Il caso

Il ritorno dell'amata-odiata ora solare, nella notte fra sabato e domenica

Da anni, pur senza venirne a una, si discute se abolire o meno il cambio dell'ora – Ecco tutto quello che c'è da sapere sul prossimo spostamento di lancette, in programma il 29 ottobre 2023
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Red. Online
26.10.2023 16:00

Il freddo e un clima tipicamente autunnali, in fondo, hanno fatto capolino da poco, pochissimo in Svizzera. O, quantomeno, in Ticino. Eppure, è già tempo di «allineare» i nostri orologi all'autunno e, a tendere, all'inverno. Il solito rituale, insomma, segnato tanto dal cadere delle foglie quanto, appunto, dallo spostamento delle lancette. Alla fine del mese, nello specifico, i nostri orologi dovranno tornare indietro di un'ora.

Sì, sarà di nuovo ora solare dopo mesi e mesi di ora legale, ovvero – citiamo Wikipedia – la convenzione di spostare avanti di un'ora le lancette degli orologi di uno Stato per sfruttare meglio l'irradiazione del sole durante il periodo estivo. Il passaggio all'ora solare avverrà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre 2023. Questo weekend, per farla breve: le tre del mattino, come per magia, diventeranno le 2 del mattino. D'accordo, ma che cosa cambierà concretamente? In Svizzera farà buio prima. Ma, almeno, dormiremo un'ora in più. Un pizzico di malinconia, invece, sarà da prevedere la sera. Quando, come detto, farà notte prima. Molto prima.

Ma qual è lo standard cui adeguarsi?

In Svizzera, l'Istituto svizzero federale di metrologia (METAS) è responsabile della realizzazione e diffusione dell'ora ufficiale svizzera. A tale scopo, come spiega il Consiglio federale, nei suoi laboratori gestisce diversi orologi atomici partecipando in tal modo alla realizzazione del tempo mondiale coordinato. Il METAS mette anche a disposizione un server orario, con il quale gli orologi dei computer possono essere sincronizzati con l'ora ufficiale svizzera con una precisione di alcuni millisecondi.

Da quando esiste il cambio dell'ora?

La Svizzera ha introdotto la cosiddetta ora legale nel 1981. Sostanzialmente, per allinearsi ai Paesi vicini. Diverse nazioni, infatti, avevano già introdotto l'ora legale qualche anno prima. Allo scopo di risparmiare energia. Come? Sfruttando meglio la luce del giorno. Guai se gli elvetici fossero rimasti un'isola «temporale» nel cuore dell'Europa, con tutte le conseguenze del caso a livello di rapporti commerciali, trasporti, turismo e comunicazioni. In precedenza, la Confederazione aveva comunque respinto questo allineamento tramite referendum.

Che cosa disse l'Unione Europea

Si discute se mantenere il sistema attuale, ovvero sette mesi di ora legale e cinque di ora solare, da molti anni oramai. La Svizzera, come detto, aderì al cambiamento nel 1981, per allinearsi a quanto già accadeva nelle nazioni vicine. Nel 2019, per contro, il Parlamento europeo sostenne la fine del passaggio dall'ora solare a quella legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni. 

Un voto, questo, anticipato nel 2018 da una proposta della Commissione Europea. Così l'allora presidente Jean-Claude Juncker: «Dichiariamo spesso nei nostri discorsi che vogliamo essere grandi sulle grandi questioni e piccoli sulle piccole. Non riscuote però nessun applauso il fatto che una norma dell'UE imponga agli europei di spostare le lancette dell'orologio due volte l'anno. Oggi la Commissione propone di rinunciare a questa prassi. È necessario abolire lo spostamento delle lancette. Gli Stati membri dovrebbero decidere da soli se i loro cittadini devono seguire l'ora legale o quella solare. È una questione di sussidiarietà. La mia aspettativa è che il Parlamento e il Consiglio condividano tale parere e trovino soluzioni che funzionano per il nostro mercato interno. Il tempo è finito».

Da allora, però, nulla, ma proprio nulla è cambiato. Tranne l'ora, che continua a variare due volte l'anno, in primavera e in autunno. A pesare, evidentemente, sono state la crisi pandemica e, ancora, la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente. Eventi e crisi che, di certo, non hanno aiutato l'UE a rimettere mano al dossier.

Gli argomenti degli esperti

La Commissione Europea, nel presentare la sua proposta, aveva portato una serie di argomenti invero piuttosto convincenti a favore della cessazione del cambio dell'ora: effetti negativi sulla salute, l'aumento di incidenti stradali, la questione energetica e del risparmio. 

Secondo gli esperti, se mantenessimo tutto l'anno un regime di ora legale ne guadagneremmo in termini di assunzione di vitamina D e, ancora, avremmo meno disturbi del sonno. Di più, l'ora solare non sarebbe altro che un retaggio della società contadina. Oggi, nel 2022, in piena modernità insomma, avrebbe più senso avere luce alla sera che non al mattino. 

Va ricordato, concludendo, che in Svizzera un comitato guidato dalla consigliera nazionale Yvette Estermann e Armin Capaul nel 2019 lanciò un’iniziativa per abolire il cambio di orario. Il risultato? L'iniziativa morì sul nascere, dal momento che non riuscì a raccogliere le 100 mila firme necessarie. 

Occhio all'orologio del forno

Arrivati sin qui, resta un'ultima domanda: ma davvero dobbiamo ricordarci di questo cambio? In termini pratici, no: gli orologi degli smartphone, e quindi le sveglie, si aggiornano automaticamente. Quindi, nessun rischio di svegliarsi in un altro tempo. Occhio, però, a orologi come quelli del forno, in cucina. Se siete abituati a guardarlo per sapere che ore sono, ricordatevi che domenica le lancette dovranno tornare indietro.

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