Il messaggio minatorio in aula
Stava per iniziare l’interrogatorio della donna accusata di ripetuto tentato assassinio per l’attacco alla Manor del 24 novembre 2020 quando l’avvocato Daniele Iuliucci si è avvicinato alla Corte e ha mostrato alla giudice del Tribunale penale federale Fiorenza Bergomi il suo smartphone, per farle leggere qualcosa. Tre pagine di minacce rivolte all’avvocato Iuliucci, nonché alle altre persone chiamate a giudicare il caso. «Se fossimo in te annulleremmo il mandato – si legge nella missiva, letta da Bergomi. – Se non fermano questo teatro il Tribunale sarà cancellato». E ancora: «Ripulite il pasticcio che avete fatto, altrimenti la prossima volta l’attacco non sarà con il coltello».
Dopo un breve conciliabolo la giudice Bergomi ha deciso di proseguire. «Il processo continua. Il messaggio sarà inoltrato alla Polizia Federale».
La questione cappuccio
Ancora prima, la giudice Bergomi ha chiesto all’imputata di togliere il cappuccio con cui si copriva il capo: «Sono musulmana, mi rifiuto di toglierlo», ha risposto lei. «Qui abbiamo delle regole. Per esempio in aula ci si veste con abito scuro. Se il suo avvocato avesse vestito di rosso sarebbe dovuto uscire e procurarsene uno nuovo. Se non si toglierà il cappuccio sarò costretta a prendere una sanzione. Non mi sembra un grande sforzo per lei».
«Non rispettate la religione voi?» ha risposto la donna. Dopo un conciliabolo con gli avvocati Iuliucci e Simone Creazzo, però, alla fine ha acconsentito di scoprirsi il capo.
Ora è in corso l’interrogatorio dell’imputata, che sta rispondendo alle domande della giudice Bergomi.