Bellinzona

Il San Giovanni si rinnova: «Efficienza, cura e sinergia»

Inaugurati all’interno dell’ospedale due pronto soccorso moderni e funzionali per gli adulti e per i bambini – Raffaele De Rosa: «Un tassello fondamentale per tutto il Cantone» – Alessandro Bressan: «L’intervento era necessario»
© Ti-Press/Massimo Piccoli
Irene Solari
25.11.2024 20:04

Efficienza, rapidità, sinergia e accoglienza. «Sono le caratteristiche che deve avere il pronto soccorso di un ospedale per servire al meglio la popolazione», ha esordito Alessandro Bressan, direttore dell’Ospedale regionale di Bellinzona e Valli, in occasione dell’inaugurazione dei nuovi pronto soccorso al San Giovanni. Una struttura dedicata ai pazienti adulti e l’altra a quelli pediatrici (dagli zero ai sedici anni). Alla cerimonia ufficiale erano presenti diverse autorità. Raffaele De Rosa, consigliere di Stato e direttore del Dipartimento sanità e socialità, insieme a diversi granconsiglieri, il sindaco di Bellinzona Mario Branda, accompagnato da alcuni municipali. Presente anche Glauco Martinetti, direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) e Roberta Petrino, primario e direttrice del Servizio di medicina d’urgenza dell’EOC.

Una squadra forte

Il rinnovamento del San Giovanni è più profondo di come appare a prima vista. Non solo, infatti, si è dotato di due strutture moderne e funzionali, con spazi partici e accoglienti (soprattutto la zona pediatrica, decorata con cura) ma ha puntato anche su una nuova organizzazione a livello di squadra operativa. Un team forte e coeso, con una cinquantina di medici e infermieri specializzati in medicina d’urgenza presenti 24 ore su 24 per rispondere nel modo migliore e nel minor tempo possibile alle esigenze dei pazienti, sempre operando in massima sicurezza. Basti pensare che sono 36 mila ogni anno le persone che varcano la soglia del pronto soccorso del San Giovanni: 24 mila gli adulti e 12 mila i pazienti pediatrici, con una tendenza all’aumento.

La luce del sole

Era dunque assolutamente necessario fornire spazi rinnovati migliori, ben collocati, vicini e in comunicazione, ha spiegato Bressan: «I due pronto soccorso sono separati tra loro ma sono uniti dall’area dedicata alla rianimazione, alla radiologia convenzionale e a quella delle TAC (dove vengono eseguiti oltre 9 mila esami all’anno), che si trova esattamente al centro. Così da creare importanti sinergie a livello di spazi e di infrastrutture, visto che sono aree che possono essere usate sia da pazienti adulti che da quelli pediatrici». Ma non solo. «Vogliamo che il pronto soccorso sia accogliente anche per chi ci lavora ogni giorno per molte ore. La vecchia ubicazione era al piano sotterraneo, accessibile solo con l’ascensore. Il personale non vedeva nemmeno la luce del sole».

Dimensione umana

«Questo è un tassello essenziale per la sanità del nostro Cantone», ha aggiunto De Rosa. Sottolineando anche e soprattutto l’importanza della dimensione umana: «Saper affrontare l’emergenza è una qualità rara, che ha chi si occupa di medicina d’urgenza. Ma lavorare in pronto soccorso è anche una questione di umanità, si vedono persone spaventate, sofferenti. C’è bisogno di tanta empatia e sensibilità. Ecco perché sono orgoglioso di essere qui, questo è un segnale di forte resilienza». Un’importanza, quella del San Giovanni, sottolineata anche da Branda, che ne ha ricordato le radici storiche. «Oggi non è immaginabile la nostra città senza il suo San Giovanni». Una presenza longeva. «Salendo da Ravecchia si vedono quattro colonne antiche, sono le vestigia del primo Convento ospedaliero del San Giovanni che risale al medioevo». L’ospedale venne poi spostato a metà del XVII secolo vicino alla chiesa di San Biagio. «Pur nella sua semplicità e nelle ridotte dimensioni - contava 20 posti letto - era tenuto in grande considerazione dalle autorità dell’epoca». Di strada da allora ne è stata fatta, ma l’ospedale non si è mai fermato: «Sono stati messi in campo sforzi continui per spingere sempre più in là i limiti e per adeguare le strutture».

Nuovi passi

La realizzazione dei due pronto soccorso, iniziata nel 2016, è costata poco meno di 10 milioni di franchi. «È stato un investimento importante ma necessario», ha spiegato Bressan. «Fa parte di un masterplan, un piano di investimento per il San Giovanni da circa 80 milioni e in corso fino al 2027, con diverse opere già concluse e altre ancora in fase di realizzazione». Gli ha fatto eco Martinetti: «Il progetto si iscrive in una sfera più ampia, quella dell’Ente ospedaliero, che al momento ha diversi importanti cantieri attivi in tutto il Cantone. Chiuderemo infatti quest’anno con 76 milioni di investimento, significa che stiamo facendo molto. Il tema di fondo è garantire un nuovo ciclo di vita ai nostri ospedali con una medicina meno stazionaria e sempre più ambulatoriale. Perché è questa la direzione in cui stiamo andando».

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