Il Ticino vuole cambiare passo: «Obiettivi sempre più ambiziosi»
«Dobbiamo cambiare passo». Questa era stata, di fatto, la premessa che aveva portato, nel febbraio 2023, il Cantone a definire la trasformazione del PEC - il Piano energetico cantonale - nel PECC. Una «C» in più, quella che sta per «climatico», considerata determinante - le parole da cui siamo partiti erano di Claudio Zali, direttore del DT - proprio per permettere all’intero cantone di cambiare passo sul piano energetico e verso la neutralità climatica. Da quelle parole - a cui era seguita una fase di consultazione - è passato un anno e mezzo, tra siccità (2023) e alluvioni (2024). Ed è anche per questo che, oggi, il Consiglio di Stato sottolinea che «i mutamenti climatici in atto e l’attuale contesto internazionale, che determina una serie di incertezze legate all’approvvigionamento, impongono una politica energetica e climatica più incisiva». Perché «la situazione è radicalmente mutata», in particolare rispetto all’elaborazione del PEC-2013.
Un mondo trasformato, o giù di lì. Ed ecco allora la pubblicazione, da parte del Consiglio di Stato, di un nuovo messaggio relativo proprio al PECC. L’Esecutivo propone infatti «di approvare il PECC, di stanziare un credito quadro di 2 milioni di franchi a favore di studi e approfondimenti ritenuti prioritari», ma anche «di approvare gli aggiornamenti del quadro normativo ritenuti necessari per formalizzare gli indirizzi per perseguire gli obiettivi del PECC». Il fine ultimo è «una politica energetica e climatica coordinata e dinamica, in grado di affrontare le sfide poste dalle esigenze attuali e future e sufficientemente robusta per far fronte a situazioni, anche estreme, dipendenti da eventi esterni». Situazioni estreme che sono di stretta attualità.
Quattro indirizzi da seguire
Anche per questo motivo, il messaggio firmato dal Consiglio di Stato risulta particolarmente tempestivo. Lo scenario implica la necessità di seguire con incisività quattro indirizzi: la conversione energetica; una produzione energetica e un approvvigionamento efficienti, sicuri e sostenibili; l’efficacia, l’efficienza e il risparmio energetico; la neutralità climatica. Non lo nasconde, il Cantone, gli obiettivi si sono fatti «decisamente più ambiziosi». Si parla di una riduzione di circa il 48% della potenza di consumo di energia pro capite, così come di un taglio del 90% delle tonnellate di CO2 pro capite, rispetto al 2008. Il Governo ritiene quindi che vi siano alcuni provvedimenti che debbano essere attuati «in tempi brevi per tendere agli scenari energetici e climatici elaborati». La mancata attuazione - si legge nel messaggio - di questi provvedimenti prioritari vanificherebbe la politica energetica e climatica che s’intende attuare tramite il PECC».
La richiesta del credito da 2 milioni di franchi si inserisce proprio all’interno di questo contesto. Si tratta di favorire, di fatto, studi e approfondimenti necessari a predisporre provvedimenti prioritari. Insomma, oltre all’approvazione del PECC da parte del Gran Consiglio, il Consiglio di Stato chiede un sostegno per lanciare una fase preparatoria in vari ambiti, dall’agevolare l’installazione di impianti fotovoltaici allo sviluppo di un modello energetico per il Cantone, dal promuovere la riduzione dello spreco energetico alla realizzazione di progetti pilota. Il PECC d’altronde è ampio e coinvolge più aspetti che toccano la nostra vita quotidiana.
Obbligo di impianti fotovoltaici
Il messaggio del Governo poi, come premesso, propone adeguamenti formali del quadro normativo, in particolare della Legge cantonale sull’energia del 1994 e marginalmente della legge sull’Azienda elettrica ticinese del 2016, includendo la connotazione climatica del PECC in tutte le sue parti. Tra gli adeguamenti citati, vi è anche quello relativo all’obbligo di installazione di impianti fotovoltaici. «Si intende dare maggiore slancio alla costruzione di impianti solari fotovoltaici inserendo degli obblighi di installazione di questi impianti laddove l’energia elettrica prodotta può essere consumata direttamente sul posto. Il criterio scelto di dimensionare gli impianti coprendo almeno una superficie di tetto o facciate dell’immobile pari al 50% della superficie determinante dello stesso scaturisce dagli indirizzi proposti a livello federale».
Un’altra modifica riguarda lo sviluppo coordinato delle reti di teleriscaldamento, con la creazione di un’apposita commissione. La commissione, quindi, sarà chiamata a «migliorare lo sviluppo coordinato delle reti di teleriscaldamento, supportando le attività di promozione e contribuendo a un uso efficace ed efficiente dei mezzi finanziari messi a disposizione».
Il Governo intende pure «dare maggiore spinta al raggiungimento degli obiettivi energetici e climatici, introducendo in legge un divieto di utilizzo di fonti energetiche fossili per il fabbisogno di calore negli edifici abitativi entro il 2040». Un provvedimento, questo, che ha implicazioni sia sugli edifici nuovi sia su quelli già esistenti.
Una rapida attuazione
Rispondendo - tra le altre - alla mozione di Cristina Gardenghi (Verdi), che chiedeva (era il giugno 2019) venisse dichiarato lo stato di «emergenza climatica in Ticino», il Consiglio di Stato spiega di non ritenere corretto né necessario questo provvedimento. Ma «si ritiene più opportuno, come del resto chiesto nella mozione, procedere con una rapida attuazione dei provvedimenti settoriali sviluppati nel PECC per raggiungere quanto prima la neutralità climatica riducendo la dipendenza energetica».
Il Fondo per le rinnovabili
Parallelamente all’aggiornamento del PECC, ricorda il Cantone, occorre «promuovere l’adozione di provvedimenti immediati al fine di rispondere agli obiettivi prefissati nella strategia energetica e climatica. Tra questi vi è la continuazione del Fondo per le energie rinnovabili (FER), basilare per il finanziamento della realizzazione di impianti che producono energia elettrica da fonti rinnovabili». Ecco quindi la richiesta di rinnovo del prelievo sulla produzione di energia elettrica da destinare al finanziamento del FER.