«Il ritorno di Lukaku? Un’operazione clamorosa»
Il colpo è chiuso: Romelu Lukaku è tornato all’Inter. Dopo neanche un anno dal suo arrivo al Chelsea, il belga farà ritorno al club nerazzurro in prestito, dopo il raggiungimento di un accordo dal valore di 8 milioni tra le due società. Abbiamo parlato di questo particolare trasferimento con il giornalista Fabrizio Biasin.
Signor Biasin, iniziamo chiarendo la dinamica della faccenda. Cronologicamente, come siamo arrivati alla situazione odierna?
«Tutto nasce dalla partenza di Lukaku per il Chelsea lo scorso agosto, cosa che aveva stupito tutti, da compagni a dirigenti e tifosi. Il belga si era però pentito della sua scelta pochi mesi dopo. Già a partire da ottobre aveva cominciato a sentire i suoi ex compagni e dirigenti nerazzurri. Quelle che inizialmente parevano essere solo voci di corridoio, avevano poi trovato conferma nella famosa intervista rilasciata da Lukaku a Sky dopo Natale, quando il belga aveva fatto capire le sue intenzioni di voler tornare all’Inter. Da qui in poi, Lukaku è diventato molto insistente con i suoi ex compagni e dirigenti, i quali si sono detti disponibili a riportarlo a Milano, solo se però l’iniziativa fosse partita da lui. L’attaccante belga dunque, che è testardo di natura, ha messo da parte il suo vecchio procuratore e, con l’aiuto del suo avvocato, ha iniziato quest’opera di convincimento nei confronti della nuova proprietà del Chelsea. Lukaku ha così fatto una breccia, portando i dirigenti dei Blues a considerare le possibilità di un prestito. L’Inter ha così iniziato a muoversi in questo senso, riuscendo a riportare Romelu Lukaku a Milano».
Lei su Twitter si è espresso in merito a questo trasferimento affermando che, a differenza di molti altri, non avrebbe mai immaginato potesse diventare realtà. Come mai?
«Ormai bazzico in questi ambienti da tanti anni. Ne ho viste di tutti i colori. Mi sembrava impossibile l’idea che un affare da 115 milioni, chiuso l’estate scorsa, si potesse trasformare in un ritorno in prestito per una cifra, non dico irrisoria, ma molto meno significativa, ovvero di 8 milioni più il bonus. È un trasferimento che ha del clamoroso. Non dimentichiamoci che l’Inter ha trattato con un club molto importante, campione d’Europa e del mondo, riuscendo a strappare delle condizioni incredibili al Chelsea dopo aver incassato dal club inglese oltre 100 milioni. No, non me l’aspettavo proprio e sono rimasto sorpreso, come credo sia successo agli stessi dirigenti nerazzurri e a tutta l’entourage di Lukaku».
Al netto di tutto ciò che è successo, verrebbe da concludere che chi ci ha rimesso di più è proprio il Chelsea.
«Nel calcio può capitare di azzeccare alcuni aspetti così come di sbagliarne altri. In questo caso specifico, l’errore è stato commesso dal Chelsea, sì, ma non dimentichiamoci che questo club era una cosa fino a qualche mese fa e ora è un’altra. Se oggi ci fosse ancora la dirigente sportiva Marina Granovskaia (che ha salutato i Blues proprio in questi giorni) probabilmente non si sarebbe arrivati a questa soluzione. Lei sarebbe riuscita a trattenere Lukaku oppure, per lo meno, non si sarebbe arresa in questa maniera. Tutta una serie di situazioni e concause hanno portato a questo trasferimento, che è qualcosa di quasi mai visto nel mondo del calcio».
Al Chelsea Lukaku non si trovava bene e non ha fatto scintille, questo si sa. Ma tornare all’Inter passando da un ingaggio di 12 milioni, percepiti ai Blues, agli 8 che prenderà a Milano suona un po’ strano. Lascerebbe ipotizzare che c’è un amore di fondo tra il giocatore belga e il club nerazzurro. Oppure questi dati vanno letti diversamente?
«C’è sicuramente una componente sentimentale. Lukaku ha capito quasi subito di aver lasciato un ambiente dove poteva esprimersi al meglio e stare bene. Ma va anche ricordata la singolarità del soggetto. Stiamo parlando di un giocatore molto particolare, che riesce a fare un’intervista dicendo delle cose che vanno a creargli dei problemi con i suoi stessi tifosi. È vero che rinuncia a tanti soldi, aspetto che si vede di rado, ma dal suo punto di vista ha optato per una scelta soprattutto pragmatica. Mi spiego. Sul piatto della bilancia Lukaku aveva due possibilità. La prima: stare al Chelsea, incassare tanti soldi, ma essere uno dei tanti, se non addirittura un emarginato dal gruppo, perché con il tecnico non andava d’accordo. La seconda: tornare a Milano dove è stato un re e, magari, ritrovare le stesse condizioni per mettersi in mostra, anche in vista dell’imminente Mondiale. L’attaccante belga ha optato per la seconda ipotesi. Credo abbia fatto la scelta più lucida e logica. Credo anche che il suo esempio debba fare drizzare le antenne a tutti quei giocatori che spesso scelgono solo la via del portafoglio».
Come hanno preso la notizia i tifosi interisti? La curva nord non è particolarmente contenta, ma va anche ricordato che Lukaku non aveva lasciato il club nerazzurro nel migliore dei modi, tra lo scontento dei suoi sostenitori.
«È comprensibile un certo tipo di reazione da parte di alcuni tifosi. Chiaramente, dal punto di vista sportivo, l’Inter ci guadagna da questo ritorno. Ma la reazione comportamentale può mostrare altro. Lukaku si era comportato male quando era partito. Ovviamente tutti hanno il diritto di avere ambizioni, ma lui non era stato chiaro l’estate scorsa e questo non era piaciuto alla tifoseria. È però anche vero che ha fatto di tutto per tornare, mettendosi nelle condizioni per farsi perdonare. Poi vedremo chi e quando riuscirà a farlo. Il modo migliore per ricevere il perdono è sicuramente quello di regalare lo scudetto all’Inter».
Si tratta di un prestito secco. La situazione verrà dunque rivalutata tra 12 mesi. È ipotizzabile pensare che Lukaku vorrà rimanere a Milano, o dovremo aspettare di vedere cosa accadrà questa stagione?
«È un discorso prematuro. Ma va detto che l’accordo raggiunto è un po’ figlio del regolamento. In questo momento, infatti, non è possibile fare prestiti superiori a un anno. La mia sensazione è che alla fine della prossima stagione, ovviamente tenendo presente che dovremo aspettare di vedere come andrà, si procederà a un altro rinnovo e magari (con tutte le incognite del caso) si ragionerà sul riscatto del giocatore. La cosa più probabile è che questo prestito potrà essere rinnovato l’anno prossimo».