Invecchiare senza figli è una colpa?

Un saggio fresco di stampa analizza la condizione esistenziale dei non-genitori
Carlo Silini
Romina BorlaeCarlo Silini
15.11.2012 05:05

Si fa un gran parlare di figli e di ciò che gira loro intorno. Di come sia bello metterli al mondo, eventualmente con l?aiuto delle nuove tecniche di fecondazione assistita. Di come sia costoso allevarli, sempre più complesso educarli, e via dicendo. Ma, anche in Ticino, sono tante le persone che invecchiano senza averne accanto. Alcuni per destino, altri per scelta. Francesca Rigotti e Duccio Demetrio, filosofi e docenti universitari, hanno indagato questa «interessante condizione esistenziale». Il risultato? «Senza figli» (Raffaello Cortina editore, novembre 2012), una lettura filosofica dell?essere senza figli «perché non sono mai venuti o perché sono – giustamente – volati via di casa, lasciando però un gran vuoto». Li abbiamo intervistati. «Fare un figlio oppure no non è una decisione semplice come, ad esempio, quella di andare in vacanza. È un bisogno primario». Così esordisce Francesca Rigotti – filosofa, docente all?USI e collaboratrice di Ticino 7 – che «senza pensarci troppo» ne ha messi al mondo quattro. «Il fatto che a una certa età le donne, ma anche gli uomini, si pongano il problema è istintivo. Generare o meno non è una scelta del tutto libera dai condizionamenti». Inoltre la maternità e la paternità sono ancora un passo quasi obbligato per il riconoscimento sociale, anche se meno rispetto al passato. «Fare figli – si legge nel saggio – resta l?attività più naturale e normale del mondo. Un impegno tassativo verso la propria parentela e comunità. Un obbligo dovuto al genere cui apparteniamo, un imperativo morale e sociale dettato dalle diverse fedi», «non generare rientra nel novero delle colpe». E le donne, guarda caso, sembrano essere più condizionate degli uomini da questo «diktat». Purtroppo la famosa «dicotomia del modello occidentale» è ben lungi dall?essere superata, spiega Rigotti. «Pensiamo ad Ulisse e Penelope. Lui vaga per decenni nel mondo, vivendo una miriade di avventure, mentre lei resta chiusa in casa ad attenderlo, insieme all?unico figlio perché non ha avuto occasione di farne altri (sorriso amaro, n.d.r.). Ma che la realizzazione della donna stia nella famiglia e quella dell?uomo nella carriera è un?idea terribile. Non siamo al mondo solo per fare figli, prenderci cura dei compagni e degli anziani. Queste sono sicuramente attività degne e nobili ma non siamo nate per questo. Credo che lo scopo della nostra vita sia di fare del nostro meglio, cercare di realizzarci in prima persona insomma. Solo così ci si può poi dedicare sul serio agli altri...». Inoltre Spartaco Greppi, docente e ricercatore presso il Dipartimento di scienze aziendali e sociali della SUPSI, ci spiega quanto costa vivere in coppia, con o senza discendenti, in Ticino.

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