Sopraceneri

Incidente in Val Malvaglia, che cosa è la tuta alare

La wingsuit è un’attrezzatura che consente al paracadutista di aumentare notevolmente la durata del volo e la distanza percorsa durante la discesa – La Swiss Base Association: «È un privilegio poter praticare in Svizzera»
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Red. Online
19.05.2024 14:05

Un uomo è morto nel pomeriggio di sabato durante un volo con la tuta alare in Val Malvaglia. La notizia, anticipata da LaRegione, è stata confermata in serata dal Ministero pubblico della Confederazione il quale, al momento, non fornisce dettagli sulla dinamica dell'incidente. Un incidente tragico, in cui ha perso la vita un giovane uomo del Bellinzonese appassionato di paracadutismo. È successo poco prima di mezzogiorno, precisano da Berna, e trattandosi di un incidente di volo la competenza è della Polizia federale.

Una tragedia, questa, che ha scosso un’intera regione. Moltissimi, come spesso capita di fronte a eventi simili, i messaggi di cordoglio, condoglianze e vicinanza scritti nelle ultime ore sui social media e dedicati al giovane scomparso, alla sua famiglia e ai suoi amici: «Riposa in pace, ci mancherai». «Ci hai lasciato facendo la cosa che più ti piaceva, volando».

La tuta alare

Il Sopraceneri e il Ticino restano sconvolti di fronte alla tragedia. Un incidente avvenuto mentre il bellinzonese praticava uno sport che amava molto.

Il paracadutismo è uno sport che consiste in un salto da un aereo (nel caso specifico da un elicottero, ndr) o da una struttura fissa, seguito da una discesa controllata sotto un paracadute. La tuta alare, chiamata anche wingsuit, è un’attrezzatura che consente al paracadutista di aumentare notevolmente la durata del volo e la distanza percorsa durante la discesa.

La tuta alare rappresenta una rivoluzionaria attrezzatura nel campo del paracadutismo, che trasforma il paracadutista in un vero e proprio aviatore del cielo. La speciale tuta è progettata per volare a lungo raggio, permettendo manovre acrobatiche e una planata estesa prima dell’apertura del paracadute. La sua struttura innovativa include tessuti resistenti e leggeri, generalmente di tipo sintetico, integrati con almeno due ali rigide, che ricordano quelle degli uccelli o dei pipistrelli, per ottimizzare la navigazione aerea. Il funzionamento della tuta alare si basa sui principi dell’aerodinamica. Utilizza la portanza, una forza aerodinamica essenziale. Quando il paracadutista si lancia dall’aereo, l’aria scorre attraverso le ali della tuta, creando una differenza di pressione tra la parte superiore e quella inferiore delle ali. Questa differenza di pressione produce una forza ascendente, che solleva il paracadutista, permettendogli di sfruttare le correnti aeree per un volo prolungato. Attraverso il movimento del peso del corpo, il paracadutista può dirigere il volo, eseguire manovre complesse e planare per distanze notevoli prima di dover aprire il paracadute. Uno sport che richiede una preparazione accurata.

Il basejumping e gli incidenti

L’Ufficio prevenzione infortuni (UPI) inserisce la tuta alare nella categoria del base jumping. E riferisce che in Svizzera, ogni anno, muoiono 7 persone: un base jumper su 60. «Nonostante tutte le precauzioni, il base jumping rimane uno sport estremo ad alto rischio». È quindi una delle poche attività sportive che l'UPI «sconsiglia vivamente di praticare».

Esiste poi la Swiss Base Association (SBA), organizzazione non profit fondata nel 2007 con l'obiettivo di sostenere il basejumping in Svizzera sviluppando buone relazioni con le autorità e la popolazione locali. Sul sito internet dell’associazione, si legge: «Praticare base jumping legalmente in Svizzera è un grande privilegio che non va dato per scontato. Vi preghiamo di rispettare voi stessi, lo sport, i nostri luoghi, chi vi abita, e gli altri jumpers, in modo da veicolare un’immagine positiva di questo sport». Sul sito possono essere trovate le regole da seguire per svolgere l’attività con il massimo della sicurezza possibile.

Nel 2019, l'allora deputata Margret Kiener Nellen (PS) ha presentato un'interpellanza in Consiglio Nazionale in cui si chiedeva di introdurre un divieto nazionale del base jumping e del volo con la tuta alare. In particolare, «secondo un'indagine condotta nel 2013, il 15% di tutti gli incidenti mortali avvenuti fino ad allora nel mondo si concentrava nella valle di Lauterbrunnen (molto apprezzata con le sue pareti a strapiombo, ndr) e questo danneggia la reputazione della Svizzera e dell’Oberland bernese come destinazioni turistiche», scriveva. Nella risposta, il Consiglio federale precisava che sotto il profilo giuridico, in Svizzera il base jumping è considerato una forma di paracadutismo ed è quindi regolata in modo rudimentale nel diritto aeronautico. Negli anni sono state costituite strutture associative che, insieme agli enti locali lanciano campagne informative, emettono divieti di lanci a determinati orari e per singoli punti di lancio, controllano i punti di lancio e corrispondono delle indennità ai proprietari di terreni con aree di atterraggio usate frequentemente.

Il Consiglio federale ha quindi spiegato di considerare «sproporzionato e poco sensato» introdurre un obbligo di autorizzazione e di non ritenere opportuno vietare il base jumping: «dalle cifre assolute emerge che il numero di morti causato da questo sport è esiguo se confrontato con altre attività del tempo libero, quali ad esempio l'escursionismo di montagna». E il pericolo rappresentato dal base jumping per terzi è da considerarsi marginale.

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