Regno Unito

Il tumore di re Carlo III e il destino della Corona: «Non credo nell’abdicazione»

Il giornalista Antonio Caprarica commenta le ipotesi sulle conseguenze della malattia diagnosticata al sovrano: «William aveva annunciato che si sarebbe occupato della convalescenza di Kate, ma deve prendere il posto del padre»
© KEYSTONE (James Manning/PA via AP)
Jenny Covelli
06.02.2024 22:00

«Durante il recente intervento ospedaliero del Re per un ingrossamento benigno della prostata, è emersa un'altra questione di preoccupazione. Successivi esami diagnostici hanno individuato una forma di cancro». È con queste parole che Buckingham Palace ha annunciato, ieri, la malattia di Carlo III. La notizia è stata anche letta in aula a Westminster dallo speaker della camera. E nel Paese è esplosa l’inquietudine per le sorti della Famiglia reale. Kate Middleton, principessa di Galles, il 16 gennaio è stata operata all'addome e non si prevede possa tornare a svolgere impegni ufficiali fino a Pasqua. Ora il cancro del Re. Tutti con il fiato sospeso, insomma. E già si parla del futuro del Regno.

«L’abdicazione è fuori discussione»

A proposito di monarchia, la regina Margherita II di Danimarca, la monarca vivente più longeva d'Europa, ha abdicato dopo 52 anni di regno e lasciato il trono al figlio Frederik. «Anche re Carlo dovrebbe abdicare», scriveva a tal proposito alla vigilia dell’anno nuovo il Guardian, perché «invecchiare non deve essere di certo un limite, ma l’età è qualcosa che non si può negoziare. Certo, si merita una reggenza sostanziale, dopo aver aspettato così tanto. Ma non fino alla sua morte. William è capace e pronto a prendere il suo posto». Parole che oggi risuonano con prepotenza. Anche il biografo reale Phil Dampier si era espresso, spiegando che l’abdicazione di Carlo III potrebbe avvenire entro cinque anni: «Se dovesse avere problemi di salute o credesse che sia il momento giusto, potrebbe lasciare il trono a William. Sua madre Elisabetta non poteva farlo, perché suo padre Giorgio VI diventò re dopo l’abdicazione del fratello, e dunque era qualcosa da non ripetere. Ma i tempi cambiano».

Davvero si può ipotizzare l’abdicazione a Buckingham Palace? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Caprarica, ex corrispondente RAI da Londra, che parte con una «doverosa» premessa: «Non si sa nulla della malattia. Non conosciamo dov’è localizzato il male, l’entità e l’aggressività. Auguriamo al Re altri 20-30 anni di vita». Secondo il giornalista, ad ogni modo «c’è una sola opzione sul tavolo, conoscendo la nota avversione dei Windsor alle abdicazioni. Quest’ultima è fuori discussione».

L’ipotesi, noto tabù per la monarchia britannica, anche nel Regno Unito resta confinata a qualche quotidiano e fonte di nicchia sulla stampa. Il Daily Express ricorda che, in base al Declaration of Abdication Act del 1936, il sovrano dovrebbe fare una dichiarazione formale di voler lasciare il trono. In seguito, alla Camera dei Comuni e a quella dei Lord spetterebbe l'approvazione di un atto per permettere che abbia luogo la successione. Metro pubblica una foto della linea di successione al trono: al primo posto c'è il principe William seguito dai tre figli George, Charlotte e Louis, e da Harry in quinta posizione. Dietro, Archie e Lilibet, e all'ottavo posto Andrea, caduto in disgrazia dopo il coinvolgimento nello scandalo Epstein. Le posizioni successive sono occupate dalle figlie del duca di York, Beatrice ed Eugenia, con le relative discendenze, seguite dagli altri due figli di Elisabetta II, Edoardo e Anna, e i loro eredi.

