Il dolore di Liliana Segre: «Pensavo non sarebbe successo mai più»

«Quando ti capita di essere viva e di vedere, sentire quello che sta accadendo in quel mondo, in cui ti auspichi che non ci sia l'incitamento all'odio, quando si sperava che israeliani e palestinesi potessero convivere, allora è tutto inutile, allora altro che incubo, delusione, disperazione. Che speranze ci sono per una nonna come sono io dopo aver visto quello che è successo a bambini colpevoli solo di esser nati? È qualcosa che ti porta a un tempo lontano, che io credevo non avrei vissuto più, che la vita mi aveva portato false speranze». Con queste parole la senatrice italiana Liliana Segre si è espressa ieri sera, ospite di Che tempo che fa di Fabio Fazio. Lei che poco distante dal valico di Arzo era stata respinta alla dogana svizzera, arrestata e internata insieme ai suoi familiari in un campo dì concentramento, ha voluto dire la sua su quanto sta accadendo tra Israele e Gaza.
«Ho ascoltato mentre aspettavo quelli che hanno parlato e mi ha colpito David Grossman – intervistato sul Nove ma anche dal Corriere del Ticino – che ha trovato parole straordinarie, sulla paura del momento, sull’incubo del futuro. Uno che ha perso un figlio, che conosce il mondo in cui vive, con le delusioni, con le speranze». Segre, definitasi «donna di pace», ha ammesso candidamente di «non avere una risposta del perché»
Accolta in studio da una standing ovation, la 93.enne sopravvissuta ad Auschwitz non ha potuto esimersi dal dire la sua sul massacro compiuto da Hamas sabato 7 ottobre nel sud di Israele: «Allora è tutto inutile?», si è domandata.
«Quello che accade non mi fa dormire –ha infine ammesso –. Oggi è molto difficile non avere paura. Ma io voglio essere libera e non avere paura: è questa l’eredità morale che voglio lasciare ai miei figli e ai miei nipoti».