Impianti di risalita: tutti pronti per entrare in rete

Nevica? Qua e là. Abbastanza per andare a sciare? Non in Ticino, non ancora. Ma ci siamo quasi. Qualche cannone ha già iniziato a sparare neve. Qualche altro attende di essere caricato. La stagione si avvicina. Ne abbiamo parlato con tre attori del nostro inverno. Vi riportiamo, qui, le loro rispettive prime risposte. La prima: «C’è una certa preoccupazione». La seconda: «Stiamo finendo i preparativi. Abbiamo già iniziato a produrre un po’ di neve con i cannoni. Speriamo regga il freddo». La terza: «Ci aspettiamo una stagione come le ultime due: fatta di alti e di bassi». Insomma, le aspettative sono colme di speranze, ma anche di disillusione. Nessuno ha voglia di lasciarsi andare a chissà quali entusiasmi. E questo anche se le prospettive incoraggianti non mancano. Si parla di destagionalizzare, si parla di pass comune, il TicinoPass. Della serie: inutile guardarsi indietro, meglio pensare al futuro, pur tra le incognite del caso.
Cannoni pronti a sparare neve
I nostri tre interlocutori sono, nell’ordine, Dante Pollini, presidente dell’Associazione delle piccole stazioni sciistiche ticinesi, Denis Vanbianchi, direttore degli impianti turistici di Campo Blenio, e Michele Beffa, presidente di Valbianca. Con loro abbiamo parlato delle sfide che attendono il settore, dal cambiamento climatico alle difficoltà economiche del ceto medio ticinese. La sfida è costante, se non proprio esponenziale, sia per i grandi impianti, sia per i più piccoli. Come ricorda Pollini, «gli ultimi anni ci hanno dato un’idea di come potrebbe essere il nostro futuro». Perlomeno, le piccole stazioni «sono spesso gestite a livello di volontariato, il che ti permette di contenere i costi e di garantire la sopravvivenza degli impianti. Certo, non è una garanzia eterna. Anche perché non mancano le spese, quelle fisse così come quelle per la manutenzione». Nelle scorse settimane, un po’ di neve era arrivata, come sottolinea Beffa, «ma dopo la prima spolverata, ecco il caldo, il quale ha già portato via un po’ di neve. Il freddo di questi giorni fa ben sperare, anche perché serve un terreno freddo per fare in modo che resti depositata la neve. Noi non abbiamo ancora iniziato a sparare la neve, perché manca ancora un mese alle vacanze di Natale». Il target è quello. L’intenzione, ad Airolo, è di aprire una settimana prima. A Campo Blenio, i cannoni sono già entrati in funzione nella notte su lunedì. Si lavora su questa stagione, come per il futuro. «Sì, la nostra visione è tutta nel progetto Campo 365, a cui stiamo continuando a lavorare», ricorda Vanbianchi. L’obiettivo è destagionalizzare, appunto, ampliando l’offerta sulle quattro stagioni.
Prezzi invariati, ma meno soldi
Offrire di più, su tutto l’anno, insomma, consci anche del minor potere d’acquisto di gran parte della popolazione. Lo sci sport d’élite? Nessuno lo nega più. Ma nessuno, neppure, punta a chissà quale élite di sciatori, dalle nostre parti. Insomma, il modello Andermatt è lontano. Pollini, riferendosi alle piccole stazioni, spiega: «Noi lavoriamo con le famiglie, con i bambini che imparano a sciare, e dobbiamo essere il più inclusivi possibile. Siamo storicamente il punto di partenza e vogliamo restarlo». «Certo alcune famiglie, costrette a tagliare qualche spesa, potrebbero anche decidere di rinunciare allo sci», ammette Vanbianchi. E continua: «Non è certo uno sport a buon mercato. Proprio per questo però, noi, come tutte le altre stazioni ticinesi, abbiamo deciso di non aumentare i prezzi». Uno sforzo apprezzato, che si aggiunge alle opportunità offerte dai biglietti dinamici. «La prezzistica degli impianti a sud delle Alpi è concorrenziale», dice Beffa. «Sciare non è una necessità, di questi tempi, d’accordo, ma il problema non sta nei nostri prezzi, bensì nella minore disponibilità delle famiglie. Non toccando i prezzi, vogliamo proprio andare incontro a tutti».
Verso offerte individualizzate
Il tutto in attesa di quello che sarà il TicinoPass. A lungo ventilato, sta per diventare realtà. Una realtà che ben rappresenta le esigenze delle singole società che gestiscono gli impianti di risalita. Le stesse esigenze alla base dell’Associazione delle piccole stazioni. «Esigenze economiche», spiega Pollini. «Abbiamo deciso di mettere in rete le possibili soluzioni alle comuni problematiche, siano amministrative o legate alle competenze. Noi possiamo definirci la sesta stazione sciistica ticinese, una stazione diffusa». Ma fare rete è una necessità di tutti, non solo dei «piccoli». «Abbiamo fatto passi da giganti, negli ultimi tre anni», rivela Beffa. «E siamo pronti al prossimo passo». Il prossimo passo è il TicinoPass, appunto, un’offerta «componibile» - come sottolinea Vanbianchi -, adatta ai desideri individuali dei clienti. L’idea è di «far convergere alcune competenze. Non è solo questione di un abbonamento unico. Ma è lavorare in una sola direzione». Un esempio fatto dallo stesso Vanbianchi: «Il marketing». Non più cinque strade diverse, bensì un’unica via, «più professionale e condivisa». I dettagli seguiranno, quando il Cantone offrirà ai suoi interlocutori «la certezza di un sostegno». Ma come spiega ancora Beffa, «siamo nell’ultima fase» di investimenti, prima di poter essere realmente in rete. Per essere in rete, effettivamente, occorre tutta una serie di adattamenti, anche tecnici. Basti pensare alla sistemistica, ai girelli insomma. La sensazione è che nel corso della prossima primavera, le stazioni di risalita ticinesi possano essere pronte, perlomeno tecnicamente, sotto ogni aspetto. «E dalla prossima estate, a quel punto, potremmo iniziare a offrire alcuni prodotti insieme». Nulla di ufficiale. Per l’ufficialità le parti in causa preferiscono aspettare che ogni singola voce sia regolata. Possiamo dirlo: non manca molto. E il prossimo inverno, chissà, potremmo avere a disposizione una maggiore gamma di offerte e di combinazioni. Il tutto nell’ottica dei 365 giorni. Beffa ribadisce: «Tra pochi anni l’idea è di avere una rete sulle quattro stagioni per i cinque grandi impianti ticinesi». Pacchetti per ogni gusto. «aspettando che arrivi la neve dal cielo», come sottolinea con poesia Denis Vanbianchi. E che con la neve, fiocchino i bambini, le nuove leve. «I corsi della scuola di sci sono a buon punto, alcuni addirittura sold out. Un bel segnale: lo sci allora interessa ancora».
La neve è in ritardo
Come ricorda in questi giorni il sito di MeteoSvizzera, nel nostro Paese «a basse quote i Natali verdi sono più frequenti dei Natali bianchi». E in Ticino? Basti dire che, «dal 1931, in più dell’80% degli anni a Lugano il Natale è stato senza neve». In montagna, per contro, a essere rari sono i Natali verdi. Guido Della Bruna: «Al momento c’è un deficit di neve, a sud delle Alpi. C’è meno neve di quella che dovrebbe esserci normalmente. Localmente, anche meno della metà. E pensare che a nord, invece, sono ben serviti, anche più del solito». La situazione non cambierà nelle prossime settimane. Oggi potrebbe arrivare qualcosa al San Bernardino, meno nell’alto Ticino, qualche fiocco «portato da nord». Si alzerà il limite delle nevicate, sopra i 1400 metri. Le correnti occidentali portano aria umida, «ma toccano solo il versante nordalpino». E noi? «Siamo riparati dalla catena alpina»..