Iniziativa sulla neutralità, inoltrate oltre 130 mila firme
L'iniziativa popolare denominata «Salvaguardia della neutralità svizzera», che auspica un ritorno alla neutralità integrale, dovrebbe essere riuscita: oggi il comitato promotore ha consegnato alla Cancelleria federale 132.780 firme autenticate, ben oltre il limite previsto dalla legge (100 mila).
Stando al comitato promotore, la proposta avrebbe trovato ampia eco fra la popolazione: non solo perché le firme sono state inoltrate con circa un mese d'anticipo sulla scadenza, come precisa una nota odierna, ma anche perché le sottoscrizioni racimolate superano le 185 mila. Ma, a causa dei tempi stretti, non è stato possibile inviare tutte le firme ai Comuni affinché provvedessero ad un controllo.
Ad ogni modo, queste cifre - «che superano le attese» - rispecchiano il successo della proposta fra la popolazione che, firmando, ha voluto lanciare un segnale forte alle autorità: la neutralità della Svizzera deve rimanere al cuore della politica estera, interna e di sicurezza.
Stando al comitato promotore, di cui fa parte anche l'ex consigliere federale Christoph Blocher, l'iniziativa deve correggere la deriva presa dal governo. Poco dopo l'inizio dell'attacco russo all'Ucraina, la maggioranza del governo ha adottato le sanzioni dell'UE contro Mosca senza pensarci due volte e senza alcun riguardo per la neutralità.
Per i fautori della modifica costituzionale, a Berna «regna ancora il caos in materia di politica estera e la neutralità svizzera è diventata il gioco dei partiti politici che cercano di farsi notare». Il lancio dell'iniziativa per la neutralità l'8 novembre 2022 rappresenta insomma la risposta al crescente declino di una politica di neutralità credibile.
A decretare il successo della raccolta delle firme, secondo il comunicato, è stato anche l'avvicinamento alla Nato promosso dalla responsabile del Dipartimento federale della difesa, protezione della popolazione e dello sport (DDPS), la consigliera federale Viola Amherd. I cittadini, secondo la nota, temono che la Svizzera stia per essere coinvolta nel gioco al massacro militare voluto dall'alleanza atlantica.
Secondo l'ex consigliere nazionale solettese dell'UDC e presidente del comitato, Walter Wobmann, citato nel comunicato, il successo nella raccolta delle firme impone un dibattito sull'orientamento della politica estera del paese e sull'avvicinamento alla NATO. Il popolo avrà l'occasione di dire stop all'abbandono progressivo della neutralità armata perpetua che ha dato buona prova di sé in passato.
Il consigliere nazionale dell'UDC di Friburgo, Pierre-André Page, ha sottolineato dal canto suo il gran numero di firme raccolte nei cantoni francofoni. Ginevra in particolare dimostra che la popolazione vuole preservare valori tradizionali come la diplomazia della pace e l'aiuto umanitario, stando al deputato. Ginevra è la sede del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e di molte organizzazioni delle Nazioni Unite e rappresenta una piattaforma neutrale per la tradizione umanitaria della Svizzera.
Per l'ex «ministro» di giustizia e polizia, Christoph Blocher, l'iniziativa per la neutralità è una risposta alla sottile erosione della neutralità e alla propaganda per l'abolizione della stessa. La sua attuale relativizzazione è finalizzata alla partecipazione a guerre estere attraverso misure coercitive non militari (sanzioni economiche o diplomatiche) o - attualmente - alla partecipazione della Svizzera ad alleanze di difesa come la NATO.
Stephan Rietiker, presidente dell'associazione Pro Svizzera, che si batte per un per un paese neutrale e indipendente, sempre citato nella nota, ha aggiunto che una delle principali missioni dell'organizzazione è la salvaguardia della neutralità. Per questo abbiamo contribuito in modo determinante al successo della raccolta firme.
L'obiettivo dell'iniziativa
L'iniziativa esige che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo che in caso di attacco diretto contro il Paese. Vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti, come ha fatto invece con la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina. L'addestramento con partner stranieri rimarrebbe consentito e gli obblighi nei riguardi dell'Onu non sarebbero intaccati.
Un altro obiettivo del testo è permettere alla Svizzera di utilizzare la sua neutralità permanente per i buoni uffici così da prevenire e risolvere i conflitti. Dovrebbe quindi essere un mediatore in grado di mantenere buone relazioni con tutti.