Svizzera

Il ritorno dell'ora legale: che cosa cambia e perché

Stanotte dormiremo un'ora in meno, ma nei prossimi mesi godremo di più luce la sera – Se avete un orologio meccanico è bene che stasera spostiate le lancette in avanti
Red. Online
30.03.2024 16:15

Ne abbiamo già parlato. Ma è bene riparlarne. Questa notte, tra sabato 30 e domenica 31 marzo, alle 2 per la precisione, l’ora legale farà il suo ritorno. E allora? Che cosa cambia? Innanzitutto, stanotte dormiremo un’ora in meno. In compenso, godremo di un’ora di luce in più la sera per i prossimi sei mesi. Quelli che potremmo definire, allargando e di molto il campo, estivi.

Il cambio di ora, con l’avvento degli smartphone e degli smartwatch, oramai passa quasi inosservato. Ai tempi, per contro, era necessario spostare manualmente in avanti (o indietro, nel caso dell’ora solare) gli orologi meccanici e gran parte di quelli digitali. Detto questo, allo scoccare delle 2, passeremo direttamente alle 3.

Il passaggio all’ora legale, ogni anno, è fissato per la notte dell’ultimo fine settimana di marzo. Il ritorno all’ora solare, invece, è in agenda l’ultimo weekend di ottobre. Quest’anno, cadrà il 27. Dicevamo che l’ora legale è associata all’estate, tant’è che in alcuni Paesi si parla di «orario estivo». E questo perché, spostando un’ora in avanti gli orologi, è possibile beneficiare maggiormente della luce solare. Con tutti i vantaggi del caso in termini di consumo di energia elettrica.

Un po’ di storia, ora. L’ora legale, in molti Paesi, venne introdotta nel 1916. L’obiettivo? Il risparmio di energia, appunto. Un tema molto sentito considerando che, all’epoca, si combatteva la Prima guerra mondiale. Fra i Paesi che la introdussero c’era anche la vicina Italia. Paese che, nei decenni successivi, la abolì e reintrodusse più volte fino all’adozione definitiva nel 1965. L’adozione da parte della Svizzera avvenne più tardi, nel 1980, diventando realtà nel 1981. A livello europeo, per contro, l’ultima modifica dei tempi dell’ora solare fu nel 1996. Da quell’anno, il passaggio dall’ora solare a quella legale avviene negli stessi tempi e modi – tenendo conto dei fusi orari – per tutti gli Stati membri. La Svizzera, pur non essendo nell’UE, si adegua alle abitudini e alle decisioni dei Paesi limitrofi. Così, al riguardo, il Consiglio federale: «Con l'introduzione dell'ora dell'Europa centrale alla fine del XIX secolo come pure con l'adozione del passaggio all'ora legale nel 1980 il Consiglio federale e il Parlamento hanno optato soprattutto per motivi economici per un sistema orario coerente con quello degli Stati confinanti. In caso di adozione di un sistema orario differente la Svizzera diventerebbe un'isola temporale con le conseguenze che ne derivano in particolare nei rapporti commerciali, nel settore dei trasporti, nel turismo e nelle comunicazioni».

L’ora legale, per contro, non è utilizzata in Argentina, India, gran parte dell’Africa e Russia. In Australia, dall’altra parte del mondo, vige un regime misto: le singole amministrazioni possono infatti decidere in totale autonomia rispetto al governo centrale. Il risultato? In quattro Stati federati su sei vige l’ora legale. Ci sono, poi, gli Stati Uniti. Da un lato, è curioso notare che due Stati – Arizona e Hawaii – non adottano l’ora legale. Dall’altro, il passaggio al cosiddetto Daylight Saving Time non avviene in contemporanea all’Europa. Quest’anno, per dire, l’ora legale in America è in vigore dal 10 marzo. 

Curiosità finale: la Pasqua, che si celebrerà domenica, quest’anno coincide con il cambio di ora. Tradotto: questa festività durerà 23 ore invece delle canoniche 24. Era accaduto nel 2016 l’ultima volta. Accadrà di nuovo fra tre anni, nel 2027. Vi risparmiamo, per ora, le discussioni sull'utilità o meno di mantenere l'ora legale tutto l'anno. Anni fa, il citato Consiglio federale sull'argomento aveva tagliato corto: «Attualmente, la possibile abolizione del cambio di orario stagionale è un argomento di discussioni politiche, soprattutto negli Stati confinanti. Tuttavia, non sono ancora state prese tutte le decisioni, né a livello dell'UE né di tutti i singoli Stati membri». Detto in altri termini, se ne riparlerà (forse) in futuro.