Inazione climatica, secondo il Consiglio d'Europa la Svizzera fa progressi

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha riconosciuto oggi i progressi compiuti dalla Svizzera in seguito alla sentenza emessa della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), che condanna la Confederazione per inazione climatica. Il Comitato esaminerà il caso più in dettaglio a settembre.
Nella loro decisione scritta, i delegati rilevano che sono state già risolte a livello federale alcune questioni, dopo le accuse sollevate dall'associazione Anziane per il clima Svizzera assieme ad una coalizione di altre 33 Organizzazione non governative. Tra queste, l'entrata in vigore il 1° gennaio della revisione della legge sulle emissioni di CO2, che fissa nuovi obiettivi e misure climatiche da raggiungere entro il 2030, e della legge su un approvvigionamento elettrico sicuro.
Inoltre, il Comitato ha preso nota «con interesse» della valutazione di un primo bilancio sul carbonio e di numerose misure adottate in fase di preparazione a livello sia federale che cantonale per raggiungere gli obiettivi sull'emissione di gas serra. Tuttavia, la Svizzera è tenuta a fornire maggiori informazioni sui progressi compiuti e sulla metodologia utilizzata.
L'organo decisionale del Consiglio d'Europa, composto dai Ministri degli affari esteri di tutti gli Stati membri, determina se e come si pone rimedio alle violazioni dei diritti umani riscontrate dalla CEDU.
Secondo Anziane per il clima e le altre ong, la Svizzera è ben lungi dall'aver posto rimedio alla violazione dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo constatata dalla CEDU. Il 9 aprile 2024, la Corte di Strasburgo ha condannato la Svizzera per inazione climatica, dando ragione all'associazione.
In una presa di posizione scritta inoltrata all'agenzia Keystone-ATS, l'Ufficio federale di giustizia (UFG) ha accolto con soddisfazione l'annuncio del Consiglio d'Europa. La decisione riconosce che la Svizzera ha posto rimedio alle carenze legislative individuate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU), afferma l'UFG.
La richiesta del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa di fornire ulteriori spiegazioni su alcuni punti ed esempi concreti corrisponde alla prassi abituale in questi procedimenti, aggiunge l'UFG. Le autorità competenti analizzeranno ora nel dettaglio la decisione del Comitato dei Ministri. L'obiettivo è dimostrare che la Svizzera soddisfa i requisiti della sentenza in termini di politica climatica, come già stabilito dal Consiglio federale a fine agosto 2024, conclude l'Ufficio.
Grande sollievo anche da parte di Anziane per il clima. «Si tratta di una sconfessione per la Svizzera», ha dichiarato a Keystone-ATS Raphaël Mahaim, uno degli avvocati dell'associazione. «Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ricorda alla Svizzera i suoi doveri», ha spiegato Mahaim. La Svizzera voleva interrompere la procedura di monitoraggio. Il Consiglio d'Europa ha risposto, seppur diplomaticamente, che è fuori discussione. «È una dura smentita della pretesa del Consiglio federale di aver fatto tutto bene». Mahaim sottolinea che l'unica cosa che è cambiata dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) è l'adeguamento della legge sulla CO2, che ora include un calendario di riduzione dei gas serra per il periodo 2025-2030.
Anne Mahrer, co-presidente dell'associazione si è detta «molto, molto soddisfatta» della decisione del Comitato dei Ministri, che ha invitato la Svizzera a correggere i suoi risultati nella lotta contro il riscaldamento globale. «La Svizzera deve dimostrare che la sua strategia climatica è effettivamente compatibile con un bilancio del carbonio quantificato a livello nazionale. Finora non è stata in grado di fornire questa prova», ha dichiarato a Keystone-ATS. Mahrer è molto grata per l'enorme lavoro di squadra che ha permesso di presentare una serie di importanti osservazioni al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.