Il guanto di sfida del PS a Dadò: «Dimostri da che parte sta»

Un appello alla coesione e un guanto di sfida al Centro. È un Partito socialista battagliero, quello che si è riunito in comitato cantonale questa sera alla Casa del Popolo di Bellinzona.
«Quest’anno sarà centrale il tema delle casse malati. E noi abbiamo un ruolo cruciale di fronte a un sistema che sta mostrando tutti i suoi limiti», ha esordito il copresidente Fabrizio Sirica. In questo senso, ha chiarito, «noi resistiamo, ma andiamo anche all’attacco, con l’iniziativa del 10% (che chiede, appunto, che i premi di cassa malati non superino il 10% del reddito disponibile, ndr)».
Non solo. «Già il 24 marzo, il Parlamento potrebbe rivedere la propria decisione - presa in dicembre con il voto sul Preventivo 2025 - sul taglio di 10 milioni sui sussidi. Una scelta che pesa sulle spalle di 30 mila persone», ha ricordato Sirica, ribadendo l’importanza di «far passare il tema per dare fiato alle famiglie».
Se il plenum dovesse tirare dritto, il PS - ha assicurato Sirica - è pronto ad andare al voto popolare. Il copresidente ha quindi difeso la strategia portata avanti dal partito negli ultimi mesi. «Una strategia che ha imposto al Centro di fare una capriola all’indietro, proponendo un’iniziativa che mira a stralciare il taglio dei sussidi». Insomma, ha detto, «abbiamo fatto soffiare il vento e fatto girare il Centro come una banderuola». Nel corso dell’ultimo anno, ha ricordato il co-presidente, il Centro ha cambiato opinione più volte: sul taglio dei sussidi, ma anche sul tema della pedagogia speciale. «È la prova che il Centro è più interessato al consenso che alle reali esigenze delle famiglie», ha attaccato Sirica, per poi rivolgersi direttamente al presidente Fiorenzo Dadò: «Lo sfido: dimostri che il suo partito è interessato davvero al ceto medio. Ha la possibilità di farlo, sostenendo l’iniziativa del 10%». Un’iniziativa che «chiede di dividere il conto, in modo che chi ha di più contribuisca». Infine, l’affondo: «Da che parte stai?», ha chiesto Sirica al partito di Dadò. «Dalla parte delle famiglie o da quella dei milionari? Siete banderuole o vi muove un reale interesse?».
«Dare risposte concrete»
Da parte sua, invece, la collega Laura Riget si è concentrata sulle minacce globali. «Viviamo in tempi incerti e i conflitti stanno alimentando la corsa al riarmo», ha spiegato.
Le tensioni sociali, ha aggiunto, aumentano e «assistiamo all’ascesa di forze fasciste: Donald Trump negli USA, ma anche Alice Weidel in Germania. Oggi soffia un vento di destra. Anzi, è una vera e propria tempesta e noi abbiamo il dovere di resistere». Ma questo non basta, ha proseguito Riget. «Dobbiamo costruire un’alternativa credibile, dare risposte concrete e non perdere la speranza». Di qui, l’appello alla coesione: «Restiamo uniti e continuiamo a lottare con determinazione. Un altro mondo è possibile»
Adozioni, lettera a Berna
Il comitato ha poi anche discusso e approvato all’unanimità l’invio di una lettera alla frazione socialista alle Camere, esprimendo la propria contrarietà alla proposta di vietare le adozioni dall’estero.
«Riteniamo - si legge nella missiva - che questa misura sia non solo ingiustificata, ma anche del tutto sproporzionata». Invece di adottare misure «drastiche», si aggiunge, «riteniamo che la priorità debba essere il miglioramento dei controlli e il monitoraggio dei processi di adozione per prevenire eventuali abusi. Vi sono strumenti più efficaci per garantire la trasparenza e la tutela dei minori, senza intervenire in maniera grossolana».
La speranza, dunque, è che il PS svizzero e la frazione socialista alle Camere si oppongano «con determinazione a questa proposta».