Iran

Impiccata la «sposa bambina» Samira Sabzian, aveva ucciso il marito violento

L'appello lanciato una settimana fa dalla ONG Iran Human Rights non ha avuto alcun effetto – La donna ha passato 10 anni in carcere senza vedere i suoi figli – A decidere per l'esecuzione sono stati i suoceri
© Iran Human Rights (X)
Red. Online
20.12.2023 09:45

«L'ultimo orrore, l'ennesimo». Così titolano molti giornali internazionali nel dare la notizia: Samira Sabzian, una sposa bambina che si trovava in carcere in Iran da circa dieci anni ed era stata condannata alla pena capitale per avere ucciso suo marito, è stata impiccata all'alba. A comunicarlo è stata la ONG Iran Human Rights, con sede in Norvegia.

«La Repubblica islamica ha impiccato SamiraSabzian con il mondo intero come testimone. Samira è stata vittima per anni di un apartheid di genere, matrimonio da bambina e violenza domestica, oggi è vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto», ha scritto su X il direttore dell'ONG, Mahmood Amiry-Moghaddam. «Un regime che si è sostenuto unicamente uccidendo e instillando paura. Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica islamica devono rispondere di questo crimine. Come altre vittime della macchina esecutiva del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili della società e non aveva voce. Una campagna di una settimana non è stata sufficiente a salvarla. Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone in fila per essere vittime della macchina di morte, al fine di preservare la sopravvivenza del regime».

Samira Sabzian era stata costretta a sposarsi nel 2009, quando aveva 15 anni. Quattro anni dopo, nel 2013, era stata arrestata con l'accusa di avere ucciso il marito violento. Da allora si trovava in carcere. Al momento dell'arresto, aveva due figli che, per ottenere clemenza dalla famiglia del marito, si è astenuta dal vedere per tutto il decennio trascorso nel braccio della morte. Li ha incontrati per l'ultimo saluto prima dell'impiccagione. Dopo averli incontrati, la donna è stata trasferita in isolamento nel carcere di Gharchak a Varamin (Teheran).

L'appello

Il 12 dicembre Iran Human Rights aveva lanciato un appello: «Domani  è prevista l'esecuzione della sposa bambina Samira Sabzian, condannata alla ghisas (legge del taglione) per l'omicidio del marito. Invitiamo la comunità internazionale a fare tutto il possibile per salvarle la vita. A questo punto, solo una forte reazione internazionale può salvarle la vita. Esortiamo tutti i Paesi che hanno relazioni diplomatiche con la Repubblica Islamica a chiedere di fermare l'esecuzione di Samira prima che sia troppo tardi».  

Secondo il Codice Penale Islamico, riferisce ancora la ONG, coloro che sono accusati di «omicidio intenzionale» sono condannati alla ghisas indipendentemente dalle intenzioni o dalle circostanze, a causa della mancanza di classificazione dei delitti nella legge. Una volta che l'imputato è stato condannato, i familiari della vittima, in qualità di querelanti, possono scegliere tra tre possibilità: l'effettiva esecuzione, la dieh – il "prezzo di sangue", una somma in denaro in cambio del sangue versato –, o il perdono. Nel caso di Samira, i nonni dei suoi figli, querelanti, hanno deciso per la sua esecuzione.

Le cifre

«Samira è stata vittima della pratica dei matrimoni precoci e ho visto quanto ha sofferto in carcere per il fatto che le è stato negato l'accesso ai suoi figli», ha scritto su X Mozhgan Keshavarz, attivista iraniana che è stata sua compagna di cella e che ha trascorso quasi tre anni dietro le sbarre, per lo più nella prigione di Evin, nella provincia di Teheran.

Stando ai dati forniti dalle ONG, Samira Sabzian è la 17. donna impiccata in Iran nel 2023. Nel 2022 sono state giustiziate almeno 16 donne. Secondo il rapporto di Iran Human Rights sulle donne e la pena di morte in Iran – pubblicato in occasione della Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte del 2021 –, almeno 164 donne sono state giustiziate tra gennaio 2010 e ottobre 2021. Nel 66% dei casi di omicidio noti, le donne sono state condannate per avere ucciso il marito o il partner. All'interno del matrimonio, una donna non ha il diritto di divorziare, nemmeno in caso di violenza domestica e abusi.

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