Il mistero british di Atomfall

Se pensate di aver avuto una brutta giornata, aspettate di scoprire quella del protagonista di Atomfall. Non si ricorda nulla, non sa perché è finito in una base segreta, e quando emerge alla luce del giorno scopre che davanti a lui c’è una centrale atomica e, notiziona, è esplosa! Ah, sì: in giro ci sono praticamente solo disperati assetati di sangue e militari che sparano a vista.
Ambientato negli anni ’60 nella conta del Cumberland, in Inghilterra, Atomfall è parte gioco di ruolo, parte survival horror, e molto sparatorie e combattimenti. L’area in cui vi muoverete, divisa in una mezza dozzina di aree esplorabili abbastanza liberamente, è costruita attorno alla centrale atomica di Windscale, che nel 1957 subì un incendio molto grave e uno dei disastri «atomici» più gravi del mondo occidentale. Nel mondo di Atomfall, la situazione è anche più grave: in una specie di passato alternativo, la Corona britannica ha imposto un coprifuoco serratissimo, impiegando l’esercito e dei robot steampunk armati fino ai denti, per controllare la zona. Dove non ci sono i militari, è facile incontrare gruppi di delinquenti che hanno una voglia matta di prendervi a martellate nei denti.
Come dicevamo, il nostro alter ego ne sa meno di noi: non si ricorda bene perché si trovi lì, ma ha ricevuto una missione, ovvero scoprire dove si trova il Crocevia, una base super segreta che dovrebbe permettergli di fuggire da questo incubo iperviolento e nucleari.
Basta muovere i primi passi in Atomfall per capire che si tratta di un gioco inglese fino al midollo – i developer sono quei Rebellion che ci hanno appena fatto divertire un mondo con Sniper Elite: Resistance – pieno di humour, citazioni e spirito tipicamente britannici. Per esempio, le bande di delinquenti che circolano un po’ ovunque ricordano un sacco i protagonisti di Arancia Meccanica. Oppure, per recuperare un po’ di energia, potrete bervi un thè Earl Grey, e riceverete le istruzioni su cosa fare da un enigmatico tizio che fa squillare i telefoni pubblici nelle caratteristiche cabine rosse londinesi.
Di giochi post-apocalittici ne conosciamo già parecchi: in tema di energia atomica finita male, come non pensare all’eccellente Fallout o al più recente STALKER, a cui possiamo aggiungere tonnellate di giochi a base di epidemie zombi come Days Gone o l’imperdibile The Last of Us. Atomfall ha esattamente quelle atmosfere: vi aggirerete tra stazioni del treno abbandonate, edifici in rovina, basi misteriose con il costante rischio di essere attaccati senza preavviso, e a caccia di una manciata di proiettili o qualche scorta nascosta di provviste.
Tuttavia, questo gioco di Rebellion riesce a ritagliarsi un posto tra di loro con un approccio originale e a tratti unico: sì, c’è da esplorare parecchio, ma non troverete i soliti «indicatori» a guidarvi passo dopo passo. Per esempio, leggendo un documento trovato su un cadavere di un soldato, scoprirete che un certo luogo potrebbe contenere degli indizi sul vostro cammino. Apparirà un disegno sulla mappa, e dovrete capire voi come arrivarci. In un caso, per esempio, abbiamo dovuto capire dagli indizi scritti su un diario che l’entrata era una botola ben nascosta. Altra particolarità, non esiste nessun sistema di viaggio veloce, quindi ogni volta che dovrete tornare sui vostri passi, lo dovrete fare camminando sulle vostre gambe – l’area di gioco non è gigantesca ma comunque nemmeno piccola. Una lode speciale alle missioni che, sebbene non inventino niente di mai visto prima, sono costruite assai bene, ed è un piacere seguire le varie «tracce» che portano spesso a situazioni spassose o terribili, e a personaggi che sono delle vere macchiette.
Anche i combattimenti hanno un taglio tutto loro: troverete come al solito fucili, spranghe e pistole, ma dovrete ricordarvi che in Atomfall basta un colpo ben piazzato per far fuori un nemico, o nel caso sia indirizzato alla vostra testa, rimetterci le penne. Quindi, ogni scontro va affrontato con furbizia e tattica, magari preparando una imboscata o attirando i nemici in un’area circoscritta e poi facendo loro la festa con una molotov ben piazzata. In generale, secondo chi vi scrive i combattimenti sono un po’ più legnosi della media: siamo lontani dagli scontri veloci, continui e dinamici di uno STALKER, e questo potrebbe rivelarsi frustrante per chi cerca l’azione pura.
C’è da dire che il gioco, molto astutamente, permette al giocatore di scegliere l’approccio preferito: dalla modalità «storia», molto semplificata, a quella in cui i combattimenti sono impegnativi e gli enigmi facilitati, o viceversa. In questo modo, potrete decidere di vivere le circa 15 ore di avventura nel modo che gradite maggiormente. Se vi è piaciuto un titolo come Fallout¸ vi troverete a casa, anche se – lo ripetiamo – Atomfall ha una identità unica e diversa, a tratti magari anche più impegnativa, ma di sicuro originale e unica.
Atomfall è disponibile per PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X|S e PC. Su queste ultime due piattaforme, è anche incluso in Game Pass, l’abbonamento «all you can play» di Microsoft. Il gioco è tradotto (solo testi, ma è un piacere sentire gli accenti british!), mentre il PEGI età consigliata è 18+.