Corea del Sud

«Il mio tentativo di legge marziale non può configurarsi come insurrezione»

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, in un nuovo messaggio televisivo alla nazione, ha difeso il suo decreto come atto di governo non soggetto all'esame giudiziario
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Ats
12.12.2024 07:22

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, in un nuovo messaggio televisivo alla nazione, ha difeso il suo decreto di legge marziale come atto di governo e ha negato le accuse di ribellione. «Il mio tentativo di legge marziale non può configurarsi come insurrezione: si tratta di un atto dell'amministrazione governativa e non è soggetta all'esame giudiziario», ha affermato Yoon in vista della nuova mozione di impeachment che le opposizioni guidate dal partito Democratico si apprestato a presentare in Parlamento. «Le opposizioni paralizzano gli affari di Stato con l'abuso di impeachment» in Parlamento, ha rincarato Yoon.

Yoon ha affermato di aver usato il suo potere presidenziale sulla legge marziale «per proteggere la nazione e normalizzare gli affari di Stato» contro l'opposizione che ha bloccato l'azione di governo: «l'ho fatto con un giudizio politico altamente calibrato e non soggetto all'esame giudiziario», come le grazie presidenziali o le azioni diplomatiche. «Se messo sotto accusa o indagato, affronterò il giudizio», ha assicurato, rinnovando le accuse all'opposizione sugli ostacoli al Governo con tentativi di impeachment e tagli al bilancio 2025.

Dopo il decreto sulla legge marziale, il Parlamento ha approvato il bilancio per il 2025 di 673,3 trilioni di won (471,5 miliardi di dollari) senza il voto bipartisan per la prima volta dalla democratizzazione della Corea del Sud nel 1987. «L'Assemblea nazionale, dominata dal grande partito di opposizione, è diventata un mostro che distrugge l'ordine costituzionale della libera democrazia», ha accusato Yoon, riferendosi al peso della maggioranza assoluta del partito Democratico.

Il presidente ha rivelato di aver ordinato all'ex capo della Difesa Kim Yong-hyun, nel frattempo arrestato, di controllare il sistema di voto della Commissione elettorale nazionale, sollevando dubbi sulla sua credibilità a seguito di presunti attacchi informatici da parte di hacker nordcoreani. E ha anche rivelato di aver discusso dei piani per la legge marziale solo con Kim, informando i membri del gabinetto appena prima della dichiarazione.

«Combatterò fino all'ultimo momento insieme a voi», ha detto Yoon, scusandosi ancora per gli inconvenienti della legge marziale: «Come può un atto di poche ore risultare un'insurrezione?», ha aggiunto, insistendo che lo scopo dell'opposizione è di evitare l'imminente condanna penale del loro leader Lee Jae-myung e forzare la mano con l'impeachment. Una tesi sostenuta dal Chosun Ilbo, testata di Seul, secondo cui Lee spinge alla messa in stato d'accusa anche per la sua stessa sopravvivenza politica: con diversi verdetti incombenti, a partire dalla corruzione, un'elezione anticipata può aiutare Lee a evitare una potenziale squalifica.

Intanto, la Corte suprema ha confermato i due anni di reclusione a carico di Cho Kuk, ex ministro della Giusitizia e capo del partito d'opposizione Rebuilding Korea Party, per frode accademica legata ai suoi figli e un'interferenza illegale su un'ispezione governativa. Perderà il suo seggio parlamentare e il diritto di correre alle presidenziali per i prossimi 5 anni.

«Combatterò con il popolo fino all'ultimo minuto»

Yoon Suk-yeol ha giurato di voler combattere «con il popolo fino all'ultimo minuto», nel suo nuovo discorso tv alla nazione. «Mi scuso di nuovo con le persone che devono essere state sorprese e ansiose a causa della legge marziale. Per favore, fidatevi della mia lealtà verso il popolo», ha aggiunto, nell'imminenza della nuova mozione di impeachment delle opposizioni. «Non eviterò la responsabilità legale e politica riguardo alla dichiarazione della legge marziale», ha aggiunto, accusando l'opposizione di aver spinto il Paese in una «crisi nazionale».

«L'impeachment è l'unica via»

Han Dong-hoon, il leader del People Power Party, ha detto di pensare che l'impeachment del presidente Yoon Suk-yeol sia l'unico modo per proteggere la democrazia sudcoreana. «Abbiamo cercato altre opzioni che riducessero le incertezze che potrebbero essere legate all'impeachment, ma il presupposto era che il presidente accettasse le dimissioni anticipate», ha detto Han in conferenza stampa, ribaltando la posizione del partito al governo e dello stesso Yoon dei giorni scorsi sulla contrarietà alla messa in stato d'accusa. «Ma poiché il presidente non ha intenzione di farlo, altre opzioni non sono praticabili», ha aggiunto.

Han, in altri termini, ha riposizionato il suo partito verso il sostegno al voto di impeachmente presidenziale in Parlamento per il fallito tentativo di imporre la legge marziale, chiedendo al contempo la convocazione di un comitato etico per discutere se chiedere a Yoon di lasciare il partito.

In una conferenza stampa all'Assemblea nazionale, Han ha aggiunto che «i doveri del presidente devono essere rapidamente sospesi attraverso il processo di impeachment. Il nostro partito lo deve sostenere come una sua linea». La ragione del cambio di rotta poggia sul fatto che è diventato «più chiaro» che Yoon non è in grado di svolgere i suoi doveri di presidente, aggiungendo che il nuovo messaggio di Yoon alla nazione è maturato a sorpresa. Il presidente ha difeso la dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre come un atto di Governo e ha respinto le accuse di insurrezione.

Le opposizioni guidate dal partito Democratico sono pronte a presentare in giornata una nuova mozione di impeachment in Parlamento dopo il fallimento di quella del 7 dicembre a causa del boicottaggio di 105 dei 108 deputati del People Power Party che hanno abbandonato l'aula.

Han ha espresso il suo sostegno all'impeachment, invitando i deputati a votare la prossima mozione in base alla propria «convinzione» avendo presente il dovere «di fermare ulteriore confusione. Ora c'è un solo metodo efficace: alla prossima votazione, i parlamentari del nostro partito dovrebbero entrare in aula e prendere parte al voto in base alla propria convinzione e coscienza». Le osservazioni di Han hanno segnato un'inversione di rotta rispetto alla precedente posizione che puntava a favorire le dimissioni «ordinate» di Yoon. Prima della conta sul voto di impeachment di sabato, Yoon aveva giurato di lasciare tutte le decisioni, incluso il suo mandato, al premier e al suo partito, in base a quanto riferito da Han.

La polizia riprova a perquisire l'Ufficio di Yoon

La polizia sudcoreana sta tentando un'altra incursione all'Ufficio presidenziale, all'indomani del tentativo fallito per l'opposizione del servizio di sicurezza. È quanto ha riferito l'Ufficio nazionale delle indagini, a capo della vicenda, precisando di aver mandato i funzionari al complesso dell'Ufficio presidenziale a Yongsan, a Seul, alle 14 locali (6 in Svizzera) per acquisire documenti sulla maldestra imposizione della legge marziale del 3 dicembre da parte del presidente Yoon Suk-yeol. Mercoledì, ha ricordato la Yonhap, la polizia ha cercato di perquisire uffici mirati, ricevendo solo documenti limitati.