Socialità

Integrare con il lavoro è un impegno collettivo

La Supsi ha avviato un progetto di ricerca per cercare di capire come aumentare l’occupazione e l’inclusione delle persone con disabilità - L’obiettivo: coinvolgere le imprese per contenere la spesa sociale
© CdT/Archivio
Generoso Chiaradonna
14.12.2023 17:20

L’integrazione e l’inclusione sociale per tutti - autoctoni o stranieri, donne o uomini, senza o con disabilità - avvengono generalmente attraverso il lavoro. Un concetto ribadito anche dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata dalla Svizzera nel 2014 che sancisce «il diritto a partecipare al mondo del lavoro in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione alle persone con disabilità, così come l’opportunità di mantenersi attraverso un lavoro che esse scelgono o accettano liberamente». Un principio sacrosanto che non sempre è tradotto nella pratica come è stato ricordato oggi durante la conferenza stampa di presentazione del progetto «Impiego assistito a favore di persone con disabilità e aziende», coordinato dal Centro competenze lavoro, welfare e società e dal Centro competenze management e imprenditorialità della Supsi, in collaborazione con due associazione del territorio: atgabbes e UCIT. Presenti i rispettivi presidenti delle due associazioni: Monica Lupi e Stefano Devecchi Bellini. La ricerca durerà un anno ed è finanziata dal fondo nazionale Innosuisse.

L’obiettivo di questa ricerca, è stato spiegato, è quello di trovare delle soluzioni innovative al problema della bassa partecipazione lavorativa delle persone con disabilità. «Se la percentuale di occupazione delle persone senza disabilità è pari all’84,1%, quelle delle persone con disabilità scende al 67,9%, mentre quelle delle persone con disabilità gravemente limitate nello svolgimento delle attività quotidiane è solo del 42,2%. Inoltre, le persone con disabilità lavorano meno frequentemente a tempo pieno», spiega Gregorio Avilés, docente e ricercatore Supsi che ha portato l’esempio positivo di Emma Corti la quale dopo aver completato la scolarità obbligatoria presso le Scuole speciali, ha conseguito un diploma di aiuto animatrice e lavora - con piena soddisfazione di ospiti e colleghi - presso una casa anziani del Mendrisiotto.

Monica Lupi è entrata anche nel dibattito sul Preventivo 2024 del Cantone che prevede risparmi per 11 milioni di franchi nel settore degli istituti sociali. «Potremmo avere più margini di risparmio, se il settore privato partecipasse se di più anche offrendo più posti di lavoro per le persone con disabilità», ha spiegato Lupi ricordando che non si può entrare in questa discussione «unicamente da ottobre a dicembre», periodo in cui si stila il bilancio cantonale. E come coinvolgere le aziende? Innanzitutto con l’informazione, ma anche con la formazione delle persone che in azienda accolgono i disabili, ha spiegato Carlo Ferraris, anche lui ricercatore Supsi.