Confine

Il «drone russo» su Ispra era manovrato da una zona «non lontana»

Il pool antiterrorismo della Procura di Milano è al lavoro per ricostruire quanto accaduto – Anche il governo italiano si è mosso per ottenere informazioni dettagliate sui ripetuti sorvoli
Red. Online
31.03.2025 13:15

Che cosa è successo sui cieli di Ispra, non molto lontano dal confine con il Ticino? E ancora: quello che per una settimana avrebbe sorvolato una delle strutture più sorvegliate del Nord Italia, il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea di Ispra, era davvero un drone russo? Domande, queste, cui cercherà di rispondere il pool antiterrorismo della Procura di Milano. Il governo italiano, dal canto suo, vuole capire esattamente che cosa potrebbe aver filmato il velivolo. L'Esecutivo, scrive il Corriere della Sera, si è mosso per ottenere informazioni dettagliate sui ripetuti sorvoli. Quanto all'origine, gli esperti si sono affrettati a dire che il drone era di fabbricazione russa. In realtà, tuttavia, difficilmente è decollato dal Paese di Vladimir Putin. 

L'ipotesi più accreditata, infatti, è che sia stato manovrato da una zona non molto distante dal JRC. Non a caso, fra gli accertamenti figurano anche le verifiche sulle recenti richieste di sorvolo sul Lago Maggiore. La vicenda, in ogni caso, sta occupando e non poco la politica, a partire dalle interrogazioni parlamentari annunciate ieri da Forza Italia, Italia Viva e +Europa. Anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il COPASIR, attende risposte e chiarimenti. L'Italia, nell'ultima relazione annuale dell'intelligence, aveva sottolineato i rischi della cosiddetta guerra ibrida condotta da Mosca. In attesa di riscontri, il sospetto è che il drone stesse spiando il JRC. Si tratterebbe, se confermato, del secondo caso dopo quello collegato alla morte di tre agenti segreti, nel 2023, a causa del naufragio di un'imbarcazione. In un contesto geopolitico delicato, con l'Europa che preme per un immediato riarmo, l'Italia potrebbe aver individuato nuove falle nella sua difesa.

Fondato nel 1960 come sito di ricerca nucleare, il JRC attualmente è considerato uno dei principali campus di ricerca in Europa ed è dotato di numerosi laboratori e infrastrutture di ricerca all'avanguardia. Il personale del sito di Ispra lavora su risorse sostenibili e trasporti; spazio; sicurezza; migrazione; salute e protezione dei consumatori; efficienza energetica e cambiamento climatico; crescita e innovazione; salvaguardie nucleari; non proliferazione e sicurezza nucleare. Interrogazioni, scrive sempre il Corriere della Sera, saranno fatte anche al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, considerando che il suo Ministero è competente in materia di protezione delle infrastrutture critiche.

Il giallo, al momento, resta. Venendo al drone, parliamo di cinque sorvoli ravvicinati nelle scorse settimane. Il modello, forse, era commerciale e non militare, quindi in libera vendita: ma è stato acquistato in Italia o altrove? I primi riscontri, comunque, escludono che il drone abbia effettuato incursioni analoghe sopra gli stabilimenti di Leonardo Elicotteri. Sono in corso, invece, accertamenti per capire se il velivolo abbia sorvolato altre strutture, come il NATO Rapid Deployable Corps a Solbiate Olona, e un centro di ricerca nel Pavese. Gli interrogativi, dicevamo, sono parecchi. Uno su tutti: siamo davvero di fronte a una minaccia per la sicurezza dell'Italia e, allargando il campo, dell'Europa?