La storia

Il Villaggio degli animali felici a rischio demolizione: l'appello del ticinese Giancarlo Galli per salvare il suo paradiso

I due Comuni su cui si estende il rifugio hanno minacciato tramite ordinanza la demolizione dell'area, complici alcune costruzioni realizzate – a detta degli uffici tecnici – al di fuori delle regole edilizie
Andrea Camurani
18.12.2023 09:00

«Alla fine, se non mi vogliono più, me ne andrò. Magari proprio nella mia Svizzera, da dove in tanti hanno da sempre dimostrato di starmi vicino, di condividere la mia battaglia per salvare gli animali». Una battaglia che il ticinese Giancarlo Galli, 82 anni, combatte da oltre 25 anni, da quando appese al chiodo la sua preziosa esperienza lavorativa come dirigente doganale (non solo in Ticino ma anche nella Svizzera interna) per dedicarsi ai suoi amici, gli animali. Creature selvatiche, d’allevamento – spesso capi sottratti alla macellazione, anche bovini – e di compagnia, fondando a Brissago Valtravaglia il «Villaggio degli animali felici». Una vera e propria oasi nel cuore delle montagne dell’Alto Varesotto raggiungibile appena fuori dal paese, fra boschi di castagni e strade sterrate (realtà raccontata anche da un documentario di Misha Györik andato in onda sulla RSI nel 2020).

Un luogo tuttavia a rischio esistenza per via della richiesta di demolizione che i due Comuni su cui si estende il rifugio (Brissago Valtravaglia e Mesenzana) hanno intimato con ordinanza al proprietario dell’area per alcune costruzioni realizzate, a detta degli uffici tecnici, al di fuori dalle regole edilizie. A portare alla luce il caso è stato l’avvocato lunense Fulvio Artoni che ha inoltrato per conto di Galli una mail urgente alle istituzioni (Comuni, Regione e Provincia di Varese) per sollevare il problema: «In seguito al provvedimento di demolizione dei fabbricati di ricovero degli animali, accolti su richiesta e istanza degli stessi enti comunali che oggi chiedono la demolizione, il signor Giancarlo Galli titolare del Rifugio animali felici si trova nell'impossibilità di poter adempiere alla demolizione poiché ciò comporterà danni gravissimi alla salute degli animali ivi accolti» dal momento che «la demolizione di questi fabbricati in assenza di un intervento immediato di ripristino di un'area di alloggio, causerà inevitabilmente sofferenze se non addirittura la morte di questi animali».

Galli, dal suo regno – fra enormi cinghiali abituati all’uomo che rispondono ai comandi, galline e cervi che si lasciano coccolare oltre all’immancabile colonia felina – è irremovibile: «Abbiamo costruito questo paradiso in quasi 25 anni, e ora ce lo fanno smantellare», spiega l’anziano responsabile del centro, che vanta una folta schiera di sostenitori grazie alla sua fitta rete di relazioni oltre confine maturata quando aveva i capelli ancora scuri: è stato presidente della Scuola Svizzera a Luino e rappresentante del Consolato svizzero di Milano. Inoltre, ha lavorato come istruttore delle guardie svizzere di confine della Svizzera tedesca e in Ticino ha ricoperto il ruolo di ispettore delle Dogane a Chiasso, Ponte Tresa, Luino, Dirinella e Aeroporto di Agno e altri piccoli valichi. «E pensare che sono molto spesso proprio le forze dell’ordine italiane ad affidarci gli animali feriti che riusciamo a curare grazie alle donazioni ricevute da privati, specialmente cittadini svizzeri. Con quei fondi compriamo il cibo, e assicuriamo il benessere a questi animali che rimangono sul ciglio della strada dopo essere finiti sotto le macchine. Abbandonati. In alcuni casi, purtroppo, anche torturati». Oppure animali che vengono salvati dalle macellazioni, come avviene nel periodo pasquale quando c’è chi compra capretti vivi pronti per la tavola e che invece finiscono, beati, a pascolare sui prati a pendio di Brissago Valtravaglia. «In tutto oggi abbiamo 600 animali. La nostra Onlus (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale ndr) vanta 7 persone assunte oltre a due volontari che ci danno una mano. Siamo un punto di riferimento per l’intera provincia di Varese, e in seguito alle richieste di abbattimento di alcune casette costruite anni fa, abbiamo rimosso alcuni manufatti. Ma oltre non posso andare, dal momento che i miei ospiti rimarrebbero senza una casa», spiega Galli, pronto a tenere la posizione e a non arretrare di un passo anche alla luce della stagione fredda: da queste parti la neve non è certo una rarità, e neppure il gelo. «Anche attraverso il nostro legale stiamo cercando una via d’uscita».

Oltre alle istituzioni, sono state coinvolte nella vicenda pure realtà animaliste. Una storia che ha il sapore della favola, con migliaia di animali salvati dal 2002 a oggi, bambini e famiglie che periodicamente partecipano alle iniziative con lo scopo di avvicinarsi alla natura, e sensibilizzare i più piccoli alla cura e al rispetto degli animali; ma se un giorno tutto questo non fosse più possibile? «I miei animali li mantengo finché campano. E se non me lo lasciano fare me ne andrò. Troverò un altro posto. Magari all’estero, magari in Austria o in Germania o perché no in Svizzera», conclude Galli. «C’è tanta cattiveria in questo mondo. E io, finché potrò, continuerò a salvare gli animali abbandonati, feriti o maltrattati».

In questo articolo: