Il potere d'acquisto degli svizzeri è sceso del 6% in 20 anni
Malgrado gli aumenti di stipendio negli ultimi 20 anni il potere d'acquisito reale delle economie domestiche svizzere è sceso del 6%, sulla scia dell'esplosione dei premi delle casse malati, che nello stesso periodo di tempo sono raddoppiati: è quanto emerge da un modello dell'economista Fabio Canetg, di cui riferiscono oggi Aargauer Zeitung (AZ) e testate ad essa legate.
Come noto i premi dell'assicurazione sanitaria di base non sono contemplati nel dato sull'inflazione (indice sui prezzi al consumo, IPC) calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST). L'indicatore - che si è attestato al +2,8% nel 2022 e che nel settembre di quest'anno era all'1,7% - misura infatti solo se un prodotto o un potenziale servizio è diventato più costoso, ma non se, ad esempio, si deve andare più spesso dal medico perché si sta invecchiando.
Questo significa che se tutti i prezzi rimangono costanti, ma i premi dell'assicurazione sanitaria aumentano a causa dell'aumento delle visite mediche, il tasso di inflazione non indica una perdita di potere d'acquisto: questo perché la visita dal dottore in sé non è diventata più costosa. Ciò dà l'impressione che con il proprio stipendio si possa ancora acquistare la stessa quantità di beni di prima, anche se in realtà una famiglia può spendere di meno. «Questo non corrisponde a ciò che generalmente si intende per potere d'acquisto», afferma Canetg in dichiarazioni riportate dall'AZ.
Il dottore in economia con studi a Berna a Tolosa non mete in discussione il classico dato sul rincaro, che a suo avviso ha una sua giustificazione come parametro statistico. Ma sottolinea: «Quando parliamo di potere d'acquisto, questo non riflette componenti importanti come i premi dell'assicurazione sanitaria. Ecco perché mi infastidisce quando si sostiene che con un tasso d'inflazione dell'1,7% in Svizzera sussiste solo una leggera perdita di potere d'acquisto».
Canetg ha quindi sviluppato un modello di IPC alternativo: il comparto dell'indice che considera i prezzi sanitari è stato sostituito con l'evoluzione dei premi delle casse malati. La perdita reale di potere d'acquisto viene poi calcolata confrontando l'aumento dei prezzi con la crescita nominale dei salari.
Il docente alle università di Neuchâtel e Berna sa peraltro che a livello tecnico sussistono anche argomenti che inducono invece a non toccare il tasso di inflazione dell'UST. Un'altra economista, Alexandra Janssen, in un podcast con lo stesso Canetg ha spiegato perché non ritiene sensato un adeguamento. «Può essere una misura interessante, ma non ha più nulla a che fare con l'indice nazionale dei prezzi al consumo: mescola quantità e prezzi, il che lo rende difficile da interpretare». Inoltre, l'indice esistente è decisivo per le decisioni di politica monetaria, fa notare l'esperta.
L'Aargauer Zeitung ricorda peraltro che per molto tempo in Svizzera si è praticata la compensazione automatica dell'inflazione: fino agli anni 90 clausole di tal tipo facevano parte di molti contratti collettivi di lavoro. Oggi invece sono pochi i settori che ne beneficiano ancora.