Vallemaggia

Iniziano stasera i lavori per il ponte: «Finiremo in una settimana»

Terminati i lavori preparatori coordinati dal Cantone, le operazioni di posa sono in mano all’esercito – Maurizio Dattrino: «Lavoreremo nelle ore notturne» – Diego Rodoni: «Fare di più sarebbe stato impossibile»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
17.07.2024 16:30

Inizieranno questa sera alle 23 i lavori dell’esercito per la posa del ponte provvisorio. «Lavoreremo tutti i giorni nella fascia oraria dalle 23 alle 12», spiega Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3. «E questo per via del caldo delle ore diurne: il metallo di cui si compongono le parti del ponte, con il sole battente, diventerebbe infatti impossibile da maneggiare. Inoltre, lavorando prevalentemente di notte, non intralciamo il lavoro dei civili, che si stanno occupando delle operazioni di rifinitura attorno all’accesso del ponte». Salvo nuove allerte meteo, il ponte dovrebbe essere terminato nel giro di una settimana. Ancora Dattrino: «Ci vorranno 96 ore di lavoro effettivo, suddivise come detto in turni di 13 ore al giorno. Se non ci saranno intoppi, quindi, in una settimana al massimo avremo finito». Gli uomini impegnati in questa operazione sono 35. «Gli altri sono macchinisti, quindi si stanno occupando con i mezzi pesanti dei lavori di sgombero. Per il momento stiamo lavorando per aprire la valle Bavona, poi ci concentreremo sulla Lavizzara».

Entro sera, ribadisce anche da parte sua Diego Rodoni, a capo della Divisione delle costruzioni del Cantone, «consegneremo l’area di cantiere all’esercito. I lavori preparatori di nostra competenza (le fondazioni e le spalle del ponte provvisorio) sono infatti terminati». Quella di posizionare il ponte provvisorio più a nord rispetto alla struttura parzialmente crollata è stata una decisione obbligata. «Inizialmente - ricorda infatti Rodoni - avevamo intenzione di usare quanto rimasto del ponte di Visletto, ma dopo le verifiche statiche e strutturali ci siamo resi conto che non era una via percorribile. Di conseguenza, abbiamo dovuto allestire un piano B nel minor tempo possibile».

Di qui, come detto, la decisione di spostarsi poco più a nord. «Un lavoro non da poco», evidenzia Rodoni. «Per operazioni simili di solito si impiegano mesi. Noi abbiamo fatto tutto in nemmeno quindici giorni. Fare di più sarebbe stato impossibile. Per questo ci tengo a ringraziare i tecnici, i progettisti e le imprese private: ci hanno permesso di raggiungere un risultato straordinario». Ultimata questa fase, i lavori sul ponte, per il Cantone, non finiscono però qui. «Quando la posa del ponte sarà terminata, mancherà ancora la pavimentazione definitiva. Dovremo valutare se iniziare ad aprire il ponte all’utenza, permettendole di viaggiare su uno sterrato ed eseguendo invece i lavori che mancano di notte», dice. L’idea è infatti quella di ripristinare la viabilità per tutti fin da subito. «Il ponte sarà a una corsia, quindi il transito sarà regolamentato con i semafori. Il limite di peso, invece, è stato fissato a 32 tonnellate». La struttura dell’esercito rimarrà per uno o due anni. Una volta passata l’emergenza, quindi, il Dipartimento del territorio dovrà valutare anche dove costruire il ponte definitivo. «È ancora prematuro esprimersi - spiega Rodoni - perché prima occorre analizzare tutti i settori, non solo per quanto riguarda il ponte ma anche per la strada, in modo da individuare il tracciato migliore. Il nuovo ponte, comunque, difficilmente verrà costruito dove si appresta a essere posato quello militare».

In questo articolo: