La recensione

Il viaggio imperdibile di Indiana Jones e l’antico Cerchio

Cappello, frusta e joypad: siete pronti per il miglior Indiana Jones degli ultimi venti anni
Paolo Paglianti
07.12.2024 14:30

L’archeologo più amato del grande schermo è tornato. Siamo nel 1937, con il mondo che sta velocemente scivolando verso la Seconda Guerra Mondiale e i nazisti che stanno freneticamente cercando ogni vantaggio, anche esoterico e sovrannaturale, per abbattere i loro futuri e imminenti nemici. Poveri illusi, non sanno che Indiana Jones è pronto a rovinargli la festa, di nuovo.

Indiana Jones e l’antico Cerchio si colloca, nella pentalogia cinematografica tra il secondo e il terzo film, nel periodo d’oro delle avventure dell’archeologo interpretato da Harrison Ford e diretto da George Lucas. Dopo una certa sortita (molto famosa) nel cuore dell’America Centrale a caccia di tesori nascosti quella che finisce con un inconfondibile masso rotondo e rotolante,  il professor Indiana Jones spera in un po’ di riposo nel prestigioso Marshall College dove ha la sua cattedra. Tuttavia, una notte il college è teatro di un furto: un energumeno alto due metri, con i muscoli di uno sfasciacarrozze, e che parla solo latino, trafuga una preziosa reliquia.

Grazie al suo istinto investigativo, Indiana trova subito una traccia che lo conduce in Italia, nella Città del Vaticano. L’energumeno farebbe parte di una setta antichissima che veglia su un segreto terribile e potentissimo. Naturalmente, questo mistero è semplicemente irresistibile per Indiana Jones, che non ci pensa due volte a sfidare non solo gli enigmatici giganti, ma anche il regime fascista e i loro alleati nazisti per recuperare la sua reliquia.

E qua ci fermiamo nel raccontarvi la storia di Indiana Jones e l’antico Cerchio, perché sarebbe quasi criminale svelarvi di più. Ci limiteremo a dirvi che la trama di questo videogioco, fosse trasformata in film, non avrebbe problemi a essere il miglior Indiana Jones su grande schermo di questo secolo, surclassando a mani basse i due più recenti film con Harrison Ford.

Parliamo invece del videogioco. Indiana Jones e l’antico Cerchio sfugge alle etichette canoniche, perché unisce la prospettiva dagli occhi del protagonista, che solitamente troviamo in sparatutto come Call of Duty, a un gameplay pensato soprattutto per l’avventura, l’esplorazione e la soluzione di stuzzicanti enigmi. I tre ambienti principali in cui ci muoveremo, di cui il Vaticano è il primo esempio, sono dei meravigliosi piccoli mondi strapieni di incontri, passaggi segreti, edifici da esplorare e puzzle che ricordano tantissimo quelli visti nei film dell’archeologo. Man mano che visiterete le strade della Città del Vaticano (e poi, di Gaza e Sukhotai (in Thailandia), scoprirete i loro segreti e quanto siano stratificate e piene di cose da vedere e da fare. Ai gamer veterani in ascolto, possiamo dire che le mappe di gioco di Indiana Jones e l’antico Cerchio non sono troppo lontane da giochi che consideriamo eccezionali, come Deus Ex e Dishonored, per la loro capacità di stupirci e per la loro profondità, non solo figurata, del livello di immersione e esplorazione. A tutti gli altri, che è un gioco di gran classe, di quelli che ne escono sempre troppo pochi e sono destinati a rimanere nella storia di questo medium.

Come abbiamo detto, oltre a scoprire catacombe e stanze segrete, ci sono anche parecchi enigmi. Se avete visto gli Indiana Jones al cinema o film a loro ispirati come Il Codice Da Vinci, saprete cosa aspettarvi. Puzzle con gli specchi e i raggi di luce, oppure meccanismi medioevali da interpretare, codici numerici, combinazioni da ricavare leggendo diari e note dei nemici, addirittura forge sotterranee. Inoltre, sono enigmi «logici» (non ci è mai capitato di dire «ma perché qualcuno dovrebbe fare questa cosa assurda»), non si ripetono continuamente, e sono della difficoltà giusta, di quel livello che non vi fa impazzire per ore ma nemmeno banali. In più di una occasione, ci siamo ritrovati a prendere appunti su un bloc notes per capire come risolvere un enigma o decrittare un codice, per esempio, cosa che non succede tanto spesso.

Ci sono naturalmente anche i combattimenti: in Italia affronteremo i fascisti, mentre più avanti avremo a che fare che i nazisti al seguito dell’arcinemico di Jones nel gioco, lo spietato Emmerich Voss. Il gioco fa di tutto per spingervi ad agire come farebbe Indiana Jones su grande schermo: nascondervi dalle guardie, aspettare che si girono per correre nell’ombra, o al massimo abbatterle con una badilata ben piazzata alle spalle e nascondere il corpo tramortito. In teoria, si può anche sfoderare il celebre revolver di Indiana, ma in generale le sparatorie finiscono sempre male per voi: i nemici accorrono in forze se sentono dei colpi di arma da fuoco, e un paio di proiettili ben piazzati vi faranno fuori. Tuttavia, considerando che la parte stealth del gioco è molto semplificata e pensata soprattutto per rendere divertente e fluido il gameplay, nulla vi vieta di tramortire anche una dozzina di guardie nazi fasciste, e poi esplorare, per esempio, un accampamento militare senza che nessuno vi disturbi.

Indiana Jones e l’antico Cerchio ha l’innegabile e unico pregio di farvi davvero sentire all’interno di una «storia» di Indiana Jones. Tutto è incredibilmente coerente e armonioso con quello che abbiamo visto al cinema, soprattutto con i primi tre film, di cui sembra essere il quarto capitolo perduto, talmente è ben realizzato. E questo non potrebbe essere miglior complimento per un videogioco che si ispira al franchise di Indiana Jones.

Indiana Jones e l’antico Cerchio è disponibile (dal 9 dicembre) su Xbox Series X|S e PC, incluso peraltro nell’abbonamento «all you can play» di Microsoft, Game Pass Ultimate. Essendo una esclusiva Xbox temporale, arriverà anche su PlayStation 5, ma solo tra qualche mese, nella primavera 2025. Il gioco è totalmente tradotto nella nostra lingua, compreso l’eccellente doppiaggio. Il PEGI età consigliata è 16+.

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