Il Pd si chiude, l'intesa Lega-M5S diventa possibile

ROMA - La chiusura totale del Pd, l'asse emerso per spartirsi le presidenze delle Camere, la forza dei numeri in Aula, oggettiva e rassicurante: ci sono questi tre fattori a rendere, a dieci giorni dal voto in Italia, l'intesa di governo tra M5S e Lega non più impossibile.
Certo, quella di un ticket Luigi Di Maio-Matteo Salvini, al momento, resta un'ipotesi posizionata al termine di una strada irta di ostacoli. Ma il primo contatto, "franco e cordiale", tra i due c'è stato. E, rispetto a un giorno fa, è una novità non da poco. Non ancora corroborata da un faccia a faccia che, annunciato da voci circolate in giornata, viene al momento smentito dai diretti interessati.
Il M5S, fino a lunedì sera, nella sua partita di retroguardia aveva sempre guardato al Pd. Troppo strumentalizzabile veniva considerato un accordo con la Lega. E poco percorribile si delineava il dialogo con chi, come Salvini, è comunque uscito quasi da vincitore dal voto.
Ma con la chiusura dei Dem, il M5S ha dovuto pensare alle contromisure: e sul piatto, visto il fermo "no" ad un governo di unità nazionale, restano il ritorno alle urne e un'asse con la Lega. Asse che potrebbe prendere una prima forma con Di Maio che punta ad un accordo complessivo sulle presidenze delle camere, guardando, deciso, alla guida di Montecitorio. Anche se il M5S deve fare i conti con la candidatura del "lumbard" Giancarlo Giorgetti alla Camera, che non vedrebbe tra l'altro neanche la trincea del Pd. Tra i dem, infatti, Giorgetti è considerato, più di altri profili, una figura di garanzia.
Il possibile asse sulle Camere diventa anche lo sfondo del primo punto di contatto tra Di Maio e Salvini. Una prova tecnica d'intesa, trasferibile anche sul terreno programmatico. Un governo Lega-M5S non sarebbe un esecutivo di alleati ma delineabile dopo almeno un paio di giri (andati a vuoto) di consultazioni al Quirinale, come extrema ratio per non tornare alle urne. La missione e la durata di questo eventuale esecutivo sono parte di un libro tutto da scrivere ma alcuni punti in comune sono già nero su bianco: l'abolizione della legge Fornero (riforma delle pensioni), la stretta sui migranti, una virata nei rapporti con l'Ue sui parametri. E il reddito di cittadinanza? "Lo studierò", sono le parole di oggi di Salvini laddove alla flat tax, dal M5S, nessuna apertura finora è stata fatta.
Ma c'è un altro indizio che, oggi, apre un primo canale di un'intesa con vista governo: La disponibilità, scandita da Salvini alla stampa estera, di non essere per forza premier.
Gli ostacoli per un asse Lega-5 Stelle al governo sono comunque ancora diversi. Una simile prospettiva spaccherebbe la coalizione di centrodestra e, nel Movimento è folta la pattuglia di chi, come Roberto Fico, fino ad una manciata di giorni fa diceva "mai con la Lega". Eppure, neanche nei giorni successivi al voto i vertici del Movimento escludevano l'ipotesi di un accordo con la Lega per una nuova legge elettorale. Per un governo "a tempo", insomma. Ma, si sa, esecutivi con un timer programmato non sono mai esistiti.