Invalidità, sconfessato l'Ufficio dell'AI

BELLINZONA - Il Tribunale Federale, con sentenza del 14 giugno pubblicata oggi, ha dato ragione ai genitori (residenti in Ticino) di una bambina affetta dalla nascita nel 2011 da una paresi cerebrale che le causa tetraspasticità, cioè l'impossibilità di controllare i propri quattro arti. Oggetto del contendere era se la piccola, a partire dal 2014, avesse diritto a un assegno per grandi invalidi di grado elevato o meno.
Secondo l'Ufficio dell'assicurazione invalidità del canton Ticino (UAI), con decisione del 6 ottobre 2015 (poi confermata il 14 dicembre 2016 dal Tribunale delle assicurazioni del Canton Ticino), non era il caso, in quanto la piccola non abbisognava nel 2014 di maggior aiuto o di una sorveglianza speciale per svolgere l'igiene personale (benché la necessitasse per altri atti ordinari della vita come vestirsi/svestirsi, alzarsi/sedersi e coricarsi, mangiare, andare alla toilette e spostarsi). Cosa, questa, che faceva venire meno la definizione di grande invalido di grado elevato, dandole diritto solo a un assegno per grandi invalidi di grado lieve prima, e medio poi.
Contro questa decisione i genitori si sono aggravati dinanzi al Tribunale federale, sostenendo il Tribunale cantonale si è fondato per la sua decisione su "un accertamento manifestamente inesatto dei fatti", specificatamente un'inchiesta domiciliare redatta per conto dell'UAI fra luglio e agosto 2015 che, secondo l'interpretazione del Tribunale cantonale, non dava diritto all'assegno per grandi invalidi di grado elevato alla piccola, in quanto sembrava in grado di svolgere la sua igiene personale alla pari di altri bambini della sua età (6 anni).
Interpretazione, questa, giudicata però errata dal Tribunale federale: "L'assicurata non riesce neppure a servirsi da sola delle posate per mangiare, ciò che esclude che possa, per esempio, lavarsi i denti come un bambino della sua età. In queste condizioni è del tutto verosimile che l'assicurata ha bisogno di aiuto per avvicinarsi e sostare davanti al lavandino, come pure di essere costantemente sorretta, per procedere alla toilette quotidiana. Si deve pertanto ritenere che senza l'aiuto di un terzo, l'assicurata non potrebbe svolgere l'atto ordinario della vita relativo all'igiene personale."
Inoltre, per la grande invalidità, "non è richiesto che l'assicurato abbia bisogno dell'aiuto di altre persone per tutte oppure per la maggior parte di esse [le azioni menzionate in precedenza], è sufficiente che necessiti, in modo regolare e notevole, dell'aiuto di terzi per una sola delle funzioni parziali".
Conclude il TF: "Il maggiore bisogno di aiuto può essere riconosciuto dal mese di novembre 2014, quando l'assicurata ha compiuto 3 anni. Infatti, a quella età un bambino privo d'invalidità comincia, pur sommariamente, a intraprendere i primi atti legati all'igiene personale. Negando che l'assicurata avesse bisogno di un aiuto maggiore da parte di un terzo rispetto a un bambino senza invalidità di tre anni per compiere l'atto ordinario della vita relativo alla sua igiene personale, il Tribunale cantonale si è fondato su un accertamento manifestamente inesatto dei fatti come rettamente allegato nella memoria ricorsuale. Ne consegue che il ricorso deve essere accolto" e che la piccola possa godere di un assegno per grandi invalidi di grado elevato.
Le spese giudiziare di 800 franchi sono state poste a carico dell'opponente, vale a dire l'UAI, che dovrà pure versare 2.800 franchi in ripetibili alla ricorrente. La causa è stata inoltre rinviata al Tribunale delle assicurazioni del Cantone Ticino per una nuova decisione sulle spese giudiziarie e sulle ripetibili nella procedura cantonale.