare all'Ucraina un drone d'attacco di tipo Bayraktar-2 di fabbricazione turca.

Il crowdfunding

L'iniziativa è partita da Andrius Tapinas, un noto anchorman televisivo lituano fondatore di TV Laisves (letteralmente, «Libertà»). «Il nostro momento è arrivato - ha dichiarato -. I ministeri della Difesa di Lituania e Turchia hanno dato il via libera e anche lo stesso produttore ha detto "sì". E ora - forse per la prima volta nella storia - i cittadini di uno stato possono comprare e regalare un'arma pesante a un altro Stato. Servono 5 milioni. Sembrerebbe semplicemente impossibile. Ma riusciremo a raggiungere questo obiettivo e potremo mostrare ai nostri figli e nipoti come avremo comprato all'Ucraina un jet da combattimento tattico. Lasciate che il nostro Bayraktar sorga. Che questa sia l'ora in cui Lituania e Ucraina estrarranno le loro spade insieme. Con l'Ucraina verso la vittoria!».

Detto, fatto. In meno di 24 ore erano già stati raccolti 1,5 milioni di euro. Una cifra da capogiro. L'obiettivo era enorme. Ed è stato raggiunto in tempi strettissimi, inimmaginabili. Tre giorni in cui tutti i lituani si sono mossi per la causa. Molte donazioni sono infatti di piccole somme, «tra i 10 e i 500 euro». Laisves TV «ha portato avanti l'intero progetto a proprie spese, non sarà destinato un euro alla gestione del progetto, tutti i 5 milioni saranno trasferiti al Ministero della Difesa Nazionale, il cui viceministro si recherà in Turchia la prossima settimana per le trattative e per la redazione di un protocollo d'intenti», è stato chiarito.

«Semplicemente wow!», è stato il commento del governo ucraino. «Non dimenticheremo mai cosa avete fatto per noi su così tanti fronti. Aciu («grazie», in lituano) a ogni lituano che ha donato, il vostro regalo sarà utilizzato per un buono scopo», ha twittato Kiev.

Andrius Tapinas di è detto «follemente orgoglioso» di quello che è successo e del risultato ottenuto. Ieri sera ha dedicato una trasmissione alla sua iniziativa. «Probabilmente non mi capiterà mai più di condurre una diretta così pesante e difficile» ha poi scritto sui social, affidando un lungo messaggio al ricordo di suo padre, deceduto proprio ieri. 

Il Bayraktar-2

Il drone di fabbricazione turca si è già dimostrato un elemento chiave durante questo conflitto, seppure non decisivo da solo ma come supporto all'azione delle truppe di terra. Si tratta di velivoli senza pilota in grado di trasportare armi anticarro. Il Bayraktar TB2 è un drone lungo 6 metri e mezzo, con un’apertura alare di 12 metri. Lo si può trasportare su un furgone militare. E, soprattutto, costa poco. Stando al New Yorker nel 2019 l’Ucraina comprò una flotta di sei TB2 per 69 milioni di dollari; lo stesso numero di Reaper americani sarebbe costato almeno sei volte tanto. Su CdT.ch ve ne avevamo già parlato qui. Il Generale Giuseppe Morabito, membro del direttorio della NATO Defence College Foundation, ci aveva descritto il Bayraktar-2 come «molto efficace e letale contro le colonne corazzate russe». Il vantaggio di questi aeromobili, studiati per colpire obiettivi più limitati come «una colonna di carri armati o postazioni di artiglieria», «sta anche nella loro leggerezza e nel limitato spazio per il decollo e l’atterraggio che essi richiedono».

A inizio mese il comando operativo sud ucraino ha affermato di avere impiegato un drone di questo tipo per colpire due postazioni militari russe sull'Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, conquistata dalle forze di Mosca all'inizio del conflitto. I Bayraktar TB2, poi, sono già stati impiegati in diversi conflitti, tra cui quella in Siria, In Iraq, in Etiopia, in Azerbaijan, e (dall’Ucraina) nella regione orientale del Donbass. 

Con la Turchia come la mettiamo?

Un articolo del 9 maggio del New Yorker titolava: «Il drone turco che ha cambiato la natura della guerra». L'autore, Stephen Witt, vi racconta in maniera approfondita la storia della nascita del Baraktar-2 e l'intreccio con le ambizioni dello stato turco. Per la difesa dell'Ucraina, il Bayraktar è diventato una leggenda, l'omonimo di un cucciolo di lemure allo zoo di Kiev e il soggetto di una canzone popolare che sostiene che il suo drone «fa dei fantasmi dei banditi russi». Il TB2 ha effettuato più di ottocento attacchi, in conflitti che vanno dal Nord Africa al Caucaso. «Le bombe che trasporta possono modificare la loro traiettoria a mezz'aria e sono così precise da poter essere lanciate in una trincea di fanteria». A progettare e produrre questi velivoli è l’azienda Baykar Techonologies, di Selçuk Bayraktar, che nel 2016 ha sposato la figlia più piccola del presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Il drone è diventato simbolo delle ambizioni del Paese come paese costruttore ed esportatore di armi e strumento diplomatico utilizzato per esercitare influenza e potere in varie parti del mondo.

Ma l'azione a fin di bene della Lituania potrebbe mettere in difficoltà il ruolo attuale della Turchia? «Noi sogniamo che questa guerra finisca il più presto possibile, ma sembra che gli eventi si stiano sviluppando negativamente ogni giorno che passa», ha dichiarato proprio oggi il presidente Recep Tayyip Erdogan in un'intervista a NTV, annunciando pure che domani intende telefonare a Vladimir Putin e a Voldymyr Zelensky. «La Turchia continuerà a chiedere alle parti in conflitto di utilizzare tutti i canali del dialogo e della diplomazia». Staremo a vedere. Il vice ministro della Difesa lituano si recherà in turchia la prossima settimana «per un protocollo d'intenti». Così è stato annunciato, forse proprio per mitigare problemi di tipo diplomatico.

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