Emergenza

«Il terreno era troppo fragile, dovevamo intervenire»

È allerta di grado 2 in tutto il territorio cantonale per le piogge che domani investiranno il Ticino – Le autorità hanno portato via una decina di persone dalla Valle Bavona con un Super Puma – Critiche da Fiorenzo Dadò: «Si potrebbe fare meglio usando il buonsenso»
©MICHAEL BUHOLZER

Ancora pioggia. Esattamente una settimana dopo la forte ondata di maltempo che ha messo in ginocchio la Vallemaggia, questa notte sono attese nuove precipitazioni. «Abbiamo diramato l’allerta di grado 2 - ci conferma Guido Della Bruna di MeteoSvizzera -. Il grosso dei quantitativi si concentrerà nella notte fra sabato e domenica, ma l’evento sarà inferiore rispetto a quello della scorsa settimana». In Vallemaggia, per MeteoSvizzera potrebbero scendere tra i 40 e i 70 millimetri di pioggia. «Ma, vista l’incertezza delle previsioni, si potrebbero toccare anche punte di 80-90 millimetri, e localmente sorpassare i 100». Tuttavia, la fragilità del terreno ha spinto le autorità a intervenire in maniera decisa, decretando l’evacuazione preventiva della popolazione. «Per la definizione delle zone da evacuare - sottolinea lo Stato Maggiore regionale di condotta - sono state prese in considerazione le infrastrutture e le abitazioni già colpite e quelle limitrofe che potrebbero essere colpite da eventuali altri fenomeni intensi». Infatti, prosegue, «le attuali condizioni idrogeologiche, lo stato di avanzamento delle singole messe in sicurezza, l'attuale deflusso delle acque nei pressi delle abitazioni e la morfologia del territorio, profondamente modificata, richiedono particolare prudenza, risultando difficile prevedere la risposta dei bacini idrografici anche a precipitazioni di intensità inferiore a quella osservata settimana scorsa».

Domani tocca alla Lavizzara

Nella giornata di oggi, è toccato alla Valle Bavona, mentre domani sarà il turno dei residenti di altri comprensori e località. In particolare, sono toccati dalla misura l’abitato di Prato-Sornico nei pressi del riale Scudau; gran parte delle abitazioni al Piano di Peccia, in particolare in sponda orografica il nucleo di San Carlo, in sponda destra del fiume di Peccia nelle vicinanze del riale proveniente dall’Alpe di Sovenat e il nucleo di Sant’Antonio. Ma anche la località Bola-Croisa, nei pressi di Mogno (Ri di Röd). Per quanto riguarda la Valle Bavona, «le persone interessate dall’evacuazione sono state informate nel corso della mattinata per telefono», ci dice il responsabile dello Stato Maggiore regionale di condotta Antonio Ciocco. «Nel pomeriggio, si è poi proceduto con l’evacuazione tramite gli elicotteri». Per portare via gli abitanti della Valle Bavona, è stato effettuato un unico volo, con il Super Puma dell’esercito. Per informare la popolazione, lo Stato Maggiore regionale di condotta è stato supportato dalle autorità comunali. «Domani proseguiranno i lavori di evacuazione via strada e, successivamente, verrà messo in atto il blocco stradale sui tratti necessari». Concretamente, dalla valle sono state allontanate nove persone, mentre altre nove hanno deciso di rimanere sul posto. Nessuna delle persone sfollate ha necessitato di alloggiare nel centro della Protezione civile di Ascona. Tutte, infatti, hanno trovato una sistemazione da amici e familiari.

Per quanto riguarda la Lavizzara - su cui si concentrerà l’intervento odierno - «sarà possibile fornire le cifre solo domani», ossia quando saranno portate a termine le operazioni. Ma come saranno sfollate le persone via terra? Ancora Ciocco: «Tendenzialmente hanno tutte una vettura con cui spostarsi», spiega. «Ma la Protezione civile è a disposizione per chi invece non disponesse di un mezzo di trasporto». Il controllo di chi ha lasciato o meno il territorio sarà effettuato telefonicamente dalle autorità , ma - precisa ancora il capitano - «l’evacuazione non può comunque essere coatta». Non a caso, «vi sono abitanti che hanno espresso la ferma intenzione di rimanere nei loro luoghi». E se una persona decide di restare, a parere delle autorità «lo fa assumendosi i rischi dettati dalla situazione». In ogni caso, chiosa il nostro interlocutore, «al momento non rileviamo situazioni eccessivamente pericolose».

Il territorio è ferito

«Le conseguenze che abbiamo riscontrato sul territorio, dopo l’evento della scorsa settimana, ci hanno spinto a decidere per l’evacuazione», evidenzia dal canto suo Andrea Salvetti, membro della Commissione cantonale per i pericoli naturali. Infatti, prosegue, «non sapendo come il territorio potrà reagire alle precipitazioni attese per il fine settimana, abbiamo ritenuto necessario attuare queste misure». L’ondata di forte maltempo che si è abbattuta sulla Vallemaggia sabato, ricorda Salvetti, «è stata molto estrema e importante, quindi via via nei prossimi giorni e nelle prossime settimane dovremo valutare la risposta delle zone colpite. Veniamo da un periodo di precipitazioni intense, quindi è importante monitorare costantemente la situazione». Dopo quanto accaduto, il rischio rimane elevato. «Di fronte a un fenomeno alluvionale simile, le ferite sul territorio hanno bisogno di tempo per rimarginarsi. E, visto che è in arrivo nuova pioggia a distanza di appena una settimana, è importante adottare una certa precauzione».

C’è anche qualche critica

La decisione di allontanare  parte degli abitanti ha trovato il consenso anche delle autorità comunali. «Il piano di intervento allestito dallo Stato maggiore mi sembra ben coordinato e anche l’evacuazione è stata gestita in maniera positiva», osserva la sindaca di Cevio Wanda Dadò. «La settimana scorsa - ricorda - siamo stati colti alla sprovvista, confido che stavolta le persone si stiano spostando in luoghi sicuri, in via precauzionale. Le precipitazioni non dovrebbero essere paragonabili a quelle di una settimana fa, è vero, ma il terreno è imprevedibile, quindi meglio non correre rischi». Tra coloro che hanno deciso di trovare un posto più sicuro c’è anche Fiorenzo Dadò. Il presidente del Centro ha percorso a piedi la strada che separa Roseto da Cavergno, dove ha un’altra casa. «A me non è arrivato alcun avviso di evacuazione. Ma, vedendo le previsioni, preferisco dormire a Cavergno». Sopra Roseto, racconta, «c’è ancora moltissimo materiale che deve scendere e il riale sta girando verso il paese. Ogni persona di buon senso dovrebbe lasciare la valle». In generale, per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, Dadò osserva: «Abbiamo constatato forti carenze e, al momento opportuno, dovremo discuterne seriamente per far sì che in futuro si possa gestire meglio situazioni simili. Non parlo certo degli attori locali (dai pompieri, ai samaritani, passando per i Municipi), ma dei vertici dello Stato maggiore di condotta. Si potrebbe fare meglio, senza essere puntigliosi e usando il buonsenso, prestando attenzione alle esigenze più impellenti della nostra gente. Non è ad esempio normale che si debbano compilare formulari per attraversare il fiume con un escavatore o che possono circolare dal ponte di Visletto le auto della polizia e non quelle dell’aiuto domiciliare che aiutano gli anziani».

In questo articolo: