Incontro Governo-Posta, ecco la lunga lista di rimostranze
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Una riunione con i vertici della Posta per chiarire molti punti in sospeso e per esprimere «tutta la delusione» per le modalità di comunicazione adottate dal Gigante giallo in occasione dell’ultima tornata di chiusura di uffici postali, emersa a fine estate. Questa mattina, una delegazione del Governo composta dal presidente Christian Vitta, Claudio Zali e Raffaele De Rosa ha incontrato a Bellinzona il CEO dell’ex regia - Roberto Cirillo - e Martina Bellodi (responsabile rete postale Ticino). Un incontro, come ha sottolineato Vitta, «lungo, durato quasi un’ora e mezza». Da parte dell’Esecutivo, infatti, la lista delle rimostranze era piuttosto ricca. E uno dei temi principali affrontati durante la riunione, era uno degli aspetti più controversi della Posta: la comunicazione istituzionale. Lo stesso Governo aveva infatti dovuto apprendere della chiusura di una ventina di uffici postali dalla stampa. «Abbiamo espresso tutta la nostra delusione per quanto avvenuto quest’estate proprio perché i piani di intervento non erano stati condivisi», rimarca ancora Vitta. Di riflesso, questo modo di procedere ha toccato anche i Comuni interessati, rimasti spiazzati di fronte a queste decisioni improvvise. In un comunicato, il Cantone rileva che la Posta «ha preso atto» delle rimostranze fatte. «Ci si augura che in futuro si possa fare meglio», aggiunge il presidente dell’Esecutivo.
Le richieste avanzate
Come visto, l’azienda intende chiudere una ventina di uffici in Ticino entro il 2028. Una misura che rientra nella strategia «la Posta di domani» presentata alcuni mese fa, e che comporterà l’addio a 170 filiali in tutta la Svizzera. «Siamo tutti consapevoli e coscienti che le abitudini della popolazione e della società stanno cambiando, e che quindi anche il servizio pubblico deve adattarsi», evidenzia ancora Vitta. «Riteniamo però importante che il dialogo che la Posta ha intavolato con i Comuni oggetto delle misure sia di sostanza, e non di facciata». Insomma, bisogna battere ogni via possibile per cercare di salvare il salvabile. «Abbiamo chiesto alla Posta di segnalarci eventuali situazioni in cui le intese con i Comuni non sono possibili». Anche perché, riprende Vitta, «venti trasformazioni in Ticino su un totale di 170 a livello nazionale costituiscono una parte rilevante. Di conseguenza, abbiamo chiesto che, laddove ci siano motivi giustificati, possa essere rivisto l’elenco dei Comuni interessati».
La palla, ora, è nel campo del Gigante giallo, che dovrà approfondire la questione assieme agli enti locali coinvolti dai tagli, cercando di tenere conto delle aspettative dei diretti interessati. In questo senso, il Governo ha già agendato un secondo incontro con l’azienda. «A gennaio ci ritroveremo per fare il punto della situazione e per capire in quale direzione hanno portato le analisi. È importante che su questi temi ci sia un dialogo costante», ribadisce Vitta.
«Giornali penalizzati»
Il Governo, durante l’incontro di oggi, si è pure fatto portavoce dello scontento che regna nei media nei confronti della Posta per quanto riguarda i costi e gli orari di distribuzione dei giornali. Lo scorso mese, infatti, il CEO Roberto Cirillo aveva detto in un’intervista al Blick che «il limite delle 12.30 per la consegna dei quotidiani deve cadere, dal momento che un certo numero di svizzeri non è più in casa durante la pausa di metà giornata. Per loro non fa differenza l’orario di recapito di lettere e giornali. Dobbiamo avere la libertà di allinearci alle esigenze dei clienti». «Il settore dei media, in particolare quelli cartacei, è già sotto pressione», ha sottolineato il presidente dell’Esecutivo. In particolare, il prolungamento dell’orario limite per la consegna «penalizza il giornale». Un elemento critico già conosciuto dai vertici, che anche in questo caso hanno «preso atto» delle osservazioni esposte.
I progetti strategici
Oltre alle critiche mosse ai vertici, il Governo ha comunque cercato di non perdere il treno legato alle grandi trasformazioni in atto nel servizio pubblico. In questo processo, infatti, possono esserci anche opportunità per i Cantoni. Di qui, dunque, la proposta dell’Esecutivo «di avere delle possibilità di accogliere progetti di sviluppo strategico che possano trovare terreno fertile nel nostro cantone». A questo proposito, il presidente ricorda «un cammino fatto con la Posta nel settore informatico, e che ha dato buoni esiti. È stato infatti sviluppato un ambito di competenze in questo settore proprio in Ticino. Sarebbe interessante poterne aprire altri, perché si tratta di attività rivolte al futuro e con garanzie di impiego interessanti».