Inaugurata la nuova capanna sul Cervino

ZERMATT - Passaggio quasi obbligato per le scalate del Cervino, la nuova capanna Hörnli è stata inaugurata oggi nell'ambito della commemorazione della prima ascensione della vetta, avvenuta 150 anni fa. Oratore del giorno: l'ex consigliere federale Adolf Ogi. Figlio di una guida di montagna, Ogi - che ha scalato il Cervino nel 1959 e nel 1990 - ha detto che la montagna l'ha molto aiutato e ispirato durante la sua permanenza nel Consiglio federale. Una volta ha persino invitato il governo federale a dibattere del budget in cima al Schilthorn. "Il paesaggio alpino circostante ha favorito la ricerca di soluzioni", ha rivelato l'ex "ministro".
Situata ad un'altitudine di 3260 metri, la nuova capanna dispone di 130 letti (invece di 170) suddivisi in piccole camere e non più in dormitori. La diminuzione dell'offerta ha quale obiettivo una migliore gestione dell'afflusso di alpinisti al Cervino. In cambio, le condizioni di pernottamento nella capanna sono più confortevoli (guarda la gallery).
Commemorata oggi la prima e tragica ascesa della vetta avvenuta 150 anni fa
Il 14 luglio 1865, Eduard Whymper, assieme ad una cordata di altri sei alpinisti, conquistò per primo la vetta di quella che oggi è considerata da molti come la più bella montagna del mondo, il Cervino. Passando per la cresta dell'Hörnli, l'odierna via normale Svizzera, arrivarono in vetta a 4.478 metri sul livello del mare verso le 13:40 ma, purtroppo, quell'impresa sarà ricordata nella storia soprattutto per la tragedia che avvenne durante la discesa. In effetti, solo tre (Whymper e i due Taugwalder) dei sette alpinisti riuscirono a portare a casa la pelle.
In un incidente ancora oggi avvolto dal mistero, si consumò quindi una delle prime tragedie dell'alpinismo moderno ad avere anche un grande riscontro mediatico. Si cercò in effetti di capire chi era il colpevole della caduta (innescata da una scivolata su un passaggio piuttosto difficile da uno degli scalatori meno esperti della cordata) e soprattutto perché la corda che li legava si spezzò lasciando precipitare per oltre 1000 metri i primi quattro e di fatto salvando la vita agli ultimi tre.
Oggi, a 150 anni di distanza, Zermatt celebra l'anniversario in maniera simbolica. In effetti, per tutta la giornata non sarà possibile a nessuno scalare l'ambita vetta in segno di rispetto per le quattro vittime della prima ascesa, ma soprattutto per le oltre 500 che ne sono seguite in questo secolo e mezzo. Una giornata significativa a ricordare una montagna bellissima, ma che come dimostrano le cifre, merita anche grande rispetto.