FLP

Il «super CdA» passa, ma Berna era contraria

Il consiglio d’amministrazione sale da 7 a 9 membri e il Cantone ottiene la maggioranza assoluta - Zali voleva aumentare il controllo dopo la creazione della società «figlia» che gestirà i lavori di costruzione del tram
© CdT / Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
09.11.2023 06:00

La Ferrovie Luganesi SA, meglio nota come FLP, ora è più saldamente nelle mani del Cantone, ma l’ampliamento del consiglio d’amministrazione con l’aggiunta di due membri in rappresentanza di Palazzo delle Orsoline, approvata ieri in assemblea, ha trovato un contrario d’eccezione: la Confederazione, che nella società ticinese è azionista di minoranza con una quota del 10%. Tramite un rappresentante legale, l’avvocato Clarissa Indemini, che della FLP fino a poco tempo fa è stata presidente, l’Ufficio federale dei trasporti ha fatto sapere che si sarebbe opposto al cambiamento di statuto perché riteneva che sette membri del CdA, «viste le dimensioni dell’impresa», fossero «largamente sufficienti».

Risultato scritto

Largo, però, era anche il vantaggio politico a favore del Cantone, che detiene il 50% delle azioni, e quindi virtualmente la metà dei voti in assemblea. Infatti il conteggio finale è stato senza storia: il passaggio a nove membri è stato approvato dai rappresentanti di 2.586 azioni, mentre hanno detto no i detentori di 510 azioni (astensione per 37 azioni). Il consiglio verrà quindi completato con due nuovi rappresentanti del Cantone, che andranno ad aggiungersi al presidente Roberto Citterio, a Sabrina Aldi e ad Andrea Sanvido. A portare la voce dei Comuni ci sono invece Filippo Lombardi ed Emilio Taiana, mentre gli azionisti privati sono rappresentati da Jacopo Donati e Rossano Guggiari.

Mamma e figlia

All’assemblea, svoltasi al Golf Club di Magliaso, ha partecipato anche il consigliere di Stato Claudio Zali, che solo due giorni fa aveva annunciato in conferenza stampa la nascita della RTTL, una società «figlia» della Ferrovie Luganesi che servirà a gestire la realizzazione della nuova rete tram del Luganese (su cui anche nella FLP sono tutti d’accordo) fino alla sua consegna. A chiederne la costituzione era stato l’Ufficio federale dei trasporti, secondo cui i lavori non potevano essere gestiti dal Cantone. Quest’ultimo si è adeguato, ma con la ferma volontà di avere tutto sotto controllo: da lì la scelta di garantirsi una maggioranza più solida nel consiglio d’amministrazione della SA «mamma», la FLP, passando da una maggioranza relativa di 3 membri su 7 a una assoluta di 5 su 9 (la maggioranza assoluta nel finanziamento del tram, invece, la detiene Berna, garantendo 296 dei 418 milioni necessari, ma il suo impegno economico è slegato dalle questioni discusse ieri e non è in discussione).

Torna il giudice

Forte dei numeri favorevoli al Cantone, Zali non è intervenuto nel dibattito. Ha parlato solo a inizio seduta, rimettendosi un po’ i panni del giudice per far notare che procedere a un voto segreto, come volevano alcuni, avrebbe richiesto il consenso dei rappresentanti di un quinto delle azioni «presenti» (cosa che non è avvenuta). La successiva discussione è stata caratterizzata dagli interventi critici di alcuni rappresentanti dei Comuni e dei privati, fra cui c’era del malumore per i tempi e i modi scelti dal Cantone per dar vita alla RTTL, il cui CdA è composto da Sabrina Aldi, Alex Farinelli, Paolo Beltraminelli, Riccardo De Gottardi e Matthias Neuenschwander.

Altrove è diverso

«Con cinque consiglieri su nove, il Cantone può fare quello che vuole e questo taglia il dialogo» ha incalzato l’ex sindaco di Ponte Tresa Daniel Buser. «Sui media abbiamo letto informazioni che avremmo voluto sentire prima in questa sede» ha esordito Stefano Soldati per gli azionisti privati. «Ora vorremmo capire quale sarà la governance della RTTL e i rapporti fra la società ‘mamma’, che ha centodieci anni di storia, e la ‘figlia’». Soldati ha poi fatto alcuni esempi di società di trasporti svizzere in cui il Cantone detiene una grande fetta delle azioni ma occupa pochi posti nel consiglio d’amministrazione, dove invece siedono diversi esperti del settore, «perché prevalgono le competenze e gli obiettivi». «Non dimentichiamo poi che la FLP è nata e cresciuta sulla base di un patto fra Comuni e privati, che si sono assunti dei grossi rischi finanziari: questo patto dev’essere rispettato».

Un attimino al corrente

Il presidente Citterio ha cercato di buttare un po’ di acqua sul fuoco. «Non entro nel merito della RTTL perché non è un tema all’ordine del giorno, mentre l’aumento dei membri del nostro CdA è legato al fatto che il Cantone, dovendo controllare lavori per cinquecento milioni di franchi, vuole essere un attimino al corrente di quello che succede nella società che gestirà l’opera. Ed essendo il maggiore azionista della FLP, vuole essere in maggioranza anche nel suo CdA: è giusto. Una volta finito il tram, poi - ha concluso il sindaco di Magliaso - potremmo tornare a sette membri». «Questo voto è un esercizio simpatico - ha concluso Rossano Guggiari - ma inutile: chi ha i numeri comanda».

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