I malanni fisici che hanno colpito i Windsor in rapida successione hanno un che di biblico

«Una sola opzione sul tavolo»: il Recency Act

Qual è, quindi, la sola opzione sul tavolo? «La prassi costituzionale inglese prevede l’atto di reggenza», spiega Caprarica. «Il Regency Act, già utilizzato nel 1811 per la pazzia di Re Giorgio III, consente all’erede al trono di svolgere tutte le funzioni reali senza però ricevere la corona e la successione al trono. Il sovrano resta sovrano, ma i suoi compiti sono affidati a un supplente, che è il reggente. Ma questo solo in caso di incapacità totale del sovrano a svolgere - per ragioni fisiche o psichiche - i suoi compiti. Se si tratta di un’incapacità temporanea, le mansioni vengono svolte dai consiglieri di Stato (Counsellors of State, ndr.)».

In questo periodo in cui Carlo III sarà impegnato con le cure, «i suoi impegni ufficiali potranno essere svolti da uno dei consiglieri di Stato, che sono membri senior della famiglia reale delegati a tal ruolo». Di chi stiamo parlando? Prima di tutto Camilla, poi l’erede William. «Gli altri due consiglieri di Stato fino allo scorso autunno erano Harry e Andrea. Ma per le note ragioni, Carlo ha provveduto a nominarne altri due, che sono la principessa Anna e il fratello Edoardo, duca di Edimburgo – prosegue il giornalista –. Di fatto i consiglieri di Stato sono questi cinque, ma quelli delegati a rappresentare il sovrano nelle funzioni ufficiali saranno sempre la regina, William, la principessa Anna e il principe Edoardo». Insomma, «tocca ai reali anziani tenere a galla la barca».

In alcuni atti formali come The State opening of the Parliament – l’apertura ufficiale del Parlamento –, il discorso della corona solitamente pronunciato dal sovrano viene letto da uno dei consiglieri reali in caso di sua assenza e di supplenza, ma deve essere presente anche un altro consigliere. «Devono essere in due. Ma viene stabilito sulla base delle opportunità, dei momenti. Quando la regina fu incapacitata ad aprire il Parlamento, fu rappresentata alla cerimonia dal principe Carlo (che lesse il discorso) e dal principe William, che era presente».

L’impatto sulle dinamiche familiari

Secondo Antonio Caprarica, insomma, non ci saranno grandi stravolgimenti o sconvolgimenti dal punto di vista costituzionale. Ma «i malanni fisici che hanno colpito i Windsor in rapida successione hanno un che di biblico», come si potrà leggere sul commento del giornalista sull’edizione del CdT di giovedì. «Naturalmente, la situazione va a impattare molto sulle dinamiche familiari. Il principe William, che aveva annunciato la sua assenza dalla scena pubblica per prendersi cura della moglie Kate e dei bambini, oggi deve prendere il posto del padre. Camilla, che ha 76 anni, da sola non ce la fa. Tutto questo pone dei problemi al funzionamento della famiglia reale».

In questi giorni, come detto, assisteremo alla discesa in campo dei consiglieri di Stato al posto del Re. Poi si vedrà, con l’evolversi della situazione. Il principe Harry è arrivato dagli Stati Uniti insieme alla moglie Meghan Markle e ai due figli, Archie e Lilibet, per incontrare il padre. «Si tratta di una visita, non di un ritorno», precisa Caprarica. «Hanno diagnosticato un cancro al padre e lui va a trovarlo. Ma la relazione tra i due fratelli (William e Harry, ndr.) è pessima. Tra le cognate (Kate e Meghan, ndr.) è pure peggiore. Non credo che abbiano voglia di fare i “supplenti”».

Il libro

Che tipo di re sarà Carlo? Camilla riuscirà a scrollarsi di dosso il fantasma di Diana? Qual è, oggi, il destino della monarchia? Carlo III. Il destino della Corona è l’ultimo libro di Antonio Caprarica, pubblicato da Sperling & Kupfer.

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